Bush in visita a Roma Piena intesa tra il nuovo Hitler e il nuovo Mussolini I due alleati di ferro uniti contro l'Iran e la resistenza afghana. Asse antislamico tra Bush e papa Ratzinger Napolitano: "caro presidente in Italia clima nuovo" In una Roma in stato d'assedio, sequestrata e blindata per tre giorni da 10 mila tra poliziotti, forze speciali e tiratori scelti appostati sui tetti, segno eloquente dell'"amore" con cui è accolto l'Hitler della Casa bianca all'estero, si è svolta dall'11 al 13 giugno la sesta e ultima visita di George W. Bush in Italia. Ad accoglierlo in pompa magna, letteralmente raggiante di felicità, il suo amicone Silvio Berlusconi appena ritornato in sella, ansioso di riprendere e rafforzare l'alleanza di ferro con lui e di consegnargli, ben infiocchettato, il regalo di un'intesa totale del governo italiano su tutte le richieste che il presidente Usa è venuto a incassare dai suoi alleati europei prima di passare la mano al suo successore; a cominciare da un nuovo giro di vite di sanzioni economiche e di minacce militari contro l'Iran e una maggiore partecipazione alla guerra imperialista in Afghanistan. Alla vigilia dell'arrivo dell'aereo presidenziale, infatti, il governo ha annunciato alle commissioni Esteri e Difesa, di fronte ad una "opposizione" tacitamente consenziente, che rimuoverà i caveat che limitano la partecipazione delle truppe italiane alle operazioni di guerra anche fuori dalle zone loro assegnate, come da tempo chiedono gli americani e la Nato, e che invierà in Afghanistan altre forze e armi, tra cui carabinieri e aerei Tornado. Il primo incontro ufficiale si è svolto il 12 giugno al Quirinale, dove Bush è stato ricevuto con tutti gli onori ma anche in forma "molto calorosa" da Napolitano, che dopo il pranzo in onore degli ospiti lo ha preso a braccetto per fargli visitare il palazzo. Nel colloquio di 40 minuti il rinnegato del Colle si è compiaciuto di illustrare al "caro presidente" Bush il "nuovo clima" bipartisan che si è determinato in Italia dopo le elezioni, assicurandogli che "si consoliderà la condivisione degli indirizzi fondamentali della politica estera", anche grazie ad un "clima più costruttivo nella vita politica". "Piena sintonia" tra banditi imperialisti Poi Bush è stato ricevuto da Berlusconi a Villa Madama. Qui il capo dell'imperialismo a stelle e strisce ha ricevuto il triplice bacio del nuovo Mussolini, che si è messo anche a buffoneggiare con lui davanti a giornalisti e telecamere, per mostrare al mondo quale amicizia "speciale" lo leghi al nuovo Hitler. Nella successiva conferenza stampa la disgustosa rappresentazione dei due amiconi ha raggiunto l'apoteosi, tra reciproci salamelecchi, sorrisi e insulse battute, con Berlusconi che non la finiva più di ringraziare il "caro George" per la sua azione "in difesa della democrazia e della libertà", per "la tua visione, la tua politica, il tuo coraggio e i tuoi ideali". "Sei una persona rara, che non mente mai, il cui sì è un sì e il no è un no", ha avuto la faccia tosta di dirgli con tono apologetico il neoduce, senza badare a quanto grottesche potessero suonare le sue parole alla luce delle arcinote e false prove inventate dal suo alleato per giustificare la guerra all'Iraq. "Abbiamo trovato in George W. Bush un alleato con cui abbiamo rapporti che non hanno mai avuto una tale eccellenza in passato", ha detto raggiante il premier, e Bush "è un amico mio personale e un grande amico dell'Italia ed ha dato a Roma il privilegio (sic) di essere la capitale europea dove è venuto più volte: ci ha onorato sei volte della sua presenza". Riguardo ai temi in agenda, ha aggiunto, "abbiamo fatto un vasto esame della situazione internazionale e abbiamo comunicato le decisioni del nuovo governo sulla permanenza in Afghanistan, in Kosovo e in Libano e abbiamo convenuto della difficile situazione in Iran. Su questi temi abbiamo trovato piena sintonia, una sintonia totale, così come nel passato con la Presidenza americana", ha sottolineato con enfasi il nuovo Mussolini sotto lo sguardo compiaciuto del nuovo Hitler. A scanso equivoci ha precisato comunque che il governo "agirà sullo stesso binario seguito nei cinque anni precedenti", e cioè con una politica estera "fortemente europeista, che parte dalla considerazione che non ci sono due occidenti, tesa a creare condizioni di cordialità con un Paese importante come la Federazione Russa e che vede nella Nato uno strumento per mantenere la pace nel mondo". "Per quanto riguarda le ferite nel mondo - ha quindi concluso il neoduce preannunciando una decisa accelerazione della politica interventista - continueremo a dare una mano per portare il mondo a una condizione di pace con la sconfitta totale del terrorismo". Asse antislamico col papa nero Ratzinger Da parte sua l'Hitler della Casa bianca, lusingato da tante lodi e tronfio e a suo agio come un padrone di casa più che come un ospite illustre, ha lodato a sua volta il governo italiano "per aver annunciato al parlamento che la restrizione sulle forze in Afghanistan è stata rimossa", e ha sfruttato la comoda tribuna per battere la grancassa guerrafondaia e lanciare ancora minacce all'Iran ripetendo che "tutte le opzioni sono sul tavolo". Quanto alle speranze del governo italiano di ottenere in cambio di tanta fedeltà e collaborazione entusiasta l'ammissione al gruppo di paesi che gestiscono il dossier iraniano (il cosiddetto 5+1 formato da tutti i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu più la Germania), Bush si è limitato a dichiarare che sta "seriamente valutando" questa possibilità. Il fedele alleato italiano con questa richiesta spera di spianare la strada all'ingresso dell'Italia nel Consiglio di sicurezza, vista l'opposizione della Merkel. La tre giorni romana del criminale di guerra n° 1 si è conclusa con la visita in Vaticano, dove Ratzinger lo ha ricevuto con un'accoglienza mai concessa ad altri capi di Stato, compresa una passeggiata nei giardini vaticani con preghiera comune, confermando l'asse imperialista col nuovo Hitler già delineatosi con il recente viaggio del papa nero in America. Inutilmente in Vaticano si sono sforzati di presentare l'eccezionale accoglienza riservata al capo dell'imperialismo a stelle e strisce come un semplice "ricambio" della "calda ospitalità" riservata a Ratzinger alla Casa bianca. Tutti gli osservatori hanno sottolineato la novità della grande intesa tra i due, rispetto al livello più basso dei rapporti tra il Vaticano e Washington toccato alla vigilia dell'invasione dell'Iraq. Non è certo un caso che Ratzinger non abbia finora nemmeno fiatato ai ripetuti discorsi bellicosi di Bush che minaccia di incendiare tutto il Medio Oriente se l'Iran non si piegherà al diktat imperialista. Che si stia riformando col papa tedesco, forse nostalgico della sua gioventù nella Hitler Jugend, un asse tra il Vaticano e l'imperialismo americano e occidentale in chiave antislamica che ricalca quello preconciliare da guerra fredda e quello che si formò nella prima metà del secolo scorso tra il Vaticano e il nazi-fascismo in nome dell'anticomunismo? Un'ultima considerazione la merita l'opposizione "ombra" del PD. Che non avrebbe mosso un dito per marcare una qualche presa di distanza dalla visita del criminale di guerra Bush e dal minuetto imperialista col suo alleato di ferro Berlusconi, era scontato. Ma quel che supera ogni limite al disgusto è la complicità e il servilismo con cui ha accettato senza battere ciglio in parlamento l'annuncio dei ministri La Russa e Frattini della rimozione dei caveat, del rischieramento delle truppe in zone di guerra e dell'invio in Afghanistan di 40 carabinieri e di cacciabombardieri Tornado, e addirittura di altri 40 carabinieri in Iraq. Misure, come ha sottolineato il ministro fascista della Difesa prendendo atto con soddisfazione del "non dissenso" del ministro-ombra degli Esteri Fassino, quasi tutte già decise dal precedente governo. Del resto, a proposito della rimozione dei caveat, la sua omologa-ombra del PD, Roberta Pinotti, era intervenuta solo per dire di non capire "perché dobbiamo discutere a lungo di una questione che è un dettaglio". 18 giugno 2008 |