Secondo il rapporto Sipri L'Italia per le spese militari dilapida più della Russia e di Israele L'economia italiana affonda nella recessione, eppure l'imperialismo italiano non rinuncia a bruciare decine di miliardi di dollari nelle spese militari per poter primeggiare nello scacchiere internazionale. Nel rapporto annuale dell'Istituto internazionale di Stoccolma per la ricerca sulla pace (Sipri) si legge infatti che l'Italia spende in armamenti addirittura più di Russia e Israele. Il che è tutto dire dal momento che questi ultimi sono da anni, se non da decenni, impegnati in sanguinose guerre di occupazione, come in Cecenia e in Palestina. Secondo il documento della prestigiosa istituzione svedese, nel 2004 a far impennare la spesa per gli armamenti nel mondo alla cifra record di 1.035 miliardi di dollari sono state le campagne di occupazione militare in Iraq e Afghanistan missioni queste dove, non a caso, il governo italiano è in prima fila con migliaia di uomini superarmati e mezzi. Un "solerte" impegno grazie al quale l'Italia può vantare il 7| posto in classifica con i suoi 27,8 miliardi di dollari spesi nel 2004 (rispetto ai 27,6 dell'anno precedente) e rispetto, come dicevamo ai 19,4 miliardi di dollari spesi dalla Russia e ai 10,7 di Israele. Ormai è il sesto anno consecutivo che la spesa militare mondiale cresce in maniera costante e secondo il Sipri addirittura potrebbe raddoppiare da qui al 2010. Rispetto al 2003, nel 2004 nei quindici paesi più industrializzati, che sono anche quelli che contribuiscono all'85% del totale, è aumentata del 6%. La parte del leone spetta agli Usa che da soli hanno speso il 47% della cifra totale, con oltre 450 miliardi di dollari. Seguono a distanza la Gran Bretagna, con 47,4 miliardi, la Francia, con 46,2, il Giappone, 42,4, la Cina, con 35,4, la Germania, con 33,9 e dunque l'Italia con 27,4. Quest'ultima, come dicevamo, si lascia alle spalle in ordine, Russia, Arabia Saudita, India, Israele, Canada, Turchia e Australia. Il rapporto evidenzia anche che l'aumento della spesa militare ha ovviamente provocato l'aumento del fatturato delle aziende produttrici di armi: le 100 principali aziende mondiali del settore hanno avuto nel solo 2003 un incremento medio del 25% dei loro utili rispetto all'anno precedente. Un giro d'affari che equivale al prodotto interno lordo (Pil) dei 61 paesi più poveri del mondo. 15 giugno 2005 |