Lavorare nella "Rete 28 aprile" mantenendo ferma la nostra strategia sindacale
Come certamente avrete visto, nel numero scorso de "Il Bolscevico" è stato pubblicato un articolo che informa sull'assemblea nazionale tenuta a Roma da 200 sindacalisti che si riconoscono nella "Rete 28 Aprile" diretta da Cremaschi, con il sostegno più o meno aperto del segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini. In quell'articolo non si è fatto solo opera di informazione; abbiamo analizzato i contenuti programmatici e soprattuto la decisione di costituire formalmente in Cgil l'Area programmatica per l'indipendenza e la democrazia (alias Rete 28 Aprile). Abbiamo preso visione dell'iter messo in campo per la costituzione capillare in tutto il territorio nazionale, nelle categorie e ai vari livelli territoriali confederali la suddetta Rete. Non solo. Abbiamo dato un giudizio sull'iniziativa e sui contenuti e deciso il da farsi come militanti e simpatizzanti, lavoratori e sindacalisti marxisti-leninisti.
Il giudizio è complessivamente favorevole, a parte le carenze organizzative di partenza che non hanno permesso la partecipazione di tutti coloro che avrebbero voluto. Nella piattaforma programmatica ci sono non pochi punti condivisibili. In primo luogo il rifiuto della concertazione e del "patto sociale". Il che comporta una posizione contraria a una eventuale "riforma" della contrattazione che riproponga la "politica dei redditi", oltreché l'indebolimento del contratto nazionale e la limitazione del diritto di sciopero. Vi è poi l'opposizione al liberismo, e quindi alle privatizzazioni specie dei servizi pubblici. La lotta alla precarietà, con la richiesta dell'abrogazione delle legge 30 e della Bossi-Fini ma più in generale riscrivendo l'intera legislazione del lavoro. La lotta alle flessibilità orarie nei luoghi di lavoro e la rivendicazione di una nuova scala mobile per i salari e le pensioni. La difesa dei beni pubblici essenziali (salute, istruzione, casa, ecc.), la rivendicazione di una nuova politica sindacale che faccia perno sull'indipendenza e sulla democrazia dell'azione sindacale. Questi, in sintesi, quelli più importanti.
Il nostro giudizio è positivo anche in riferimento alla decisione di costituire, a norma dello Statuto della Cgil, l'area programmatica che svolga il ruolo di riorganizzare la sinistra sindacale in Cgil nella situazione che si è venuta a determinare nel corso e soprattutto nelle conclusioni del recente XV congresso nazionale della Cgil. Allorché l'ex area della sinistra sindacale, "Lavoro e Società" di Patta, decise di sottoscrivere il famigerato patto pre-congressuale dei 12 segretari confederali e, di fatto, confluire a destra, nella corrente maggioritaria riformista di Epifani. Dato l'atteggiamento opportunista tenuto da Cremaschi, al seguito di Rinaldini, e degli altri rappresentati della "Rete 28 Aprile" nello stesso congresso, non era del tutto scontato cosa avrebbero fatto in seguito. La svolta a destra di "Lavoro e Società", destinata sempre più a svolgere un ruolo di comparsa e copertura della segreteria Epifani, specie dopo che il suo leader Patta si è sistemato dentro il Palazzo per assumere incarichi ministeriali, ha aperto uno spazio a sinistra dentro la Cgil che la "Rete 28 Aprile" sembra voler riempire.
Questi giudizi sono da noi espressi non in maniera acritica, ma nella consapevolezza che ci sono degli aspetti che non condividiamo e che ci sono delle differenze sostanziali di linea, in particolare in campo strategico, sul modello di sindacato, nella consapevolezza che i leader della "Rete" si muovono su un terreno riformista, sia pure nella veste movimentista e operaista. Inoltre, in quanto a coerenza, tra il dire e il fare, è necessaria la verifica pratica. Lo stesso dicasi in materia di indipendenza dal governo, invocata a ogni piè sospinto. Questo perché molti dei promotori della Rete sono in qualche modo legati al PRC e al PdCI che a loro volta stanno al governo con responsabilità ministeriali. Saranno capaci di mantenere la posizione secondo cui "non ci sono governi amici"? Non ci è sfuggita la (voluta?) carenza di analisi e di denuncia del governo Prodi, trattato con i guanti bianchi. Comunque, le prime prove si porranno a breve; quando il governo varerà la manovra bis di ben 15 miliardi di euro e di seguito metterà mano alla Finanziaria 2007 (si dice) di 30 miliardi di euro.
Detto ciò, pensiamo tatticamente sia utile che le militanti e i militanti, le simpatizzanti e i simpatizzanti lavoratori impegnati sindacalmente aderiscano ufficialmente alla "Rete 28 Aprile" e vi portino il loro specifico contributo di idee e di linea. Questa adesione è, tra l'altro, favorita dal tipo di documento presentato nell'assemblea nazionale del 12 giugno - pubblicato sullo scorso numero de "Il Bolscevico" - che traccia in modo largo il percorso per l'organizzazione dell'Area. In esso è scritto, per esempio che: possono partecipare tutti gli iscritti alla Cgil senza vincoli di appartenenza all'area programmatica; l'attività si sviluppa in forma aperta a tutti coloro che sono interessati ad essa senza distinzione tra chi condivide l'intero percorso e chi solo alcuni; il luogo delle decisioni è l'assemblea aperta e pubblica ai vari livelli dell'organizzazione; le decisioni non saranno calate dall'alto ma saranno frutto del consenso e delle mediazioni e dei punti in comune; ogni realtà territoriale assume in autonomia le decisioni sulle iniziative a cui è direttamente interessata.
Aderire e partecipare direttamente alla vita e alle attività della Rete è per noi allo stesso tempo uno stato di necessità e una scelta tattica. Uno stato di necessità perché noi dobbiamo lavorare dove si organizza la sinistra sindacale e dove il nostro impegno sindacale può risultare efficace. Una scelta tattica perché, a tutt'oggi, non siamo in condizione di dare vita in maniera larga ed estesa a una nostra corrente sindacale, ossia per essere più esatti alla Corrente sindacale di classe (CSC) composta dai sindacalisti militanti e simpatizzanti del PMLI. Con l'obiettivo principale di far nascere dal basso un grande sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori fondato sulla democrazia diretta e sul potere sindacale e contrattuale alle Assemblee generali dei lavoratori.
L'adesione dei lavoratori militanti e simpatizzanti del Partito deve avere queste caratteristiche e deve avere questo senso. Devono essere attivi e disponibili a fare fronte comune, a battersi in prima fila per gli obiettivi sui quali c'è il consenso. Senza tuttavia rinunciare, nel dibattito e nell'assunzione delle decisioni, a marcare i dissensi, a farsi portatori di proposte proprie e ispirate dal Partito. Il nostro contributo alle attività della Rete, deve essere e non può non essere, che ispirato dalla nostra strategia sindacale ben sintetizzata nel Programma d'azione del PMLI e in altri documenti ufficiali. Così come il nostro modo di lavorare è sintetizzato negli otto insegnamenti sindacali e nelle cinque raccomandazioni di Scuderi per fare bene il lavoro sindacale.
Si tratta allora, per ogni compagna e compagno impegnato nel lavoro sindacale, di prendere contatto con la Rete, iniziando a reperire le notizie di cui necessita. E ciò può farlo facilmente visitando il sito www.rete28aprile.it Si tratta inoltre di reperire e contattare nella propria categoria o a livello territoriale coloro che già fanno parte della Rete per prendere accordi con loro di tipo organizzativo e di tipo operativo. Là dove la Rete non esiste e dove i nostri compagni hanno la forza di farlo, possono essi stessi creare una realtà della Rete sulla base del documento elaborato nell'assemblea del 12.06 e di quello dei 65 sindacalisti che l'hanno promossa.
Il nostro scopo principale è difendere strenuamente gli interessi immediati e generali della classe operaia delle masse lavoratrici, pensionate e popolari, compresi i disoccupati e i precari. E di questo c'è un gran bisogno! Nel far ciò però dobbiamo prestare attenzione alla formazione dei nostri quadri sindacali e alla realizzazione di una nostra base sindacale, il tutto finalizzato alla graduale costituzione della Corrente sindacale di classe (CSC) e all'affermazione del sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori, e a tutto quello che ciò comporterà, sia pure in modo indiretto, per lo sviluppo della lotta di classe e del nostro Partito. Buon lavoro.
Sviluppiamo una larga politica di fronte unito nella "Rete 28 Aprile" tenendo però ferma la strategia sindacale del PMLI!

La Commissione per il lavoro di massa del CC del PMLI

28 giugno 2006