Su proposta del Partito Nazionale Scozzese (SNP) Nel mirino dei tagli l'istruzione pubblica in Scozia Studenti e insegnanti lanciano la petizione "Giù le mani da Abertay" Dal corrispondente dell'Organizzazione di Aberdeen (Scozia) del PMLI Il Partito Nazionale Scozzese (SNP) con in testa il primo ministro in carica Alex Salmon, ha avanzato un'ulteriore proposta antipopolare per fare fronte alla devastante crisi economica causata dal sistema capitalistico, continuando a riproporre la stessa parola, particolarmente inflazionata dallo scoccare della crisi economica nel 2007: "tagli". Nel mirino stavolta i tagli previsti al finanziamento dell'istruzione pubblica, sino ad arrivare alla proposta di chiudere alcune università in territorio scozzese, come ha anticipato il ministro della cultura Mike Russel. L'agenzia incaricata dalla distribuzione di fondi pubblici alle università, la Scottish Funding Council (SFC), ha "consigliato" alle università di Dundee, rispettivamente University of Dundee e Abertay University, di avviare colloqui per una possibile futura fusione delle due università. La risposta dei sindacati studenteschi è stata forte e immediata. Una campagna on-line contro la fusione dei due Istituti è stata lanciata da insegnanti e studenti delle due università, lanciando la parola d'ordine "Giù le mani da Abertay" (Hands off Abertay). La petizione ha già in poche ore raccolto centinaia di firme, denunciando le misure reazionarie del governo scozzese e del SFC, definite "senza precedenti" e "fortemente inappropriate", mentre i sindacati avvertono che la ratifica di questo provvedimento antipopolare causerebbe la perdita di centinaia di posti di lavoro, discriminando inevitabilmente gli insegnanti delle università più piccole inglobate da altri istituti. Si tratterebbe inoltre di un duro colpo per gli studenti i quali vedono ridotta ulteriormente la possibilità di scegliere l'Istituto da frequentare, la fusione dei due istituti significherebbe meno finanziamenti e strutture per ambo le parti. Non vengono invece scalfiti gli esorbitanti stipendi dei politicanti borghesi che non rinunciano ai loro privilegi ma riversano i costi di questa micidiale crisi capitalistica sulle larghe masse popolari, costrette a pagarne le esorbitanti spese al prezzo di lacrime, sudore e sangue. 5 ottobre 2011 |