A Basiano (Milano) Monti e Cancellieri manganellano i lavoratori licenziati Gli operai della catena commerciale "Il Gigante" si ribellano alle pesanti condizioni di sfruttamento e all'uso di crumiri sottopagati Arrestati due manifestanti Redazione di Milano Sono le 8,30 di lunedì 11 giugno quando a Basiano (Milano) un plotone di poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa ha replicato l'attacco di tre giorni prima al picchetto dei lavoratori in sciopero davanti ai magazzini della catena della grande distribuzione capitalistica "Il Gigante". Ma questa volta i lavoratori hanno reagito alla brutale repressione poliziesca I 90 lavoratori, soprattutto pakistani ed egiziani, dipendenti della cooperativa appaltatrice Alma Group di Peschiera Borromeo (Milano) che fornisce il servizio di facchinaggio, avevano bloccato l'uscita delle merci dai magazzini da giorni per protestare contro l'imminente licenziamento allo scadere dell'appalto, il 20 giugno prossimo. L'Alma sostiene di trovarsi nell'impossibilità di ricollocare gli "esuberi" in altre attività del gruppo e, col solito raggiro, infischiandosene del contratto nazionale e dei diritti dei lavoratori, ha passato l'appalto ad un'altra cooperativa, la Bergamaschi, che ha assunto altrettanti lavoratori a salari ancor più bassi. Gli operai denunciano che il licenziamento sarebbe avvenuto proprio per la loro "ribellione" alle "ingiuste condizioni di lavoro" alle quali sono sottoposti. La rabbia tra gli operai si è scatenata quando è sopraggiunto il pullman superscortato dalle "forze dell'ordine" con i lavoratori della Bergamaschi chiamati per sostituirli da subito. Prima si sono seduti per terra per impedire il passaggio del pullman poi, alle prime violente manganellate hanno risposto col lancio di sassi e con cartelli stradali divelti, costringendo i carabinieri alla ritirata. Dopo è stato l'inferno: le "forze dell'ordine" al servizio di Monti e Cancellieri hanno sparato lacrimogeni ad altezza d'uomo, spezzato le gambe a due lavoratori e pestato a sangue gli scioperanti, ferendone 22. Ben 16 sono stati trasportati al Pronto soccorso, dove sono finiti anche alcuni carabinieri. Altri 10 manifestanti feriti, invece, hanno rifiutato il trasporto in ospedale col timore di essere schedati e raggiunti dalla repressione. Sul posto sono intervenute 10 ambulanze, 3 automediche e un elisoccorso. Durante gli scontri un blindato dei carabinieri è stato seriamente danneggiato. Molti lavoratori, dopo le cure, sono stati portati in caserma: tra loro due delegati del Si Cobas che sono stati arrestati. Il Comitato lombardo del PMLI esprime totale solidarietà di classe agli operai aggrediti dalla brutale repressione poliziesca e padronale del regime neofascista e riconferma il suo appoggio alla loro esemplare lotta in difesa del posto di lavoro e per il miglioramento delle condizioni di lavoro; lotta che con coraggio e determinazione prosegue facendo da esempio, assieme a quella dei facchini dell'Esselunga, per tutti gli operai supersfruttati dal caporalato nella grande distribuzione capitalistica, un sistema schiavistico che trova protezione attiva da parte del governo e delle istituzioni del regime neofascista. 13 giugno 2012 |