Le studentesse e gli studenti si rifiutino di studiare e cantare l'inno di Mameli Invitiamo i docenti democratici e antifascisti a non applicare la legge patriottarda e interventista approvata dal parlamento nero L'8 novembre il Senato quasi all'unanimità, con 208 voti a favore, 14 contrari (Lega) e 2 astenuti, ha approvato in via definitiva il disegno di legge "Norme sull'acquisizione di conoscenze e competenze in materia di 'Cittadinanza e Costituzione' e sull'insegnamento dell'inno di Mameli delle scuole", già approvato dalla Camera il 14 giugno scorso. Una legge "bipartisan", promossa dall'ex missina e ora deputata PDL Paola Frassineti, ma che porta anche la firma della sua collega e degna compare piddina Maria Coscia. La legge istituisce la "giornata dell'unità nazionale, della Costituzione, dell'inno e della bandiera" il 17 marzo (anniversario della proclamazione del Regno d'Italia nel 1861). Inoltre stabilisce che, a partire da questo stesso anno scolastico, nelle scuole verranno organizzati "percorsi didattici, iniziative e incontri celebrativi finalizzati ad informare e a suscitare la riflessione sugli eventi e sul significati del Risorgimento nonché sulle vicende che hanno condotto all'Unità nazionale, alla scelta dell'inno di Mameli e della bandiera nazionale e all'approvazione della Costituzione, anche alla luce dell'evoluzione della storia europea". Non si può escludere che si passerà anche ad obbligare gli studenti a cantarlo. Si tratta di una misura da patriottismo reazionario e interventista da capo a piedi. Innanzitutto perché vuole indottrinare i figli del popolo sin dall'infanzia, come avveniva nel ventennio fascista, a servire la patria imperialista (giustificandone anche le missioni di guerra all'estero), alla pace di classe, al costituzionalismo ed alla religione cattolica, tutto molto comodo, specie in questo momento di crisi del capitalismo, alla borghesia italiana ed europea per predicare la collaborazione di classe in soccorso del capitalismo. E poi perché rientra nel clima culturale del regime neofascista. Anche su questo il governo del tecnocrate liberista borghese Monti non ha niente da invidiare al suo predecessore in camicia nera, Berlusconi. Non a caso la destra nazionalista e reazionaria esulta, ma non è da meno la "sinistra" borghese, in particolare il PD che da tempo si è riscoperto paladino accanito del nazionalismo. Il movimento studentesco dovrebbe prendere risolutamente posizione contro questa legge e combatterla, come il PMLI ha proposto tramite il compagno Federico Picerni al workshop "Movimenti studenteschi e autorganizzazione" tenutosi nell'ambito dell'assemblea studentesca internazionale di Firenze dell'8-9 novembre. Lo stesso dovrebbero fare i docenti democratici e antifascisti. Comunque mai gli oppressi e gli sfruttati potranno cantare gli stessi inni, sventolare le stesse bandiere e celebrare le stesse feste dei loro oppressori e sfruttatori. 21 novembre 2012 |