In un'intervista a "il manifesto" trotzkista Landini semina illusioni costituzionali e riformiste "C'è chi pensa che per uscire dalla crisi bisogna mettere in discussione la Costituzione. Lo pensa la Fiat, lo pensa JP Morgan quando dice che in Europa bisognerebbe cancellare le Costituzioni, lo pensa Berlusconi e una parte dei suoi": così dice Maurizio Landini intervistato su "il manifesto" dell'11 settembre, a un mese dalla manifestazione del 12 ottobre a Roma, di cui è tra i promotori insieme a Rodotà, contro la controriforma costituzionale in discussione in parlamento. Ma perché si ferma a questi tre soggetti senz'altro reazionari e neofascisti, ma non denuncia anche il PD che regge loro il sacco partecipando al governo Letta-Berlusconi e alla controriforma neofascista e presidenzialista della Costituzione fianco a fianco con il PDL, e nemmeno il nuovo Vittorio Emanuele III, Napolitano, che è il regista di questa sporca operazione? Men che meno fa il minimo accenno a SEL del trotzkista Vendola e al Movimento 5 Stelle del qualunquista Grillo, che pur nel loro ruolo di "opposizione" parlamentare, accettano però di stare al gioco offrendo così di fatto una legalità "democratica" al processo di "riforme costituzionali" portato avanti dalla maggioranza delle "larghe intese" e benedetto dal rinnegato Napolitano. Il perché lo si capisce nel passo successivo, quando il segretario della Fiom aggiunge che "applicare la Costituzione sarebbe rivoluzionario. Non ci rivolgiamo solo alla sinistra, ma a tutte le persone, movimenti e soggetti che pensano che i principi costituzionali sono la base per la riforma e il cambiamento di questo paese". E lo si capisce ancor meglio più avanti, quando alla domanda se nella "sinistra" a cui dice di rivolgersi include anche il PD "che partecipa degli strappi costituzionali che denunciate", Landini precisa che "qualsiasi progetto politico e sociale, se non si fonda sulla partecipazione, non va da nessuna parte". Specificando anche: "Vogliamo costruire partecipazione, sarebbe sciocco se nel fare questo discorso ci mettessimo ad escludere qualcuno". Quindi non solo Landini sparge illusioni costituzionali e riformiste sostenendo che si può cambiare l'Italia non lottando per abbattere il capitalismo e conquistare il socialismo, bensì cercando di attuare la Costituzione borghese del '48, che oltretutto non esiste già più, essendo stata sostituita da anni da una Costituzione materiale neofascista, presidenzialista e federalista in attesa solo di essere ufficializzata dalla controriforma in corso di attuazione in parlamento. Ma nell'indicare agli operai, agli anticapitalisti, agli antifascisti e ai sinceri democratici tale falso obiettivo, propone addirittura di continuare ad affidarsi alla "sinistra" borghese e di votare per essa: "Le primarie sono uno strumento utile, ma abbiamo visto che non risolvono il problema della partecipazione", e oggi "c'è una frantumazione dei partiti e un calo della partecipazione", si lamenta infatti Landini cercando evidentemente di frenare l'onda lunga dell'avanzata dell'astensionismo di sinistra registrata alle ultime elezioni politiche e amministrative. 2 ottobre 2013 |