Indagine della DDA di Catanzaro sul criminale sostegno ricevuto dal candidato UDC D'Ambrosio, poi eletto nel consiglio regionale del Lazio Le grinfie della 'ndrangheta e massoneria sul Lazio In una vasta operazione condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro emerge un altro torbido stretto legame tra la 'ndrangheta e le istituzioni locali in camicia nera. Dopo i gravissimi casi accertati dalla Procura prima e dal Tribunale di Milano poi in Lombardia, questa volta è la regione Lazio a vedere i riflettori puntati sul Consiglio regionale: il nome del vice presidente del Consiglio regionale del Lazio, Raffaele D'Ambrosio, è, infatti, spuntato nella carte di un'inchiesta condotta dai magistrati calabresi sull'intreccio tra 'ndrangheta, massoneria appalti e politica. Secondo quanto emerge dalle indagini che hanno portato a provvedimenti di perquisizioni e sequestri eseguiti tra Sicilia, Calabria, Lazio, Lombardia e Veneto, l'esponente dell'Udc, attualmente non indagato, secondo la ricostruzione effettuata da uno dei pm titolari dell'inchiesta, Pierpaolo Bruni, avrebbe partecipato ad almeno una cena elettorale con alcuni personaggi coinvolti, continuando i medesimi incontri anche dopo la sua elezione. La DDA di Catanzaro ipotizza che le aziende del clan Tripodi (famiglia satellite dei Mancuso di Vibo Valentia), abbiano conquistato appalti e subappalti in queste regioni, e in particolare stretto legami con politici, realizzando speculazioni edilizie, grazie a mediazioni e compiacenze con l'aiuto di esponenti noti e non della massoneria, professionisti e faccendieri che avrebbero spalancato loro le stanze del palazzo. L'indagine ha trovato il momento decisivo nel caso della Edil Sud costruzioni, una delle aziende diventata proprietaria di un immobile di via Giulia, a Roma, per un valore di 16 milioni di euro: un'operazione non molto chiara che coinvolge direttamente i messinesi Vincenzo De Maggio e Paolo Coraci, che avrebbero ricambiato i Tripodi assicurando loro l'esecuzione della ristrutturazione dello stabile capitolino. I due professionisti siciliani vengono così accusati di aver appoggiato gli affari della cosca tanto che Coraci, in particolare, era entrato in stretti rapporti con Francesco Comerci, che della Edil Sud sarebbe stato "amministratore formale, quale prestanome - scrive il pm Bruni - per conto di Nicola Tripodi". Il collegamento con l'esponente dell'UDC laziale D'Ambrosio è con Comerci e Coraci che hanno preso parte attiva alla campagna 2010 per le elezioni regionali del Lazio, Raffaele D'Ambrosio (ex Forza Italia, poi transitato nell'Mpa e infine approdato all'Udc) fu eletto con 10.534 preferenze e venne nominato vicepresidente della Pisana sotto la giunta la fascista Polverini. Nell'inchiesta, al momento non emerge se D'Ambrosio fosse o meno a conoscenza degli affari e delle intenzioni dei suoi sostenitori. Sta di fatto che l'inchiesta della DDA di Catanzaro che verrà coadiuvata con la procura di Roma, getta luce sui vergognosi e sempre più ricchi affari tra le istituzioni borghesi in camicia nera e la 'ndrangheta assassina e sanguinaria. 14 novembre 2012 |