La Russa annuncia l'escalation militare in Afghanistan Più mezzi e più uomini e uso dei Tornado anche per azioni di bombardamento Destra e "sinistra" del regime neofascista invocano in coro il proseguimento delle missioni di guerra Non solo le truppe italiane restano in Afghanistan, ma il governo Berlusconi, con il beneplacito di Napolitano e il nulla osta dell'"opposizione" parlamentare, si appresta ad aumentare l'impegno militare nella regione, sia inviando più uomini e mezzi, sia aumentando la loro "capacità offensiva" sul terreno. È quanto è andato a dire il ministro della guerra La Russa ai militari italiani di stanza a Herat, a una settimana dalla morte del parà della Folgore Alessandro Di Lisio, ucciso in un attentato della Resistenza afghana che ha ferito anche tre suoi commilitoni. Il ministro fascista non era solo, ma si era portato dietro anche una delegazione composta da due parlamentari della maggioranza, Laura Ravetto e Gianfranco Paglia, del Pdl, e due dell'"opposizione", Roberta Pinotti e Mauro Del Vecchio, del Pd. Questo per portare la solidarietà di tutti i partiti del regime neofascista ai "nostri ragazzi" impegnati nella missione di guerra votata dall'intero parlamento all'unanimità. Davanti ai militari schierati a Camp Arena il bellicoso ministro ha promesso misure per aumentare la protezione dei soldati durante le azioni di pattugliamento del territorio, come l'aumento del numero di "Predator", gli aerei senza pilota, per localizzare gli ordigni lungo le strade, una migliore protezione della torretta del mitragliere sui blindati "Lince" e l'aumento del numero degli elicotteri "per avere una maggiore copertura aerea". Ma anche, in questo quadro, l'impiego dei cacciabombardieri Tornado "anche in funzione offensiva": cioè di vero e proprio bombardamento, anziché per la sola ricognizione aerea come aveva finora stabilito il parlamento. Come possa una macchina micidiale di quel genere servire per "prevenire" gli attentati degli insorti lungo le strade, perlopiù basati su ordigni rudimentali fatti esplodere a distanza o con l'impiego di attentatori suicidi, resta un mistero. È evidente che si tratta piuttosto di un pretesto per poter aggirare il vincolo formale dell'impiego "non direttamente offensivo" dei Tornado e poterli quindi impiegare come fanno gli Usa ed altri paesi della Nato, e prima di loro sperimentati dai nazisti e in Vietnam: per bombardare cioè in modo terroristico tutto ciò che si muove sul terreno, uccidendo quanti più afgani possibile, in modo da eliminare gli eventuali insorti presenti nel mucchio e sconsigliare la popolazione da offrire loro aiuto e nascondigli. Quanto ai tanto criticati caveat, cioè alle regole che dovrebbero disciplinare gli interventi "offensivi" dei contingenti militari, e di cui gli Usa, la Nato e gli ambienti più interventisti e guerrafondai italiani vorrebbero la completa rimozione, o almeno una loro drastica riduzione, La Russa non ne ha parlato, ma intervistato ultimamente in proposito da Sky tg24 ha detto seccamente che "ormai non esistono più di fatto". Le promesse di escalation di La Russa sono state contraddette pochi giorni dopo da alcune dichiarazioni "in libertà" di Bossi, il quale si è chiesto se non fosse il caso, visti "i costi e gli scarsi risultati", di "ripensare" la missione in Afghanistan e "riportare a casa" i nostri militari. Per poi subito dopo, di fronte alla levata di scudi generale in favore della permanenza delle nostre truppe in Afghanistan, precipitarsi ad assicurare, di concerto con i suoi scagnozzi in parlamento, che la Lega si adeguerà alla maggioranza di cui fa parte e voterà disciplinatamente il rifinanziamento di tutte le missioni di guerra. È chiaro che ogni tanto, quando gli conviene sapendo di intercettare un malcontento dal basso, badando bene però a non rischiare di aprire crisi serie nella coalizione fascio-leghista, il furbastro leader del carroccio ama giocare su due tavoli, quello del governo e quello dell'"opposizione". Al punto da essere scavalcato a destra dal Pd, che invece si è subito eretto a primo della classe nel coro assordante degli interventisti, arrivando con Franceschini a ribadire che "ora non è il momento di ritirare i nostri ragazzi dall'Afghanistan" perché "hanno un lavoro da completare". Che poi sarebbe quello di proteggere la celebrazione delle elezioni-farsa per eleggere il "nuovo" presidente fantoccio di quel paese sottoposto alla ferrea occupazione militare dell'imperialismo. Il Pd si è messo addirittura a strepitare in parlamento chiedendo "chiarimenti" al governo sulla "fermezza" del suo impegno in Afghanistan, avendo ormai da tempo calzato l'elmetto degli interventisti di prima linea. Ma è stato subito rassicurato dal neoduce, che ha ribadito che sull'Afghanistan "non si cambia linea" e che quella di Bossi "è stata una battuta detta così". Anche La Russa li ha tranquillizzati sottolineando che "è irrinunciabile il mantenimento degli impegni assunti a livello internazionale e che fanno dell'Italia un paese che può dire a testa alta di contribuire alla pace nel mondo". Comunque, a scanso equivoci, il governo ha spedito di corsa il ministro degli Esteri Frattini dall'inviato di Obama per l'Afghanistan e il Pakistan, Richard Holbrooke, presente a Bruxelles per una riunione con i principali ambasciatori europei, per rassicurarlo circa il mantenimento degli impegni internazionali dell'Italia nelle missioni di guerra. Missioni che - ha ribadito solennemente Frattini al suo arrivo nella capitale belga - "sono uno dei biglietti da visita (sic) dell'Italia nel mondo". 29 luglio 2009 |