Grandi manifestazioni promosse dalla Confederazione dei sindacati europei 400 mila lavoratori dell'Ue in piazza a Madrid, Bruxelles, Berlino e Praga per il lavoro Oltre 400 mila manifestanti hanno dato vita alle manifestazioni che si sono svolte dal 14 al 16 maggio in varie città europee promosse dalla Confederazione Europea dei Sindacati con la parola d'ordine "Lotta alla crisi, le persone, prima di tutto": erano in 200 mila il 14 maggio a Madrid, 50 mila il 15 a Bruxelles, oltre centomila a Berlino e più di 50 mila a Praga il 16 maggio. Lavoratori dei settori privati, soprattutto metalmeccanici, e pubblici, pensionati giovani, donne provenienti da molti pesi europei si sono ritrovati insieme nelle quattro capitali per il lavoro, per gridare che non possono essere loro a pagare, e a carissimo prezzo, la crisi economica scatenata dalla speculazione finanziaria e a chiedere ai governi e alla Ue interventi sostanziali per combattere la forte crescita della disoccupazione, la diffusione del precariato e della povertà, la riduzione del potere d'acquisto di salari e stipendi. Nelle piazze si è notata inoltre una massiccia presenza dei sindacati dell'Europa dell'est, dai rumeni, ai polacchi, ai bulgari, agli ungheresi e della repubblica Ceca per denunciare condizioni di vita e di lavoro ancora peggiori nei paesi più deboli dell'Europa a 27. Le manifestazioni sono state una tappa della campagna di mobilitazione lanciata in tutta Europa dai sindacati per il lavoro e salari e pensioni migliori, a sostegno di richieste specifiche quali il potenziamento dei servizi pubblici essenziali, l'annullamento delle recenti decisioni della Corte di giustizia europea a favore delle libertà di mercato e a discapito dei diritti fondamentali e degli accordi collettivi, la garanzia di uguaglianza di trattamento e di retribuzione per i lavoratori migranti, una diversa politica per la Banca centrale europea a favore della piena occupazione e non solo della stabilità dei prezzi. Nella manifestazione di Berlino i sindacati tedeschi hanno chiesto al governo della Merkel anche di cancellare la riforma che ha alzato a 67 anni l'età per la pensione. Gli interventi della Ue, pari a quasi 5 mila miliardi di dollari, finora sono finiti in gran parte per il salvataggio delle finanziarie e delle banche col risultato, denuncia la Ces, che le istituzioni creditizie e finanziarie sono ancora malaticce e forse sulla via di guarigione mentre l'economia reale sta "collassando". Le stime della Commissione europea, di recente sempre riviste al rialzo, indicano che la disoccupazione dovrebbe schizzare dal 6,6% dell'anno scorso all'8,8% nel 2009 e al 9,4% nel 2010; nei prossimi 18 mesi in Europa 8,5 milioni di lavoratori perderanno il lavoro. Per questa ragione la Ces ha indicato che la mobilitazione continuerà nelle prossime settimane, a partire dalle iniziative già in programma a Lussemburgo e in Gran Bretagna a Birmingham. 20 maggio 2009 |