Nel suo ultimo libro biografico-testamento Anche il papa nero equipara il nazismo al comunismo per salvare il capitalismo di Nadia - Rufina (Firenze) Al coro ossessivo che da tempo intona l'inno funebre del comunismo si aggiunge adesso anche la voce del papa nero Karol Wojtyla, con la recente pubblicazione del suo libro biografico-testamento "Memoria ed identità". La Chiesa, che a parole si schiera con i poveri, gli emarginati, i diseredati, i deboli, nei fatti poi si è sempre schierata, lo insegna la storia, con il potere. Essa ha tuttavia bisogno per essere più credibile di rivestire le proprie tesi reazionarie di un involucro filosofico. Ecco che a tal fine, come disse di lui una sua ex allieva, suor Sofia Zdybicka: "Occorreva alla Chiesa un papa filosofo, ed è venuto Wojtyla". E qual è lo scopo di questa sua "filosofia"? Essa serve a dare una giustificazione ideologica all'operazione di revisionismo storico, attualmente in corso a tutti i livelli, dell'equiparazione del comunismo al nazismo, definiti in ugual misura come il male della storia. Da scaltro qual è, tuttavia Wojtyla sa di non poter scrivere l'equazione comunismo uguale nazismo tout-court, alla quale arriva comunque anche se per vie un po' più tortuose. Nelle anticipazioni del suo libro pubblicate alcuni mesi fa, se egli aveva dato un giudizio che aveva suscitato interrogativi e perplessità definendo il nazismo come pura "bestialità" (quindi male assoluto), aveva d'altro canto giudicato il comunismo come "male necessario". Sembrava quindi che egli attribuisse una diversa connotazione di "male" tra le due ideologie. è evidente che Wojtyla si rende conto che il capitalismo per la sua natura selvaggia e la sua tirannica oppressione delle masse popolari non può che generare prima o poi nelle classi subalterne la ribellione; quindi il desiderio di emancipazione e di liberazione dal capitalismo non può che trarre linfa vitale dall'ideologia comunista che diventa l'arma ideologica del proletariato. Perciò, anche per far mostra di non giustificare l'efferratezza che ebbe il capitalismo ai suoi albori, accenna un suo giudizio storico di "comprensione" per il pensiero del primo Marx: "Il capitalismo agli inizi della rivoluzione industriale - dice infatti Wojtyla - mortificava in vario modo la libertà, l'uguaglianza e la fratellanza, consentendo lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo in ossequio alle leggi del mercato". Tuttavia è chiaro che per lui questa "comprensione" è rivolta ad un passato ormai lontanissimo che non ha più nessun aggancio col presente, come se oggi il capitalismo avesse perso la sua natura rapace e sfruttatrice e si fosse felicemente "umanizzato". In realtà ciò che a Wojtyla preme liquidare definitivamente, assimilandolo al male della Storia, è il comunismo inteso come dittatura del proletariato, cioè il socialismo che ha avuto i suoi più fulgidi esempi di realizzazione nella gloriosa Unione Sovietica di Lenin e Stalin e nella Cina rossa di Mao. E poiché si rende conto che l'ideologia comunista non è stata completamente abbandonata e dimenticata tra le masse sfruttate e oppresse di tutto il mondo, al fine di ottenere la completa cancellazione dell'idea stessa di comunismo occorre infangare il più possibile queste esperienze storiche. A questo scopo Wojtyla falsifica la storia con l'equazione che il comunismo è uguale al nazismo. Egli sostiene infatti: "Se l'uomo può decidere da solo, senza Dio, ciò che è buono e ciò che è cattivo, egli può anche disporre che un gruppo di uomini debba essere annientato. Decisioni di questo genere furono prese ad esempio, nel terzo Reich da persone che avendo raggiunto il potere per vie democratiche, se ne servirono per porre in atto i perversi programmi dell'ideologia nazionalsocialista, che si ispirava a presupposti razzisti. Analoghe decisioni furono prese anche dal partito comunista in Unione Sovietica o nei paesi soggetti all'ideologia marxista. In questo contesto fu perpetrato lo sterminio degli ebrei, e anche di altri gruppi, come delle etnie Rom, dei contadini in Ucraina, del clero ortodosso e cattolico in Russia, in Bielorussia e oltre gli Urali. Analogamente furono perseguitate tutte le persone scomode al regime: per esempio gli ex combattenti del settembre 1939, i soldati dell'Armata nazionale in Polonia dopo la seconda guerra mondiale, gli esponenti dell'intellighenzia che non condividevano l'ideologia marxista o nazista."... Ecco qui l'operazione fraudolenta di Wojtyla: equipara i crimini di proporzioni colossali e storicamente accertati, perpetrati dai nazisti quali l'invasione di nazioni al solo scopo della predazione, deportazioni, genocidi, fucilazioni di massa, campi di sterminio, forni crematori e atrocità di ogni genere, (dimenticando come al solito che fu l'Unione Sovietica di Stalin con circa 20 milioni di morti la principale artefice della sconfitta del nazismo), con presunti crimini del comunismo, mai provati, mai verificati, ma continuamente strombazzati dalla propaganda mediatica e dai suoi servi sia di destra che di "sinistra" che siedono sulle più importanti poltrone televisive e giornalistiche. Che assurdità! E non contento di questa operazione il papa nero, già che c'è, visto che anche quello dell'aborto è un suo chiodo fisso, si spinge a sostenere che lo "sterminio legale" degli esseri umani, concepiti e mai nati permane, dopo la caduta dei regimi del "male", in quanto in diversi paesi esiste la possibilità di abortire legalmente. è il colmo! Invece di ingerirsi nelle legislazioni civili degli Stati, Wojtyla dovrebbe invece condannare realmente e decisamente la guerra in Iraq e chi l'ha scatenata, cioè il nuovo Hitler della Casa bianca, che sotto le vesti "moderne" di un criminale e far-neticante predicatore sta esportando il nuovo nazismo, camuffato da "democrazia" ma sostanzialmente identico in quanto a obiettivi e atrocità a quello del secolo scorso. Ma il papa nero si è ben guardato dal condannare Bush e i suoi alleati Blair e Berlusconi e chiedere il ritiro degli aggressori imperialisti dall'Iraq, e ciò dimostra che la sua condanna del nazismo è solo pretestuosa e strumentale, e volta, attraverso una falsa e assurda equiparazione, a colpire il solo vero obiettivo che gli preme screditare e condannare: il comunismo. 9 marzo 2005 |