Prima abitazione abusiva abbattuta a Ischia (Documento dell'Organizzazione di Ischia del PMLI) Il regime di Berlusconi usa i manganelli contro chi difende il diritto alla prima casa Il PMLI condanna la brutale repressione e chi specula sul dramma casa per fare i suoi sporchi interessi Dal corrispondente dell'Organizzazione d'Ischia del PMLI Ischia di nuovo alla ribalta della cronaca, questa volta per una tragedia legata all'abbattimento di una casa abusiva e al dramma di una famiglia, padre disoccupato, madre casalinga e una figlia di cinque anni. Contro la demolizione della casa, cinquanta metri quadrati, decisa dalla Procura di Napoli, si sono mobilitati almeno tremila ischitani che hanno promosso una marcia di protesta lunga otto chilometri; centinaia di manifestanti hanno sorvegliato la casa di Luigi e Raffaella Impagliazzo notte e giorno, fino a scontrarsi con le "forze dell'ordine" sbarcate ad Ischia in pieno assetto di guerra ed a "tolleranza zero". Ogni sforzo è stato inutile, la casa è stata distrutta, la famiglia è ora ospite di parenti. L'Organizzazione di Ischia del PMLI ha condannato, attraverso un comunicato stampa, la brutale repressione fascista (vedi testo a parte). Eppure, a poca distanza, nel bellissimo Bosco della Maddalena, di grande interesse naturalistico, altre ruspe dello stesso governo del neoduce Berlusconi, hanno abbattuto decine e decine di pini per permettere la costruzione della caserma della Guardia Forestale! Quello di Luigi Impagliazzo è il primo abuso edilizio che sull'isola d'Ischia viene demolito. Forse ne seguiranno altre centinaia. Forse potrebbe essere l'unico, se viene approvato il condono ter per gli abusi commessi fino al 2003, invocato dai senatori della casa del fascio, Sarro e Nespoli, e se viene accolto l'appello lanciato dai neopodestà dei sei comuni, di estendere il provvedimento anche all'isola, finora esclusa dal beneficio, per motivi di difesa ambientale. Contro questo ennesimo condono che potrebbe incrementare l'abusivismo, si è espressa Legambiente. Il suo segretario regionale Michele Buonanno sostiene che il territorio isolano è quello più colpito, nel Mediterraneo, dall'abusivismo edilizio; che un nuovo condono darebbe forza a tanti clan camorristici che investono nel mattone; che il problema abitativo dovrebbe essere affrontato con un vero Piano Casa, che non è certo quello del governo Berlusconi e della regione Campania diretta dal Bossi del Sud Antonio Bassolino. I marxisti-leninisti di Ischia, in un loro documento (vedi testo a parte), pubblicato anche sulla stampa locale e online, ampiamente apprezzato e condiviso, hanno chiaramente affermato: "Noi siamo contro l'abusivismo edilizio che di norma va abbattuto, siamo contrari ai condoni che legittimano e incoraggiano questa pratica illegale di devastazione del territorio e dell'ambiente. Tuttavia, per le prime case costruite da famiglie bisognose devono essere trovate dalle istituzioni preposte, sulla base di un'analisi specifica, soluzioni chiare e alternative: o, facendo un'eccezione, si condona, oppure si offre loro una casa popolare sostitutiva". Un'analisi ed una programmazione che le giunte comunali di "centro-destra" e di "centro-sinistra" non hanno mai voluto. Un nuovo condono, infatti, permetterà loro di continuare la politica dell'abusivismo in cambio di voti, come si ripete da oltre quarant'anni su un territorio di 46 chilometri quadrati, vincolati, inutilmente, da ben nove leggi, a partire dalla 1089 del 1939: vincoli idrogeologici, di staticità, di rispetto stradale, di tipo militare, vincoli fissati da un Piano paesistico approvato dal ministro fascista Giuseppe Bottai il 18 febbraio del 1943, dal Piano Regolatore redatto dall'arch. Alberto Calzabini e poi, nel 1967, dalla Legge Ponte, e dieci anni dopo, dalla legge Bucalossi e nel 1984 dalla legge Galasso, per giungere ai vincoli del Piano Paesistico del ministro Paolucci nel 1995. Ma a dimostrare che in tutti questi anni, leggi, vincoli e piani sono stati puntualmente disattesi con la complicità degli amministratori, basta considerare che gli oltre 18 mila vani del 1951, su una popolazione di 40 mila abitanti, sono diventati circa 70 mila nell'81, con un incremento, in trent'anni, del 269%! A questi vanno aggiunti gli altri realizzati, anche nel giro di una sola notte (alla faccia di ogni garanzia antisismica), negli ultimi vent'anni, grazie ai condoni sopraggiunti nel 1983 e poi nel 1993 ed a quelli che sperano nel terzo del 2003. Migliaia di vani, molti dei quali di necessità, ma tantissimi appartenenti alla grande speculazione alberghiera, realizzati in cima a colline con vincoli militari ed archeologici, sugli scogli, o su quelle aree franose ormai conosciute in tutto il mondo a causa di gravissime tragedie, come le alluvioni del 1910, i morti della spiaggia dei Maronti, i morti di Monte Vezzi, la recente scomparsa della giovane Anna nella frana di Casamicciola. "Sono anni che metto in guardia privati e amministrazioni pubbliche - dichiara il geologo Saverio Toma - ma è come parlare al vento, poi però, tutti a piangere e a invocare puntualmente la calamità naturale". Le stesse case popolari di Casamicciola sono state realizzate dall'ente pubblico, sotto una montagna che potrebbe venire giù da un momento all'altro, alla stregua dell'abusivismo privato. Per salvare l'isola dal disastro ambientale, bisogna farla finita col clientelismo politico. Occorre un provvedimento urgente che possa coniugare il bisogno di dare una casa a chi ne ha bisogno e dall'altra, la necessità di salvaguardare la vocazione turistica dell'Isola. 3 febbraio 2010 |