Dopo il varo del piano anticrisi Continua la lotta dei lavoratori greci contro il governo Papandreu Il governo greco ha varato il 3 marzo scorso le "misure aggiuntive" richieste dall'Unione europea (Ue) per uscire dalla crisi e mantenere il paese nell'area dell'Euro, una pesante stangata del valore di 4,8 miliardi di euro che secondo le stime sindacali provocherà una riduzione del potere d'acquisto di salari e pensioni di circa l'8%. I lavoratori già si erano mobilitati con gli scioperi del 10 e del 24 febbraio contro il pacchetto anticrisi allora annunciato dal governo e sono tornati in piazza con lo sciopero generale di 3 ore indetto dai sindacati il 5 marzo, in vista di nuovi scioperi generali. Il piano varato dal governo del socialista Giorgio Papandreu prevede il taglio del 60% della quattordicesima e del 30% della tredicesima mensilità, una riduzione di varie indennità salariali pari a un taglio ulteriore del 12%, il congelamento dei salari dei lavoratori pubblici e delle pensioni, l'aumento dell'Iva al 21%; l'aumento delle imposte del 20% sugli alcolici, del 65% sulle sigarette, di 8 centesimi in più al litro sulla benzina, di 3 centesimi su quello del gasolio. Una stangata richiesta da Bruxelles e commentata positivamente dalle istituzioni Ue. "Diamo il benvenuto al piano del governo greco che assicura nel 2010 una riduzione del 4% del rapporto deficit/Pil", ha commentato il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso, che ha elogiato il governo greco per il "forte segnale" dato nell'affrontare il pesante deficit di bilancio. Il presidente dell'Eurogruppo, i ministri delle Finanze dei paesi che hanno adottato l'euro, ha sostenuto che Atene può contare sull'aiuto finanziario dei suoi partners che "sono pronti a condurre un'azione coordinata e determinata, se necessario, per preservare la stabilità finanziaria della zona euro nell'insieme". Una stabilità minacciata dalla crisi della Grecia ma anche da quella altrettanto pesante della Spagna, e del Portogallo. L'Eurogruppo potrà intervenire, se necessario. Da Berlino a Parigi, dato che le banche dei due paesi sono pesantemente esposte col debito greco, si discute sulla costituzione di una specie di Fondo monetario europeo per soccorrere i paesi in crisi ma al momento l'Ue sta alla finestra e lascia il compito al governo stangatore di Papandreou. Il 3 marzo davanti alla residenza del premier protestavano i pensionati. Il 5 marzo sono scesi in sciopero i lavoratori pubblici e privati in occasione dell'approvazione dell'antipopolare pacchetto anticrisi da parte del parlamento. La manovra è passata col voto della maggioranza socialista e del partito di estrema destra Laos. Fuori del parlamento, nelle piazze di Atene, a Salonicco e in altre città decine di migliaia di lavoratori manifestavano contro "le misure criminali e antipopolari" per lo sciopero di tre ore indetto dai maggiori sindacati. Uno sciopero che ha paralizzato il trasporto urbano, aereo, ferroviario e navale; chiuse scuole e ospedali e centro delle città bloccato dai manifestanti. Ad Atene un gruppo di dimostranti ha occupato il ministero delle Finanze e il Poligrafico dello Stato, per ostacolare la pubblicazione del piano sulla Gazzetta ufficiale. Nel centro della città ci sono stati vari scontri tra dimostranti e polizia. Il sindacato dei dipendenti pubblici ha annunciato uno sciopero nazionale di categoria per il 16 marzo, cui potrebbe seguire un nuovo sciopero generale assieme ai sindacati del settore privato, denunciando l'intervento governativo che colpisce soprattutto lavoratori e pensionati, con una riduzione drastica del potere d'acquisto degli stipendi, già tra i più bassi nell'Ue, mentre tocca poco o nulla i profitti delle banche e i redditi sopra i 100.000 euro l'anno. 10 marzo 2010 |