Con il decreto sulle dosi massime tollerate La legge fascista sulla droga è una realtà 40mila consumatori rischiano il carcere Battiamoci perché venga abrogata subito! Stravolgendo le più elementari regole parlamentari e inserendola all'art. 4 del decreto sulle olimpiadi invernali, il governo Berlusconi uscente è riuscito a imporre la legge fascista Fini-Giovanardi sulle droghe (n°49). Il 28 febbraio infatti con la firma di Ciampi, Berlusconi, Pisanu e Castelli questo mostruoso provvedimento è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed è in vigore. Il maxi-articolo, di oltre 100 commi, abroga, sostituisce o modifica in senso repressivo gli articoli 2, 13 , 14, 26, 31, 34, 35, 40, 42, 45, 47, 54, 60, 65, 69, 71, 73, 75, 78, 82, 89, 90, 91, 92, 93, 94, 94-bis, 96, 97, 113, 114, 116, 117, 120, 123, 127 della legge Iervolino-Vassalli (Dpr 309/90), facendo carta straccia della schiacciante vittoria del Sì al referendum del 1993 che depenalizzò parzialmente il consumo di sostanze stupefacenti. Successivamente si è riunita una "commissione di esperti del Ministero della Salute" (dopo le dimissioni del fascista Storace diretto dal neoduce in persona), che ha lavorato per fissare il quantitativo massimo tollerabile delle sostanze "stupefacenti e psicotrope" e dei "medicinali" oltre il quale scatta la sanzione penale che va da 6 a 20 anni di carcere. Se l'Unione ha lasciato in questi mesi campo libero alla casa del fascio e ancora non si è espressa in maniera chiara sulla volontà di abrogare la legge, tantissime sono le prese di posizione in tal senso delle associazioni che si occupano di tossicodipendenza. Riccardo De Facci, responsabile nazionale tossicodipendenze di Cnca (comunità di accoglienza) e coordinatore del cartello nazionale "Non incarcerate il nostro crescere" ha affermato: "Con l'approvazione delle nuove norme in tema di droga si rischia una vera e propria emergenza: i due terzi delle 60 mila persone che ogni anno vengono segnalate alle prefetture per possesso di sostanze stupefacenti, rischiano di vedere trasformata la semplice segnalazione in un reato penale gravissimo con pene da 6 a 20 anni. Un'eventualità che riguarderà circa 40 mila persone, oltre tremila al mese". Le assurde tabelle degli "esperti" Secondo il decreto legge governativo, datato 6 aprile, il reato di spaccio e le relative pene scattano automaticamente per chi viene trovato in possesso di più di 0,9 gr del principio attivo della Ketamina, più di 0,50 grammi di THC (principio attivo dell'haschisc e della marijuana), più di 0,50 gr di amfetamina, più di 0,75 gr di cocaina, più di 0,75 gr di Mdma (Ecstacy), più di 0,35 gr di metadone, più di 0,25 gr di eroina, e morfina, più di 0,15 gr di sostanze similamfetaminiche, 0,015 gr di Lsd, 0,005 gr di Flunitrazepam. Ma come hanno fatto i gerarchi del regime a mettere nero su bianco la mostruosità politica e giuridica secondo la quale una determinata sostanza, sotto una determinata soglia serve all'uso personale e sopra non serve più a questo scopo, ma viene spacciata? Semplice, hanno stracciato il codice penale democratico-borghese fondato sull'"onere della prova", sostituendolo con quello di marca chiaramente mussoliniana secondo cui una "presunzione di reato", ossia la quantità di stupefacente posseduto da un individuo, diviene "flagranza di reato", immediatamente perseguibile. Per fare questo, senza venir tacciati di voler criminalizzare e perseguitare le larghe masse giovanili, di voler sbattere in galera le vittime della tossicodipendenza, i mastini della "tolleranza zero" hanno articolato le 2 tabelline facendo apparire la soglia un po' più alta di quella stabilita nella prima versione della legge, scrivendo ad esempio che 0,5 gr di cannabis sono contenuti in 5 gr di sostanza lorda (10%), e che 0,25 gr di eroina sono contenuti in 1,7 grammi (15%) allo stato lordo, e spingendosi fino "all'assurdo" quando, accanto alle quantità nette e lorde di ogni sostanza, stabiliscono, in base ad astrusi parametri ed oscuri "moltiplicatori", a quante assunzioni corrispondono le dosi massime stabilite: hanno calcolato, ad esempio, che i 750 mg di cocaina, contenuti in 1,6 grammi di sostanza, vengono consumati in seguito a 5 assunzioni, mentre i 500mg di cannabis, contenuti nei 5 grammi, vengono fumati in 15-20 spinelli. Agli scienziati, lacchè di quella casa del fascio che probabilmente conosce meglio di altri le modalità della narcoproduzione e del narcotraffico, sfugge forse la estrema variabilità del contenuto di principio attivo delle sostanze stupefacenti sul mercato nero? Sfugge il fatto che la quantità di principio attivo presente non può essere conosciuta né all'atto dell'acquisto da parte dei consumatori né all'atto del sequestro da parte delle "forze dell'ordine"? La maggior parte dei giovani sa bene che una cosa sono 2 grammi di canapa di bassa potenza che potrebbe contenere un 8-10% di THC, pari circa 0,20 grammi di sostanza stupefacente non perseguibile penalmente secondo la nuova legge, e una cosa sono 2 grammi di cannabis di "media-buona qualità". In questo caso se le "forze dell'ordine" sequestrano ad un giovane un grammo che contiene oltre il 25% di THC, si incorrerebbe automaticamente in sanzioni penali con la detenzione fino a 20 anni! Il medesimo discorso vale per l'eroina, la cocaina, ecc., poiché tutti sanno che la quantità di principio attivo varia moltissimo, spesso in relazione al prezzo e alle strategie di mercato delle holding mafiose. In ogni caso anche volendosi fidare della stessa tabella si finisce in galera per 3-5 dosi di droghe pesanti, 15-20 dosi di droghe leggere, il che è intollerabile e inaccettabile, è l'ennesimo gravissimo crimine commesso dal governo Berlusconi . Dal punto di vista strettamente scientifico l'assurdità della reintroduzione di una linea di demarcazione rigida, fissata per legge, tra possesso di droghe per consumo personale e possesso a fini di spaccio, appare ancora più assurda dato che la problematica della tossicodipendenza da droghe pesanti ruota con tutta evidenza attorno al fenomeno tolleranza, proprio peraltro di quasi tutte le sostanze psicoattive, che è quel fenomeno, ad esempio, che fa sì che 100 mg di eroina siano per qualcuno una dose letale e per qualcun altro neppure sufficienti ad alleviare per qualche ora la sindrome di astinenza. Una legge da aperto regime fascista Sarebbe vano continuare a provare a scorgere un briciolo di validità scientifica e di buon senso nelle tabelle sulle droghe perché in realtà esse, come l'intera legge, servono ad un altro scopo: da un lato, come peraltro hanno affermato più volte i suoi relatori, serve "ad eliminare la discrezionalità dei giudici e ad obbligarli a punire severamente i consumatori e i piccoli spacciatori", dall'altra a dare un enorme potere discrezionale, e con esso un enorme potere repressivo e ricattatorio, alle "forze dell'ordine" su strati vastissimi della popolazione, come si confà ad un vero e proprio Stato di polizia. In sostanza così come Mussolini aveva mano libera per fare arrestare i mendicanti e farli sparire dalle strade, così la casa del fascio e molti esponenti della "sinistra" del regime, vogliono rinchiudere i giovani e i tossicodipendenti senza che abbiano commesso alcun reato, per "rieducarli", col bastone, ai "valori" del ventennio, così come hanno fatto per gli immigrati rinchiusi nei campi lager, uno dei quali è diretto proprio dal fratello del boia Giovanardi. Del resto, chi può credere alle parole dei gerarchi del regime quando affermano che il loro scopo non è la repressione dei giovani e dei consumatori, bensì la premura che "non si facciano del male" e la "lotta allo spaccio", quando sono stati proprio loro ad avere legalizzato il falso in bilancio, fatto rientrare i capitali sporchi esportati illegalmente, legalizzato ogni tipo di crimine finanziario, e favorito mafiosi e criminali d'ogni tipo? Una legge razzista, illegale e incostituzionale Dal punto di vista politico e giuridico si tratta dell'ennesimo golpe costituzionale, di una norma illegale e incostituzionale sotto diversi profili. Innanzitutto perché viola l'art. 3 della Costituzione, secondo cui la persona che usa sostanze psicoattive ha pari dignità sociale rispetto a ogni altro cittadino ed è titolare degli stessi diritti di cittadinanza, a prescindere dalle proprie condizioni di uso/abuso/dipendenza da qualunque tipologia di sostanza. Suo diritto fondamentale, pertanto, è quello di non subire discriminazioni di alcun genere. In secondo luogo perché ignora la schiacciante vittoria del referendum del 1993 che aveva depenalizzato il consumo e stabilito che il principio scientifico-giuridico per stabilire la differenza tra spaccio e consumo poggiava proprio sulla discrezionalità del giudice, che doveva valutare caso per caso e condannare per spaccio solo in caso di prove inoppugnabili, supportate al massimo da procedure peritali cliniche, giammai merceologiche. Se la soglia è stabilita per legge la magistratura, che peraltro sarà sommersa e paralizzata da pratiche sull'argomento, non potrà che condannare. Ci sarà un lucroso business per le comunità carcere private e per gli avvocati dei clienti ricchi perché è demandato a loro l'onere di dimostrare la non colpevolezza del proprio assistito e la sussistenza di requisiti per le pene alternative, mentre prima l'onere di dimostrare la colpevolezza dell'indagato spettava alla pubblica accusa (inversione dell'onere della prova). I più poveri e indifesi, in primo luogo i senza fissa dimora, gli immigrati e i disoccupati, per molti anni non vedranno la luce! Una legge per la mafia Insomma questa legge è il frutto avvelenato del patto tra fascismo e mafia poiché mettendo sullo stesso piano le droghe quasi innocue e le droghe dannose per la salute, criminalizzando i Sert e l'uso del metadone (se ne possono detenere max 350 mg), si spingono infatti le organizzazioni criminali a produrre e trafficare in droghe pesanti e migliaia di giovani a consumarle. Si spingono i mercanti di morte ad arruolare pony espress per la consegna giornaliera porta a porta, spingendo così sadicamente i giovani a passare dalle prime alle seconde, creando artificialmente un fenomeno, invocato dai proibizionisti, ma che nessuno finora era riuscito a dimostrare statisticamente. Visto poi che tra tutte le sostanze quella in cui la soglia tra consumo e spaccio è più alta è la cocaina, lo scopo del governo sembra essere proprio quello di spingere la mafia ad orientare la produzione e la vendita sulla cocaina a basso costo, con tutte le conseguenze sulla salute dei consumatori che si possono immaginare. Non bisogna allora aspettare oltre, ma scendere prontamente in piazza, uniti, assediare Palazzo Chigi, Palazzo Madama e Montecitorio per ottenerne l'abrogazione immediata da parte dei nuovi governo e parlamento. 10 maggio 2006 |