Lo denunciano le associazioni dei consumatori Libri e accessori scolastici alle stelle Aumenti fino all'11%. Il caro-scuola sfora i tetti di legge La "maglia nera" a Napoli Sulle famiglie che hanno figli in età scolare puntuale anche quest'anno si è abbattuta la scandalosa stangata del "caro-scuola". Si tratta di un vero e proprio salasso e di fatto un attacco al diritto allo studio. A lanciare l'allarme le associazioni dei consumatori che hanno calcolato che per mandare un figlio a scuola ogni famiglia dovrà sborsare circa 700 euro, 40 euro in più sul 2006, pari a un aumento del 5,7%. Sotto accusa gli ingiustificati aumenti dei libri di testo. Aumenti che, per le scuole medie inferiori secondo Federconsumatori si aggirano attorno al 5%, e che, secondo l'Adoc, arrivano addirittura al 12% per i testi adottati nelle scuole secondarie superiori (istituti tecnici, professionali e licei). Aumenti che ora sono finiti anche nel mirino dell'antitrust per verificare se ci sia stato un accordo di cartello tra le case editrici per mantenere alti i prezzi dei libri scolastici, e alimentare un mercato che coinvolge le famiglie di oltre 6 milioni e 700 mila alunni e muove un giro di affari che sfiora il miliardo di euro. E sempre per l'esorbitante spesa per i libri di testo sul banco degli imputati sono finite anche le scuole. Infatti, nonostante che quest'anno una direttiva del ministero dell'istruzione abbia stabilito i tetti di spesa per i libri per le scuole elementari e medie, un'indagine di Altroconsumo denuncia come tali tetti vengono snobbati e sforati in moltissime scuole. L'inchiesta condotta in 355 prime medie inferiori di Milano, Roma e Napoli ha evidenziato che nel 44% delle classi il tetto dei 280 euro (che diventano 108 euro per le seconde classi e 124 per le terze classi) fissato dal ministero con Decreto n° 45 del 22/05/2007 è stato sforato, toccando un massimo di 394 euro a Napoli (quasi 120 euro in più), 334 euro a Roma e 316 a Milano. E tali cifre tengono conto solo dei prezzi dei libri adottati e non la spesa dei dizionari e dei testi "consigliati" per i quali non è previsto l'acquisto. E sempre a Napoli, oltre al record dello sforamento della spesa, spetta anche quello delle classi, dove sono ben il 65% quelle in cui il tetto viene superato. Se poi si prendono in esame i costi per i libri per le scuole secondarie superiori, dove non esiste neppure un limite massimo stabilito per legge ma solo tetti di spesa "consigliati" stabiliti dai consigli di istituto e da talune regioni e province e dunque non vincolanti, per le famiglie è una vero e proprio salasso. Basta dire che le famiglie che hanno ragazzi iscritti nei licei classici dovranno spendere in media 432 euro, ma che possono diventare anche 724 euro per mandarli in un dato liceo di Milano o 694 euro in uno di Palermo. Alla stangata dei libri poi si aggiunge quella sul materiale scolastico di corredo (zaini, quaderni, astucci, diari, matite, ecc.), per il quale ogni famiglia dovrà spendere mediamente attorno ai 377 euro, con un aumento del +7,2% rispetto al 2006, e che per alcuni articoli ha toccato anche l'11%. Contro il caro-libri è intervenuta l'Unione degli Studenti che ha rilanciato la proposta del comodato d'uso dei libri scolastici a tutti gli studenti e per tutto il corso della loro formazione. Il caro-libri, avverte l'Uds, rientra in un quadro più ampio di carenza di un adeguato sostegno economico da parte dello Stato per coloro che si formano a tutti i livelli, che è causa anche della dispersione scolastica e quindi chiedono al governo Prodi che nella prossima Finanziaria si impegni per "un investimento forte in formazione e ricerca ed il diritto per lo studente di ricevere un reddito di formazione che gli permetta di emanciparsi dalla condizione economico-sociale della famiglia di provenienza". Inoltre ha annunciato che ad ottobre scenderà in piazza "per ricordare al ministro Fioroni i tanti impegni che non ha rispettato". La proposta del PMLI alle studentesse e gli studenti è invece quella di lottare per la scuola pubblica, gratuita e governata dalle studentesse e dagli studenti. Perché gli studenti sono i veri e principali protagonisti della vita scolastica, le scuole non possono che appartenere loro ed essi le devono governare in nome e per conto delle masse popolari. 29 agosto 2007 |