I lavoratori greci di nuovo in piazza contro la macelleria sociale del governo socialdemocratico In una Salonicco, la seconda città del paese, blindata per la presenza del primo ministro Giorgio Papandreu all'apertura della fiera internazionale i lavoratori sono tornati in piazza contro la macelleria sociale del governo socialdemocratico, contro le "barbare misure antioperaie" decise dal governo per salvarsi di fronte alla crisi economica che lo aveva portato sull'orlo della bancarotta. Il "salvataggio" è tutto a carico delle masse popolari. L'11 settembre Papandreu ha tenuto la riunione del consiglio dei ministri, trasferito per l'occasione a Salonicco, dove ogni anno tiene un discorso nel quale delinea la politica economica futura. E questa volta non poteva che partire dal resoconto sulle cosiddette "misure d'austerità" imposte finora. "L'allarme per l'economia greca non è affatto finito e non dobbiamo abbassare la guardia", ha affermato, preannunciando altre operazioni dopo il blocco i salari fino al 2014 e l'abolizione di tredicesima e quattordicesima per i dipendenti pubblici, l'aumento dell'Iva e la controriforma previdenziale che prevede un aumento dell'età pensionabile per tutti a 65 anni e la diminuzione del valore della pensione del 15%. Il governo sta infatti progettando la privatizzazione dell'azienda delle ferrovie (Ose), l'aumento consistente del prezzo del petrolio per uso domestico e altre iniziative per attirare gli investimenti esteri. I lavoratori hanno sfilato per le vie di Salonicco per rilanciare la loro opposizone alle misure governative e le maggiori organizzazioni sindacali hanno annunciato nuove mobilitazioni generali. 22 settembre 2010 |