Siglata dalla Merkel e dal nuovo premier cinese Li Keqiang Intesa strategica tra la Cina e la Germania La visita del nuovo premier cinese a Berlino si è conclusa con 17 accordi e dichiarazioni d'intenti In allarme Stati Uniti e Ue Cina e Germania hanno costruito relazioni particolari coltivate negli anni e a buon ragione il nuovo premier cinese Li Keqiang in visita in Germania il 26 maggio ha parlato dei due paesi come un "dream team". Una alleanza speciale che si è vista nella conferenza stampa alla fine del vertice di Berlino nella quale Li Keqiang ha espresso l'auspicio che gli interessi in comune siano superiori alle differenze e ha indicato che "amicizia e collaborazione possono diventare la corrente principale delle relazioni bilaterali". Subito confermate dalla cancelliera Angela Merkel che in riferimento al tema caldo delle controversie tra Unione europea (Ue) e Cina in merito alle importazioni in Europa delle tecnologie per le telecomunicazioni e i pannelli solari cinesi ha assicurato che Berlino interverrà per respingere ogni forma di protezionismo invocata a Bruxelles. L'Unione Europea sta discutendo la proposta di una tassa del 47% sui pannelli solari importati dalla Cina e ha lanciato un'inchiesta antidumping sulle tecnologie di telecomunicazione cinesi accusando alcune imprese esportatrici cinesi di dumping, cioè di esportare i propri prodotti a un prezzo inferiore a quello di mercato per battere la concorrenza delle imprese europee. "Come capo dell'esecutivo tedesco e a livello europeo, mi impegnerò affinché vengano avviate il prima possibile discussioni con la controparte cinese" ha affermato la Merkel, con l'obiettivo espresso dal ministro dell'economia tedesco Philipp Roesler di chiudere l'argomento dato che non c'è "alcun bisogno di altre misure tariffarie". Detto dal paese economicamente più forte e locomotiva della Ue ha un peso determinante. E non ha certo fatto piacere alle altre capitali europee sentirsi ribadire che le decisioni in politica commerciale della Ue si decidono a Berlino. Tanto più dopo aver preso atto che gli altri partner della Ue sono rimasti tagliati fuori dal giro europeo di Li Keqiang che nel suo primo giro ufficiale ha scelto di passare solo dalla Svizzera, la cassaforte europea e mondiale, e dalla Germania. Una decisione che ha messo in allarme la Ue e non solo. Anche negli Usa, che pure predicano di un mondo multipolare come ha fatto pochi giorni dopo Obama in California al vertice col presidente cinese Xi Jinping, sono scattati gli allarmi per le iniziative cinesi, dall'India alla Germania, la principale concorrente imperialista. La Germania avrebbe solo da perdere in una guerra commerciale con la Cina soprattutto nel momento in cui la guerra sui mercati fra i paesi capitalisti si fa più dura nel pieno della crisi economica e finanziaria. A Berlino serve come il pane rafforzare i rapporti commerciali speciali con Pechino e sviluppare il ruolo di partner privilegiato della Cina. All'imperialismo cinese, concorrente strategico degli Usa, torna utile il legame con Berlino, per la sua leadership europea, per il rapporto costruito con la Russia e per il fatto che non disdegna di dire di no agli Usa, come nel caso dell'intervento in Libia, che ha nuociuto non poco ai suoi interessi. La Germania è il primo partner commerciale della Cina in Europa, da sola copre circa un terzo del totale degli scambi cinesi con le 27 nazioni della Ue. Scambi che negli ultimi due anni sono arrivati alla cifra di circa 150 miliardi di euro. La Cina è un mercato enorme per le auto di lusso tedesche e per i macchinari tecnologicamente all'avanguardia, mentre le esportazioni cinesi verso la Germania comprendono prodotti tessili, elettrodomestici e giocattoli. Da un anno la Cina è diventata il più grande mercato per la Bmw mentre è il terzo per la Siemens e la Basf, l'azienda di punta della chimica tedesca. Affari che saranno incrementati dai 17 accordi e dichiarazioni d'intenti sottoscritti nel vertice di Berlino fra i quali la costruzione di una nuova fabbrica della Volkswagen, a Changsha insieme al partner di Shanghai Saic, e di altre due joint venture per il colosso chimico Basf. 26 giugno 2013 |