Per sostenere la sua ascesa a grande potenza imperialista L'India si riarma Il bilancio militare prevede una spesa di 20 miliardi di euro entro il 2010 Il recente varo del primo sottomarino nucleare indiano è solo l'ultimo esempio del grosso programma di riarmo che il governo di Nuova Delhi ha messo in cantiere per i prossimi anni con lo scopo di potenziare soprattutto Marina e Aviazione, per dotarsi di uno strumento militare adeguato a sostenere le sue ambizioni imperialiste non più confinate alla regione circostante ma lanciate a livello mondiale. Di pari passo con lo sviluppo economico che l'ha portata a essere tra le maggiori potenze mondiali. L'India, con oltre 1,3 milioni di uomini e di donne nelle forze armate, ha la terza forza militare mondiale in termini di effettivi, dopo la Cina e gli Stati uniti. E se l'esercito ha ancora un livello di armamenti e di capacità di intervento ridotti, per le nuove ambizioni, salvo pochi corpi scelti, l'Indian Navy e l'Indian Air Force stanno riarmandosi a tappe forzate. La Marina ha una delle flotte più importanti del mondo, con in cantiere due nuove portaerei, una comprata dalla Russia e rimodernata l'altra costruita in casa. Buona parte del bilancio della flotta è comunque stato speso negli utlimi anni per la costruzione di cinque sottomarini nucleari, il primo dei quali varato ufficialmente nel luglio 2009 e che sarà operativo dal 2012. Una particoalre attenzione il governo di Nuova Delhi l'ha messa nel potenziamento della componente aerea finora legata alle formazioni dei Mig 21 russi, integrate dagli F104 americani. Per dotarsi di mezzi più moderni e capaci di intervenire anche lontano dai confini nazionali, l'aeronautica militare ha lanciato 26 programmi di ammodernamento, fra cui quello riguardante un caccia da combattimento multiruolo di quarta generazione. Per comprare 126 aerei di questo tipo l'aeronautica ha bandito una gara da 12 miliardi di dollari tra i più importanti costruttori mondiali aeronautici, dagli europei Dassault, Saab ed Eads, ai russi, agli americani della Boeing e della Lockheed Martin, questi ultimi sponsorizzati nelle recenti visite a Nuova Delhi dalla segretaria di Stato Hillary Clinton e dal responsabile della Difesa Robert Gates. Il bando di gara prevede che il vincitore costruisca e fornisca i primi 18 aerei entro il 2012 mentre i 108 aerei rimanenti saranno costruiti in India dalla Hindustan Aeronautical Limited che potrà fare esperienza e porre le basi per sviluppare un'industria aeronautica nazionale completamente autonoma. Le nuove portaerei, i sommergibili e i caccia, appoggiati da nuovi strumenti spaziali dopo che nell'aprile scorso l'India ha messo in orbita il satellite di osservazione Risat-2, di origine israeliana, forniranno al governo di Nuova Delhi la capacità militare di intervento a lunga distanza e metteranno la potenza imperialista indiana di competere militarmente alla pari con le concorrenti. A partire dalla superpotenza cinese che ha cominciato a pestarle i piedi in quella che considera area di sua competenza: Pechino ha avuto il permesso di costruire una base della marina cinese a Chittagong, il principale porto del vicino Bangladesh. Può essere letta come ritorsione la decisione indiana di escludere le forze armate cinesi dalla seconda edizione dell'Indian Ocean Naval Symposium (Ions) del 2009; Nuova Delhi non ha voluto gli ammiragli cinesi in questo forum creato nel 2008 sotto la sua guida, che riunisce i capi di stato maggiore delle marine dei paesi presenti nell'oceano Indiano. Neanche la pesante crisi economica ha intaccato le ambizioini militari indiane. Il responsabile della produzione militare divenuto ministro della difesa nel luglio 2009, Pradeep Kumar, ha recentemente confermato che "la modernizzazione delle forze armate indiane continuerà. La crisi finanziaria non avrà alcun effetto sul suo svolgimento". Tanto che per l'anno fiscale 2009-2010 il bilancio militare ha registrato il più forte incremento di tutti i tempi, con un aumento del 23,7%, arrivando a un totale a disposizione dei militari di ben 20 miliardi di euro. 11 novembre 2009 |