Alle europee nel collegio Isole Ben 14 liste e 112 candidati La Borsellino col Pd. in Sicilia e Sardegna il pdl capeggiato dal neoduce Berlusconi. In corsa il governatore della Sicilia, Lombardo (Mpa), che azzera la giunta come mossa elettorale Dal nostro corrispondente della Sicilia La liste presentate nel collegio Sicilia-Sardegna sono ben 14 per un totale di 112 candidati in corsa per una poltrona a Strasburgo. Il consolidato astensionismo di sinistra che si riscontra ormai da varie tornate elettorali nelle regioni del Sud ha avuto un peso notevole nel determinare i giochi delle candidature. Basti citare il caso della Borsellino. Nelle regionali del 2008, la Sinistra arcobaleno, grazie alla perdita di circa 100.000 voti non consentì alla sua candidata alla presidenza, Rita Borsellino appunto, neanche l'ingresso in parlamento. Il sopravvalutato simbolo della lotta antimafia in Sicilia (ricordiamo tra tutte le sue prodezze quella di essersi lasciata strumentalizzare da Cuffaro, accettando dalle mani del governatore filomafioso l'incarico di presidente del parlamento regionale), ha accettato la candidatura nel PD come capolista per questa tornata. Sottolinea in una lettera aperta ai siciliani e ai sardi: "La necessità assoluta di creare e di alimentare una forza alternativa al regime nel quale di fatto già viviamo... mi ha portato ad individuare nel Partito Democratico il soggetto più adatto per attuare questo progetto". Infatti, si è proprio visto come il PD sia una "forza alternativa" al regime del neoduce al quale sta dando un appoggio consistente su tutti i fronti. È chiaro che alla Borsellino interessa soltanto superare la soglia del 4% che PRC e PdCI non le garantiscono. Peraltro dopo l'azzeramento della giunta siciliana decretato il 25 maggio dal governatore Raffaele Lombardo (MpA), e dopo l'invito da lui rivolto anche al PD ad entrare nella nuova giunta, i siciliani rischiano, come si denuncia da più parti, di ritrovarsi esponenti di spicco delle liste del PD nel prossimo governo di "centro-destra". Si vocifera della possibilità della Borsellino di accettare un incarico, mentre il sindaco di Gela, Rosario Crocetta, ex-PdCI, ingrassatosi politicamente con un'antimafia di facciata e adesso candidato nelle liste del PD, si è esplicitamente dichiarato disponibile ad entrare nel governo di Lombardo. In Sinistra e libertà, nella circoscrizione Isole, come in quella Italia meridionale è capolista Nichi Vendola. Si tratta della prima uscita elettorale della nuova formazione e le masse meridionali avranno la possibilità di dire la propria sull'arrogante, clerico-trotzkista e incapace governatore della Puglia. Quest'ultima, sotto l'amministrazione Vendola continua a risultare tra le regioni a maggior tasso di disoccupazione in Italia, attanagliata dalla criminalità, dal problema del lavoro nero e schiavistico. Pochissime possibilità ha la lista PRC-PdCI, aperta da Margherita Hack. Sia per l'elevato astensionismo della base di sinistra, sia perché in essa mancano, di fatto, i nomi di "spicco", che hanno preferito optare per collegi meno astensionisti. In Sicilia e Sardegna, come capolista del PCL ritroviamo l'imbroglione trotzkista Marco Ferrando, che tenterà nuovamente di pescare nel bacino dell'astensionismo di sinistra, nonostante alle scorse elezioni regionali abbia raggiunto scarsi risultati. Se in tutte le circoscrizioni Di Pietro è capolista dell'IdV, in Sicilia e Sardegna il primo posto viene lasciato al riciclato Leoluca Orlando, ex-neopodestà di Palermo, più volte sonoramente bocciato dall'elettorato antimafioso siciliano. Ha fatto clamore in questi giorni l'azzeramento della giunta regionale siciliana da parte di Lombardo. I maggiori partiti del "centro-destra" avevano puntato la carta degli assessorati regionali clientelari, ben cinque erano gli assessori del governo in corsa per le europee, fin quando l'azzeramento della giunta, deciso unilateralmente dal governatore ha rimescolato le carte. Si tratterebbe di una manovra elettorale, che mira alla redistribuzione degli assessorati clientelari e dietro la quale ci sarebbe la necessità dell'MpA di superare lo sbarramento del 4%. Di fatto il partito di Lombardo poteva disporre in questa tornata elettorale di appena un assessore candidato, Roberto di Mauro, che era preposto alla Cooperazione, un assessorato tra i meno "pesanti". Per l'MpA questa tornata elettorale è importantissima, dal momento che il governatore in persona si è candidato alle europee. Se dovesse essere trombato potrebbero prendere forza le ipotesi di dimissioni di Lombardo e quindi di voto anticipato in Sicilia sostenute da alcuni settori del Pdl. Quest'ultimo partito prima dell'azzeramento della giunta aveva puntato la carta di candidare Giovanni La Via, con la delega all'Agricoltura e Foreste, e Michele Cimino, assessore al bilancio. Si trattava di due assessorati molto "pesanti" con cui il neoduce Berlusconi, capolista per la Sicilia e la Sardegna, pensava di fare incetta di voti. Nella lista dell'UdC, corrono Giuseppe Gianni, ex-assessore regionale all'Industria, e Antonello Antinoro, che ha appena perso la delega ai beni culturali. Una citazione particolare va fatta per Antinoro, che detiene il record di voti alle regionali del 2008 e sul quale è stata aperta una inchiesta per voto di scambio. Da intercettazioni risulterebbe che l'assessore avrebbe acquistato pacchetti voto, per un totale che va dai 6.000 agli 8.000, a cinquanta euro cadauno. 27 maggio 2009 |