Gli intrallazzi di Patroni Griffi, De Lise, Milone, Martone Altri ministri, sottosegretari e esponenti dei vertici istituzionali potrebbero finire vittime dei loro loschi intrallazzi. Tra questi c'è sicuramente il ministro della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi la cui vicenda dell'acquisto di una casa di proprietà dell'Inps a prezzi stracciati, ricalca quella di Scajola. Non a caso la Procura di Roma il 12 gennaio ha aperto un'inchiesta affidata al procuratore aggiunto Alberto Caperna il quale ha già incaricato il Gruppo di polizia tributaria della Guardia di finanza di ricostruire l'iter della compravendita. Soprattutto per quanto riguarda il ruolo svolto dal ministro nell'affare visto che al momento dell'acquisto Patroni Grifi era membro del Consiglio di Stato, lo stesso organismo che qualificò lo stabile nel centro della Capitale come edificio non di pregio, facilitando così la vendita a prezzi stracciati. Fra gli altri condomini, che hanno usufruito del prezzo di favore, figura anche il deputato PDL Giuliano Cazzola, vicepresidente della commissione Lavoro di Montecitorio, ex socialista e segretario nazionale CGIL, ma soprattutto membro e poi presidente (dal 2003 al 2007) del collegio sindacale dell'Inps, ossia capo dell'organo di controllo dell'Istituto e di fatto compratore e al tempo stesso venditore. Protagonista in quello stesso periodo di una campagna stampa contro "il sistema previdenziale italiano" che "deve essere subito riformato" in quanto troppo "generoso" coi suoi assistiti. La storia, svelata per la prima volta dal "Fatto quotidiano", inizia verso la fine degli anni '80, quando il magistrato Griffi e Cazzola prendono in affitto due appartamenti nello stabile di proprietà dell'Inps di via Monte Oppio 12. Anni dopo l'edificio finisce nelle cartolarizzazioni offrendo così agli inquilini in affitto la possibilità di acquistare il proprio appartamento con un forte sconto. La legge però esclude categoricamente gli stabili di pregio che, secondo la normativa del 2001, devono essere venduti al prezzo di mercato, e l'antica casa fra il Colosseo e il parco cittadino di Colle Oppio rientra in questa categoria. Ma gli inquilini non ci stanno e, assieme all'attuale titolare della Funzione pubblica e al deputato PDL, decidono di fare ricorso al Tar vincendo in primo grado. A quel punto l'Inps, il cui vertice del collegio sindacale è presieduto da Cazzola, decide di ricorrere al Consiglio di Stato; ossia lo stesso organismo dove Patroni Griffi è presidente di sezione. Sul ricorso che lo riguarda il ministro si astiene, ma alla fine arriva la sentenza favorevole agli affittuari: l'immobile non è da considerarsi di pregio e quindi può essere venduto ai prezzi stracciati con buona pace dell'Inps. Quindi tutti gli inquilini, Patroni Griffi e Cazzola compresi, possono coronare il proprio sogno: acquistare un appartamento "vista Colosseo" per soli 1600 euro circa al metro quadro. Decisiva nella causa è stata la "verificazione" disposta dal Consiglio di Stato nel 2004 ed effettuata da due funzionari del ministero delle infrastrutture, Raniero Fabrizi e Filippo Di Giacomo. Entrambi figurano più volte nelle intercettazioni telefoniche del 2008 effettuate dai carabinieri del Ros nell'ambito delle indagini sulla cosiddetta "cricca" degli appalti pubblici. Poi c'è il caso del sottosegretario alla Difesa Filippo Milone, già condannato e più volte indagato ai tempi di Tangentopoli, l'ex capo segreteria e consigliere per la politica industriale dell'ex ministro La Russa, è attualmente coinvolto nell'inchiesta sulle nomine, fondi neri, appalti e tangenti di Finmeccanica. Milone, che fra l'altro è anche consigliere di Ansaldo Sts che fa capo a Finmeccanica, è al centro di una conversazione telefonica fra Lorenzo Borgogni, ex direttore centrale delle relazioni istituzionali di Finmeccanica, con Marco Forlani, dirigente del gruppo. Nella intercettazione i due manager parlavano di un contributo sollecitato dallo stesso Milone in occasione della convention del PDL a Milano del 2010. Quindi Pasquale De Lise, uomo di Gianni Letta in odore di massoneria, vicino all'Opus Dei e consultore di Propaganda Fide, che è stato chiamato dal governo a dirigere la nuova Agenzia per strade e autostrade. Grande amico di Angelo Balducci, molto vicino alla sua "cricca" delle Grandi Opere, il nome di De Lise figura spesso anche nelle intercettazioni e negli atti delle varie procure che si occupano dello scandalo degli appalti pubblici. A lui, in qualità di presidente del Consiglio di Stato, gli imprenditori di Anemone chiesero un intervento per fermare un esposto. In più, venne sentito dai pubblici ministeri di Perugia per un bonifico sospetto spiegato con una compravendita all'Argentario (da giudice amministrativo ha venduto a un avvocato amministrativista per oltre un milione di euro). Vanta un patrimonio immobiliare stimato intorno ai 15milioni di euro e sotto la sua presidenza i consiglieri di Stato si sono regalati oltre al lauto stipendio indennità aggiuntive dai 20 ai 50mila euro. Infine c'è il viceministro per il Lavoro e Politiche sociali Michel Martone, figlio del magistrato Antonio che è indagato nell'inchiesta sulla P3. Professore di diritto del Lavoro non ancora quarantenne, già consulente di Renato Brunetta e vicino all'associazione Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo, Michel nel novembre del 2010 è già salito agli "onori" della cronaca per la scandalosa consulenza d'oro da 40 mila euro assegnatagli da Brunetta. 18 gennaio 2012 |