Allarme del procuratore aggiunto di Palermo Ingroia: con nuove stragi la mafia potrebbe aprire la strada alla terza repubblica "Siamo in una delicatissima fase istituzionale" e il boss Matteo Messina Denaro, già condannato per le stragi del '93 a Firenze, Milano e Roma "potrebbe essere tentato da un nuovo progetto stragista" per consolidare il regime neofascista del neoduce Berlusconi che ha rimesso la camicia nera all'Italia, restaurato il fascismo sotto nuove forme e nuovi vessilli e fatto a pezzi la Costituzione antifascista. È l'inquietante allarme lanciato il 7 febbraio dal procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, durante un'intervista a Radio 24 poco prima di partire per gli Stati Uniti dove sta coordinando un'inchiesta antimafia tra le due sponde dell'oceano. "Non voglio fare la Cassandra - ha ammonito Ingroia - ma siamo in una fase molto delicata, di difficoltà politico-istituzionale, alla vigilia di quella che può essere una Terza Repubblica ed è questo il momento in cui in genere il potere mafioso cerca di fare sentire la sua voce e incidere in qualche modo". Il protagonista principale di questa nuova stagione di sangue potrebbe essere secondo il procuratore aggiunto di Palermo proprio il superboss trapanese ancora latitante Matteo Messina Denaro. Anche perché, ha aggiunto il magistrato, questa fase della vita politica, istituzionale e giudiziaria "ha delle strane assonanze con la crisi politico-istituzionale ed etico-morale del '92". Un filo nero, ha spiegato Ingroia, lega i passaggi politici più significativi della storia repubblicana allo stragismo di Stato che parte da Portella della Ginestra e arriva fino alle stragi di Capaci, di via D'Amelio e della primavera-estate del '93. "Non è un caso - è la tesi del magistrato - che l'Italia sia il Paese di democrazia occidentale a più elevato tasso di stragismo contrassegnato dalla presenza di poteri occulti che ha attraversato l'intera storia del nostro Paese, ne ha condizionato e indirizzato il corso...". La trattativa tra Stato e mafia ha ammonito Ingroia "allunga la sua ombra anche oggi"; si tratta di un "blocco di potere che vuole che le cose restino così come sono". Perciò è importante "la conquista della verità" anche se quella che si prospetta ha sottolineato il magistrato è una "verità pesante, ingombrante, imbarazzante, quasi indicibile", ma "dobbiamo assumerci, da cittadini, sulle nostre spalle di cercarla questa verità". Non è la prima volta che Ingroia esprime forte preoccupazione per l'evolversi della situazione politica sottolineando il rischio di un forte condizionamento che la mafia, ancora oggi, a vent'anni dalle stragi, può esercitare ai più alti livelli istituzionali. Il 29 gennaio scorso, a Palermo, nell'ex cinema Edison subito dopo la proiezione del documentario "Una strage di Stato" il procuratore aggiunto aveva lanciato un appello ai giornalisti e ai cittadini invitandoli alla massima vigilanza in un momento in cui "qualcuno vuole impedire ai magistrati di aprire la porta della verità sulle stragi e su quella stagione stragista". 23 febbraio 2011 |