La più potente banca d'affari del mondo invoca costituzioni e governi fascisti Documento golpista del colosso finanziario americano JP Morgan perché nei paesi dell'Eurozona si attuino le politiche liberiste dell'austerità. Un incentivo alla realizzazione della repubblica presidenziale italiana C'è una spiegazione se i paesi della periferia sud dell'Eurozona, e in particolare Italia, Grecia, Spagna e Portogallo, faticano più degli altri ad uscire dalla crisi applicando le politiche liberiste di austerità: la colpa è delle loro costituzioni, nate a seguito della caduta di regimi fascisti e perciò "influenzate da idee socialiste". Costituzioni che prevedono persino "tutele dei diritti dei lavoratori" e addirittura la "licenza di protestare" contro misure antipopolari! Costituzioni insomma che li rendono "inadatti all'integrazione europea" e che pertanto vanno urgentemente cambiate. È questa l'incredibile conclusione golpista a cui giunge uno studio che la banca d'affari americana JP Morgan, la più potente al mondo insieme a Goldman Sachs, ha condotto sulla crisi economica e finanziaria nei paesi della Ue, pubblicato il 28 maggio scorso sul Wall Street Journal ma passato pressoché sotto silenzio dalla grande stampa internazionale, se si eccettua un commento sul Financial Times in cui però non si fa cenno dei suddetti giudizi politici. "I sistemi politici della periferia meridionale (dell'Eurozona, ndr) sono stati instaurati in seguito alla caduta di dittature, e sono rimasti segnati da quell'esperienza", dice il documento del colosso finanziario americano, tanto che le loro Costituzioni "mostrano una forte influenza delle idee socialiste, e in ciò riflettono la grande forza politica raggiunta dai partiti di sinistra dopo la sconfitta del fascismo". Il risultato di questa che gli autori considerano evidentemente un'incresciosa anomalia storica, è che i paesi del sud dell'Europa sono caratterizzati da "esecutivi deboli e governi centrali deboli nei confronti delle regioni". Ma quel che è peggio, aggiungono, è che le loro Costituzioni prevedono ancora "tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori; sistemi di costruzione del consenso che incoraggiano il clientelismo; e la licenza di protestare se vengono proposte sgradite modifiche dello status quo". Tali caratteristiche, conclude il documento, sono "inadatte a favorire una maggiore integrazione europea" e limitano l'azione dei governi di questi paesi nel portare avanti le "riforme economiche e fiscali", come accade in particolare in Portogallo, Spagna, Italia e Grecia. Non che queste tesi golpiste della grande banca statunitense - che oltretutto è tra i maggiori responsabili della crisi economica e finanziaria mondiale scoppiata nel 2008 negli Usa che ha contagiato anche l'Europa - rappresentino una novità assoluta: semplicemente si limitano ad esprimere in tutta la sua brutale nudità il vero pensiero del grande capitale finanziario internazionale, che da sempre considera i diritti dei lavoratori e le stesse libertà democratico-borghesi come ostacoli alla sua religione liberista. Solo che in passato certe tesi circolavano segretamente all'interno dei suoi club esclusivi, come il documento della Trilateral che negli anni '70 denunciava l'"eccesso di democrazia" in alcuni paesi europei, poi riprese e rilanciate dalla P2. Oggi invece vengono propagandate alla luce del sole, sia pure attraverso organi specializzati perché il sistema dell'informazione di massa asservito al capitale finge di ignorarle per non allarmare le popolazioni. Segno che il grande capitale finanziario internazionale vuole mandare un segnale perentorio ai governi europei, e in particolare a quelli dei paesi summenzionati, affinché si decidano a controriformare le loro rispettive costituzioni ancora troppo "influenzate da idee socialiste" cancellando i diritti dei lavoratori e i residui del welfare e adottando al loro posto costituzioni fasciste che tutelino esclusivamente il capitalismo e il liberismo. Nel caso dell'Italia questo intervento sembra fatto apposta per spingere l'acceleratore sul processo di controriforma costituzionale presidenzialista, in tutto e per tutto conforme ai principi suggeriti da JP Morgan, che il governo Letta-Berlusconi ha messo al primo posto nella sua agenda. Non a caso la coalizione delle "larghe intese" PD-PDL-Scelta civica, nata apposta sotto l'egida di Napolitano per compiere tale processo, è capeggiata da due autorevoli membri della Trilateral come Enrico Letta e Mario Monti, nonché dal leader indiscusso dei neofascisti e piduisti italiani, il neoduce Berlusconi. 3 luglio 2013 |