La rossa rivoluzione è possibile in Italia, i veri comunisti ne sono la levatrice "I compagni non si devono sentire miseri e impotenti come dei combattenti relegati in una fortezza assediata" I Maestri ci indicano la via della lotta e della vittoria dell'ex partigiano Franco Iozzelli - Lerici (La Spezia) L'invito del compagno Giovanni Scuderi, rivolto agli anticapitalisti, denota una perfetta conoscenza della situazione politica in Italia e in Europa e giova immensamente al Partito perché proviene da una profonda esperienza e determinazione che fa del compagno Scuderi il gigante costruttore e dirigente del Partito. Riconosco la insostituibile guida del PMLI. I falsi comunisti, revisionisti o socialfascisti, sarebbero fieri di apportare polemiche interminabili a certi interrogativi facendone un campo minato per paralizzare il Partito, con sterili lotte di parole, a scapito loro. La linea del Partito si decide nella sua direzione e al Congresso, dove ogni compagno delegato ha il dovere di partecipare e di esprimersi liberamente. Ma una volta approvate le direttive si deve lavorare senza esitazione per la buona riuscita di ciò che è stato deciso. Non essendo un militante ma solo un simpatizzante del Partito, non posso conoscere tutte le ragioni che hanno reso indispensabile ogni vostra direttiva politica. Per la vostra militanza quali marxisti-leninisti la mia stima e considerazione è profondamente sincera. Il confronto fra il Partito e la classe operaia da esso diretta dev'essere aperto e sincero. I comunisti non hanno niente da nascondere e sono orgogliosi sia delle loro sconfitte che delle loro vittorie. Esaminando gli errori si prepara la vittoria. Solamente affrontando coscientemente la realtà, come affermava Mao, si può abbattere la "montagna". Trotzki fu sconfitto da Stalin perché, contro ogni errata previsione, costruì e difese vittoriosamente l'Unione Sovietica. La nuova realtà seppellì il trotzkismo in Unione Sovietica. In occidente invece i falsi comunisti succubi dei fascisti hanno trovato in Trotzki la giustificazione della loro sconfitta. Oggi, morto Stalin, nessuno in Russia rimpiange Trotzki ma di Stalin molti si ricordano con gratitudine e rispetto. La salma di Lenin riposa nel mausoleo nella Piazza Rossa e a migliaia i visitatori tutti i giorni gli rendono gli onori insieme alle tombe degli eroi della rivoluzione che nessuno malgrado i traditori revisionisti ha osato profanare. La partita non è affatto chiusa. Nessuno può pensare che la grande Rivoluzione d'Ottobre sia avvenuta invano. L'URSS di Stalin ha vinto le orde nazifasciste e ha salvato il mondo. Questa la realtà, e non il mito, e non è vero che tutto andrà perduto. Si deve imparare dalla storia Di questo bisogna essere certi: la storia passata non si può modificare ma dalla storia si deve imparare. La rivoluzione borghese sembrò tramontare nella Francia repubblicana sconfitta, dove la restaurazione monarchica trionfava, ma a dispetto la borghesia finì per trionfare in tutto l'occidente. La sua forza produttiva era predominante e il suo cammino inarrestabile. Questo dice la storia. La classe emergente è sempre vittoriosa. Gli Stati imperialisti non sono tutti uguali. Spesso nella coalizione imperialista più forte e aggressiva si nasconde la debolezza, le sue pretese sono misere e senili quanto grandi furono nel passato. Senza Stalin e Mao non ci sarebbe stata la vittoria della rivoluzione in Cina, nella Corea del Nord, nel Vietnam del Nord, a Cuba, nonché dell'indipendenza dell'India di Gandhi e della liberazione di tanti Stati nell'America Latina, in Africa e nel Medio Oriente, oggi protagonisti nella storia mondiale. Questa la nuova realtà che i nostri Maestri ci hanno lasciato e i comunisti ne sono fieri perché sono la fiamma che incendierà la prateria. Se vogliamo la sconfitta degli imperialisti, che colonizzarono interi continenti rendendo schiavi i popoli, dobbiamo collegarci con questi popoli, come avvenne nel passato, ogni riserva ideologica o di principio sarebbe nociva e inopportuna. Il marxismo-leninismo è la scienza che rende cosciente la classe operaia del suo compito storico, ciò che sorge dalla contraddizione è la lotta che ci darà la vittoria. L'Unione europea e gli Stati Uniti d'America hanno saturato la propria produzione, e di conseguenza chi comanda è il capitale finanziario improduttivo. Lenin già sapeva. Quindi in occidente la causa per cui la classe operaia è stata forgiata è giunta alfine. I vari Trotzki e i revisionisti che assillano come fantasmi il proletariato, se avremo una giusta visione della realtà, si squaglieranno come neve al sole. Oggi non siamo soli, di questo bisogna essere consapevoli. I compagni non si devono sentire miseri e impotenti come dei combattenti relegati in una fortezza assediata, e confusi come gli imperialisti occidentali. Engels, uno dei nostri Maestri, ci insegnò che non furono i cristiani e la loro fede a distruggere il grande impero romano ma le invasioni barbariche. Stalin a proposito della questione nazionale e del marxismo disse che i principi vincono sempre. Infatti i proletari non hanno patria perché non possiedono niente e niente hanno da difendere, perciò sono internazionalisti. La loro condizione li rende uguali nel mondo. I partiti borghesi o revisionisti sono in crisi, non sono più credibili, il popolo intuisce che il sistema sociale nel quale avevano riposto la loro fortuna politica è una nave che ha perso la bussola. La guerra per la conquista dei mercati mascherata col pretesto di difendere le sacre frontiere nazionali non è più credibile da parte dei popoli. I padroni, per il loro predominio insaziabile spostano le sacre frontiere in territorio altrui. A loro arbitrio i nemici ora sono gli arabi, domani altri. I nostri pavidi borghesi, pur di sopravvivere alla crisi da loro generata, pur non avendone la forza e la ragione, sarebbero disposti come loro tradizione a massacrare l'intera umanità. Sono questi i diritti umani che si propongono di attuare. Questi sono i fatti concreti coi quali ci dobbiamo misurare. Questa la realtà che noi dobbiamo capire. Lenin capì che non era in alcuni paesi più avanzati dell'Europa che sarebbe maturata la rivoluzione ma nella Russia zarista e che di là si doveva partire. Stalin, dopo Lenin, ha guidato la costruzione dello Stato socialista con mani d'acciaio perché la realtà storica lo imponeva. Il revisionismo attribuisce la propria debole comprensione politica a coloro che certi errori non avrebbero commesso. I revisionisti, che morto Stalin promettevano un comunismo "migliore", in realtà aprivano le porte alla borghesia. Il tradimento dei revisionisti Ci sono periodi storici dove solo una guida esperta e decisa può fare fronte agli ostacoli che appaiono insormontabili. I partiti comunisti occidentali semidistrutti dal terrore dei barbari nazifascisti, pur in situazioni diverse, si ispiravano alla storia vittoriosa dell'Unione Sovietica di cui giustamente Stalin era il grande maestro, il suo prestigio era immenso perché grandi erano i meriti e le vittorie. Il socialismo, quale sistema, era accolto da strati popolari sempre più vasti anche in occidente. Sorsero nuovi Stati socialisti subito attaccati dalla "guerra fredda", imposta dagli imperialisti occidentali. Nel tentativo di ribaltare gli accordi di pace che il principio della libera evoluzione avrebbero favorito i paesi socialisti. Dall'occidente furono schierati nuovamente gli eserciti riducendo l'Europa in una ferrea spartizione di zone d'influenza. E quindi l'Unione Sovietica non poteva rinunciare a potenziare l'esercito e serrare le file perché la minaccia era terribile, più difficile da combattere dell'invasione nazifascista. Era la "guerra fredda" che il nemico di classe aveva dichiarato guerra politica, economica e militare, era il grande confronto condotto con le menzogne e in malafede; la fiducia consolidata dagli alleati nella guerra al fascismo venne meno. Per superare la prova occorreva nuovamente una disciplina di ferro e una dedizione alla causa comunista senza riserve, dato il momento storico. I partiti comunisti dell'Europa occidentale aderirono compatti al Cominform e colla fiducia dell'Unione Sovietica coprivano la loro debole preparazione ideologica e politica, ponendo per opportunismo in secondo piano perfino l'insegnamento del marxismo-leninismo. Questi partiti, anche nell'Est europeo, nascondevano le loro miserevoli trame e vigliaccamente osannando Stalin ottenevano la fiducia dei compagni più onesti e combattivi. La fiducia che Stalin, il nostro grande maestro, meritava era illimitata perché grandi erano le vittorie e i meriti acquisiti. Il nemico era perfido e infido, nella società capitalista dove le menzogne sono norme di vita, si parla di onestà, ma in una società fondata sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo parlare di onestà vuol dire non riconoscere la lotta di classe. Il tema morale è l'arma preferita di tutti i tromboni riformisti. La morte prematura di Stalin in piena "guerra fredda", quando l'esito della lotta era ancora incerto, aumentò immensamente le difficoltà che andavano affrontate e posero in evidenza le deficienze dei partiti comunisti dei paesi dell'Est che incapaci di una vera rivoluzione avevano costruito le loro fortune politiche sull'aiuto generoso dell'Unione sovietica e dell'Armata Rossa mentre il riconoscimento e la devozione dei comunisti occidentali per i loro dirigenti era dovuto alla stima che l'Unione Sovietica riponeva in loro. Ma quando Krusciov, morto Stalin, presentò il "rapporto segreto" sulle presunte colpe di Stalin, egli e molti altri, incapaci di affrontare la critica situazione, da vigliacchi traditori anche in occidente mascherarono la loro incongruenza politica nelle accuse a Stalin e a tutti gli uomini semplici artefici della nuova società di aver danneggiato quello che loro, i revisionisti, erano incapaci di dirigere, e con l'incontro al vertice con l'imperialismo americano chiesero di essere aiutati dal nemico, ma la tregua il nemico non concesse. L'ultimo misero e pavido traditore Gorbaciov si piegò perfino ai voleri di un ubriacone, Eltsin, che se non fosse stato fermato tutta la Russia avrebbe venduto e liquidato. La forza del sopruso è la menzogna. Se non si chiariscono le cause studiandone la storia non si ha la visione politica necessaria per proseguire. La rivoluzione quando è matura non si può rimandare si può solo indirizzare. Il Partito, non rinuncia al suo compito anche se le condizioni esterne non sono le più favorevoli. La levatrice facilita la nascita e non rinuncia al suo compito. Trotzki e i traditori per timore e incompetenza alla lotta mai erano preparati e con mille dubbi si ponevano contro la rivoluzione. Furono Stalin e il Partito e la classe operaia a costruire quello Stato e la politica confacente per superare qualsiasi ostacolo. Non è fallito il socialismo Mao, che era un gigante, ebbe a dire che potevano trascorrere anche 300 anni in Cina per sapere quale classe prevarrà nella lotta finale tra capitalismo e socialismo. Lo sviluppo dialettico fa parte della vita. Questo ho imparato dai Maestri. Il passato non si può modificare, ma ci insegna a capire il presente. I principi non si possono conciliare e saranno sempre vincitori, sono le alternative della lotta che il Partito nel pieno della rivoluzione con la dittatura proletaria che si è fatta Stato deve in ogni caso superare. Ecco perché non si può dichiarare fallito il socialismo. Chi la rivoluzione ha vinto e con lo Stato non può attuare la premessa che non sarà immediata altrimenti ciò che si è affermato con la lotta e che si è fatto Stato in tutto il mondo sarebbe un tradimento alle aspettative. Con quale esperienza attuale e positiva riteniamo possibile la rossa rivoluzione in Italia? Non dobbiamo parlare come Trotzki o la socialdemocrazia che dichiarano il comunismo fallito o non attuale date le condizioni di oggi. Le condizioni per loro non saranno mai mature, ma la storia dimostra che la realtà è diversa. Sono Trotzki e i revisionisti traditori che il marxismo-leninismo non vogliono digerire e propendono per la borghesia che di ogni rivoluzione ne vedono il fallimento e per nascondere la loro inconcludente ideologia dichiarano fallite le rivoluzioni che pretendono di attuare dietro ricetta come una medicina. Le condizioni della dittatura proletaria devono facilitare e permettere la gestazione per la nascita della nuova società. Tutto l'Occidente è oggettivamente maturo per la rivoluzione, e i comunisti hanno il compito di poterla facilitare perché il travaglio sia meno doloroso e certo teniamo alti i nostri principi, come voi cari compagni state facendo. Commemoriamo con orgoglio la "grandezza" dei nostri Maestri e guardiamo in faccia la dura realtà. Le vittorie che i vari popoli con sacrificio hanno ottenuto ci indicano che la lotta decisiva qua in occidente dovrà presto avvenire. "Il Bolscevico", sia pure con scarsezza di mezzi, è condotto e redatto in modo esemplare da chi del comunismo ne fa stile di vita e di pensiero. Spero che questo mio scritto vi sia utile. A tutti voi auguro ogni bene. 25 luglio 2012 |