Fondi neri Finmeccanica Indagato il tesoriere dell'UDC per una mazzetta da 200 mila euro In manette i vertici delle controllate Enav e Selex False fatturazioni per oltre 2 milioni di euro. Guarguaglini (Letta) costretto a dimettersi. Per Milanese (PDL-Tremonti) disposto il giudizio immediato Nell'ambito dell'inchiesta sullo scandalo Enav-Finmeccanica, all'alba del 19 novembre, su ordine del Giudice per le indagini preliminari (Gip) Anna Maria Fattori, la Procura di Roma ha eseguito tre nuovi arresti e notificato un avviso di garanzia al parlamentare e tesoriere dell'UDC Giuseppe Naro. La retata In manette sono finiti Guido Pugliesi, amministratore delegato (ad) di Enav; Manlio Fiore, direttore tecnico di "Selex Sistemi Integrati" controllata da Finmeccanica; Marco Iannilli, fornitore di "Selex" e commercialista del gruppo di Gennaro Mokbel: l'imprenditore romano legato agli ambienti della destra eversiva e alla banda della Magliana; già coinvolto nella megafrode da due miliardi di euro Fastweb e Telecom Italia Sparkle; fondatore del movimento Alleanza federalista del Lazio e poi del Partito federalista; sponsor, in combutta con le famiglie ndranghetiste degli Arena e dei Pugliese di isola Capo Rizzuto (Crotone), dell'elezione del senatore PDL Nicola Paolo Di Girolamo, poi dimessosi e condannato a 5 anni e a restituire 4,2 milioni. Tra gli indagati, con una nuova ipotesi di reato, figura anche il già plurinquisito Lorenzo Borgogni, direttore delle relazioni esterne della holding, autosospeso dall'incarico. Naro invece è accusato di finanziamento illecito al partito per aver incassato, nel febbraio del 2010, con la mediazione decisiva di Pugliesi, una tangente di 200 mila euro provenienti dal sistema di appalti corrotto messo in atto dai vertici Enav-Finmeccanica. Tangenti all'UDC Il tesoriere di Pierferdinando Casini è stato tirato in ballo dal titolare della "Print System" Tommaso Di Lernia, sentito una decina di volte a partire dalla primavera scorsa dal Pm Paolo Ielo. Dai riscontri investigativi emerge che Pugliesi ha accompagnato Di Lernia nell'ufficio di Naro come prova il telefono cellulare dell'imprenditore che risultava agganciato alla cella di via Due Macelli - dove si trova l'ufficio di Naro - e dal passaggio della sua auto nella zona (controllato da telecamere perché a traffico limitato). Di Lernia, che con le sue rivelazioni ha consentito di aprire uno squarcio nel meccanismo degli appalti dell'Enav, avrebbe inoltre riconosciuto Naro durante un interrogatorio attraverso una fotografia. Gli inquirenti hanno inoltre accertato che, il 2 febbraio 2010, almeno 200mila euro sono stati girati a Naro da Pugliesi e Di Lernia, in accordo con Lorenzo Cola, consulente esterno di Finmeccanica. La somma, in contanti, sarebbe stata versata "senza la deliberazione dell'organo sociale competente e senza l'iscrizione della erogazione a bilancio". I reati contestati I reati contestati dal Pubblico ministero (Pm) Paolo Ielo vanno dalla frode fiscale (Iannilli, Fiore) al finanziamento illecito dei partiti (Pugliesi e Borgogni) e si basano sulle false fatturazioni per circa 2 milioni di euro, scoperte e comprovate dagli inquirenti, con cui le società che subappaltavano da Selex-Finmeccanica le commesse di Enav (fra cui appunto la "Arc Trade" di Marco Iannilli e la "Print Sistem" di Tommaso Di Lernia) hanno costituito i fondi neri necessari per alimentare la corruzione e il finanziamento illecito delle cosche parlamentari, manager pubblici e intermediari. "Sistema criminale" Non a caso nelle 63 pagine dell'ordinanza il Gip parla di "fatti gravissimi, in un sistema criminale ampio" di corruzione e malversazione. Un "sistema criminale" per il quale è già stato disposto il giudizio immediato del parlamentare Marco Milanese, già consigliere dell'ex ministro Giulio Tremonti, e in cui figurano indagati anche il recentemente dimissionato presidente di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini (accusato di false fatturazioni e frode fiscale e fino ad oggi sempre protetto dall'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Letta), la moglie e ad di "Selex" Marina Grossi (frode e corruzione), l'ex "consulente globale" Lorenzo Cola (frode e corruzione), e il direttore delle relazioni esterne della holding Lorenzo Borgogni (frode). Per quest'ultimo l'accusa si riferisce alle irregolarità nella compravendita della barca del parlamentare Marco Milanese da parte della società Eurotec di Massimo De Cesare il quale, in accordo con Di Lernia e Cola e con la mediazione di Fabrizio Testa (ex consigliere Enav), ha dato al deputato del Pdl 224mila euro "senza la deliberazione dell'organo sociale competente e senza l'iscrizione della erogazione a bilancio". Il ruolo di Milanese e Guarguaglini Nel suo interrogatorio, inoltre, Lorenzo Cola disse di aver proposto a Guarguaglini "di chiedere un'anticipazione sul rinnovo delle cariche al settembre 2010 utilizzando il più stretto rapporto che si era realizzato con il ministro Tremonti". Dato che questo era molto impegnato, Cola cercò un collegamento con "un uomo di fiducia del ministro individuato nell'onorevole Milanese". Nell'ordinanza firmata dal Gip si legge infatti che: "De Cesare, previo concerto con l'imprenditore Tommaso Di Lernia e con la mediazione di Fabrizio Testa (ex consigliere Enav, ndr) e in accordo con il commercialista Lorenzo Cola, che agiva assieme a Borgogni, erogava al deputato del Pdl, già consigliere politico dell'ex ministro dell'economia, con riferimento alla cessione dell'imbarcazione Mochi Craft, una utilità non inferiore a 224mila euro, pari al valore della sopravvalutazione del natante". La vicenda, che si è sviluppata tra il 2009 e il 2010, è già stata oggetto di accertamento da parte del Pm Paolo Ielo che ha ottenuto il processo per Milanese davanti al tribunale monocratico. Gli appalti Enav su cui ruota l'inchiesta sono circa una decina e tra questi spiccano quelli per le opere civili negli aeroporti di Napoli e Palermo affidati tra il 2005 e il 2010 senza gara pubblica alla Selex e da questa subappaltati alle società Print System, Arc Trade, Techno Sky e altre ditte che poi hanno determinato una sovrafatturazione dei costi e la creazione di un surplus redistribuito tra i soggetti coinvolti, compresi i vertici Enav. Insomma,conclude il Gip: "Un sistema che seleziona i componenti degli organi di società direttamente o indirettamente riferibili allo Stato e i loro interlocutori commerciali in base al criterio della loro disponibilità a farne parte nella consapevolezza della illegalità che quello pratica". In questo sistema, inoltre, "le frodi fiscali e gli illeciti finanziamenti ai partiti e a loro derivazioni parlamentari individuano, qualificandole sotto il profilo penale, le condotte che lo realizzano e di cui quello si alimenta per rigenerarsi". Dagli atti risulta che Di Lernia ha pagato una tangente da un milione di euro anche a quattro dirigenti dell'Enav i cui uffici sono stati perquisiti con conseguente sequestro di documenti. 7 dicembre 2011 |