Durante la manifestazione di Jesi contro l'accordo separato sulle deroghe al contratto nazionale Metalmeccanici e studenti lanciano uova contro la Fiat "Grande e bella manifestazione capace di unire le lotte, anche al di fuori del mondo sindacale del lavoro e che ribadisce, da parte della Fiom, la difesa dei diritti e del lavoro come un bene comune, escluso dai ricatti". È il commento di Giuseppe Ciarrocchi, segretario generale della Fiom delle Marche, sulla manifestazione dei metalmeccanici che si è svolta a Jesi (Ancona) il 5 ottobre, nell'ambito dello sciopero di 4 ore per protestare contro l'accordo separato sulle deroghe al contratto nazionale. Uno sciopero riuscitissimo, soprattutto nelle grandi aziende dove più alto è il livello di sindacalizzazione con adesioni tra il 60 e il 70% con punte di massima alla Fiat, l'80%, nella cantieristica, circa il 90%. Tanto più se si tiene conto che lo sciopero è stato indetto dalla sola Fiom. Alla manifestazione hanno partecipato oltre 1.500 lavoratrici e lavoratori. Presenti gli operai delle principali aziende metalmeccaniche della provincia tra le quali, Fiat New Holland, Merloni, Fincantieri, tutte con gravi problemi di crisi, cassa integrazione e drastici processi di ristrutturazione. Da segnalare, come fatto di rilievo, la presenza di un folto gruppo di studenti i quali, da un lato hanno portato la loro solidarietà alla lotta degli operai, dall'altra hanno protestato contro le controriforme della scuola e dell'università in atto. Un fatto di rilievo perché tende a unire la lotta degli operai e degli studenti. Una saldatura questa da sviluppare e ampliare già a partire dalla manifestazione nazionale dei metalmeccanici il 16 ottobre a Roma. Durante il comizio, che si è tenuto davanti alla sede della Fiat Chn di Jesi, mentre gli oratori si avvicendavano al microfono, operai e studenti hanno bersagliato lo stabilimento Fiat con un fitto lancio di uova. Se le uova tirate nei giorni precedenti contro le sedi della Cisl a Treviglio e a Livorno, avevano come obiettivo simbolico il segretario Bonanni, ovvero uno dei principali artefici dell'accordo separato che demolisce il contratto nazionale, quelle tirate a Jesi sono dirette, sempre simbolicamente, al leader della Fiat Sergio Marchionne e ai suoi diktat antioperai. Protestiamo per difendere "diritti e dignità dei lavoratori", per far affermare "il lavoro con i diritti, e contro l'accordo sulle deroghe al Contratto nazionale firmato il 29 settembre scorso tra Federmeccanica e Fim e Uilm", ha detto Giorgio Cremaschi, presidente del CC della Fiom, nel suo intervento conclusivo della manifestazione. "Siamo qui oggi, e il 16 saremo al Roma - ha aggiunto - per difendere il Contratto nazionale, i salari, i tempi di lavoro, i diritti acquisti in anni di lotta". "Ai segretari di Fim e Uilm che hanno firmato l'accordo separato - ha concluso - dico: vergognatevi". Checché ne dicano i suoi detrattori, il lancio di uova, come forma di protesta contro le sedi della Cisl e ora anche della Fiat, sono giuste, meritate e inevitabili. L'accordo separato al contratto nazionale va respinto con le buone o con le cattive. Se le parole non bastano, ben vengano anche le uova. "L'accordo separato di Pomigliano non può e non deve assolutamente diventare il nuovo modello delle relazioni sindacali, che fa da pendant con le controriforme presidenzialiste e federaliste previste nel programma neofascista e piduista rilanciato in parlamento da Berlusconi", è scritto nel comunicato dell'Ufficio stampa del PMLI del 1° Ottobre scorso. 13 ottobre 2010 |