A un anno dal terremoto in Emilia Letta contestato a Mirandola Dal nostro corrispondente dell'Emilia-Romagna L'ennesima passerella sui luoghi colpiti dal terremoto in Emilia un anno fa ha generato l'ennesima contestazione alle istituzioni borghesi che si riempiono la bocca di promesse ma nei fatti dimostrano disinteresse per le popolazioni colpite. L'anno scorso i fischi avevano avuto come obiettivo il governo Monti, quest'anno sono stati indirizzati al presidente del Consiglio Letta e al presidente dell'Emilia-Romagna Vasco Errani che il 30 maggio si sono recati in varie zone del "cratere" tra le quali l'area industriale di Mirandola, nel modenese, dove ad attenderli vi era un nutrito gruppo di abitanti guidati dall'Associazione Sisma 12 che con cartelli e slogan hanno contestato, in particolare, il mancato arrivo dei fondi promessi per la ricostruzione. "Dicono che qui va tutto bene", hanno denunciato i manifestanti "che la ricostruzione è già iniziata, ma non è vero". "La verità è che chi aveva qualche soldo ha ricostruito .... ma chi non ne aveva è ancora fermo. Quello che chiediamo è un indennizzo certo, non un rimborso precario reso difficoltoso dalla burocrazia". Il riferimento è alla cosiddetta cambiale Errani per la quale i "contributi sono in realtà contratti di finanziamento in credito d'imposta secondo la convenzione stipulata nel 2012 con l'Abi e la Cassa depositi prestiti quando ancora c'era Monti al governo, il flusso di denaro va dallo Stato alle banche, che poi lo girano alle imprese. Il problema è che la convenzione dice anche che, se cambia il quadro normativo entro 25 anni o se i fondi si esauriscono, cosa tra l'altro possibile, o non bastano, la banca può rivalersi sul terremotato. Perché è lui il committente dei lavori di ricostruzione". Il motivato timore è che in questi 25 anni la Regione possa, come prevede la legge, iscrivere su cartella di Equitalia il debito del terremotato, che nella maggior parte dei casi non avrebbe il denaro per pagare l'eventuale somma mancante. Se, come continua a "garantire" Errani "il rimborso al 100% ci sarà per tutti e che non ci saranno problemi", allora perché viene prevista, e non ancora eliminata la possibilità di rivalsa delle banche che getta nella precarietà e nell'incertezza chiunque proceda alla ricostruzione? Non sono bastate le rassicurazioni di Letta ed Errani che spergiuravano che "la ricostruzione è un diritto, su questo ci mettiamo la faccia"; di promesse i terremotati di oggi e di ieri ne hanno sentite tante, ma di fatti ne hanno visti pochi: "Devono cambiare la legge, devono inserirlo nel decreto che sta discutendo il Senato". 5 giugno 2013 |