Oltre seimila profughi abbandonati sull'isola Lampedusa al collasso umanitario Il governo del nuovo Mussolini bombarda la Libia, ma non vuole i profughi di guerra Rivolta della popolazione lampedusana contro Berlusconi e le istituzioni locali Dal nostro corrispondente della Sicilia Nel giro di pochi settimane, dall'arrivo dei primi immigrati in fuga dalla crisi tunisina, il numero dei profughi confinati sull'isola di Lampedusa ha superato quota 6.000, secondo alcuni osservatori 8.000, a fronte di una popolazione di 5.000 lampedusani, "ospitati" in pessime condizioni di igiene e assistenza. All'interno del Centro di identificazione ed espulsione (CIE), aperto con grande ritardo, che poteva accoglierne al massimo 850, stavano oltre tremila immigrati, con i bagni intasati, senza medicine, cibo che scarseggia, costretti a dormire in sacchi dell'immondizia. Gli altri per strada o in spiaggia, affidati unicamente alla bontà della popolazione. Accanto alla criminale indifferenza del governo, ha brillato l'inadeguatezza della giunta locale, guidata da Bernardino De Rubeis (MPA) e dal vicesindaco Mara Maraventano, senatrice della Lega, fortemente contestati dalla popolazione e difesi dalle "forze dell'ordine" durante le manifestazioni. A partire dal 16 marzo, inoltre, i ponti aerei e navali che avevano trasferito alcune centinaia di profughi in altri centri, tra cui Mineo (Catania), dove sono ospitati nelle ex-abitazioni dei militari americani di stanza a Sigonella, erano stati limitati, nonostante il precipitare della situazione e l'arrivo di altri profughi a centinaia, causando a Lampedusa una situazione di sempre maggiore criticità per l'assenza di viveri, servizi igienici, medicinali. Obbedendo al dettame nazifascista della Lega e del ministro dell'Interno Maroni, che non voleva il trasbordo dei profughi in altre zone del paese, il governo ha agito in maniera criminale rispondendo alla sempre crescente tensione sull'isola schierando le "forze dell'ordine", inviando l'esercito contro la popolazione e gli immigrati, con il compito ufficiale di pattugliare il territorio e scoraggiare le fughe dall'isola. Ci si chiede come degli immigrati allo stremo delle forze potessero scappare senza mezzi da un'isola a 120 miglia dalla costa sud della Sicilia. Il governo è arrivato a ritorsioni contro la popolazione che ha denunciato che il pescato dell'isola non veniva più imbarcato per essere trasportato sulla terraferma. In un contesto così difficile, nel quale rischiava di scatenarsi una guerra per la sopravvivenza e la caccia all'immigrato, come molto probabilmente era nei sogni nazifascisti del governo, per avere la giustificazione della sua politica razzista e antimmigrati. La popolazione ha invece reagito al diktat, in un crescendo di manifestazioni, partite dalla contestazione al leghista Borghezio e alla nazista francese Le Pen, ospiti indesiderati. E quando, preceduto da un sopralluogo della "Protezione civile" del regime è stato annunciato, qualche giorno fa, l'allestimento di una tendopoli i lampedusani sono praticamente insorti, bloccando l'attracco delle motovedette con altri immigrati a bordo. La Cgil ha dichiarato: "La risposta del Governo all'emergenza Lampedusa non può essere quella delle tendopoli che sono una vergogna e rischiano di aggravare piuttosto che risolvere i problemi dei migranti e della stessa popolazione dell'isola". Adesso, rispondendo alle proteste dei lampedusani, il governo, ha annunciato che riprenderà il trasferimento dei migranti, bisognerà vedere, fra qualche giorno quali sono gli effetti concreti di queste promesse. Intanto preoccupa molto che sia la leghista Sonia Viale, sottosegretario all'Economia, a coordinare gli interventi per il "superamento dell'emergenza", insieme all'altra leghista, Angela Maraventano, contestatissimo vicesindaco di Lampedusa, della quale da più parti sono state chieste le dimissioni. Preoccupa anche l'appoggio all'intera operazione dato dal nuovo Vittorio Emanuele III, Napolitano, che negli scorsi giorni a Varese, ha fatto un pubblico riconoscimento a Maroni, dichiarando di apprezzare e condividere la sua linea rispetto alla gestione dei flussi migratori che si stanno riversando sulle nostre coste. Ci sono tutte le premesse perché, oltre alla guerra, questo governo porti nel pieno di un disastro umanitario. Non ne siamo neanche lontani: a Lampedusa cominciano già ad arrivare i profughi di guerra provenienti dalla Libia. 23 marzo 2011 |