Lobby in parlamento Senatori e deputati a libro paga delle multinazionali Tariffe mensili variabili da mille a cinquemila euro Lo ha denunciato un assistente parlamentare rimasto anonimo durante la trasmissione de "Le iene" del 19 maggio: "Ci sono le multinazionali che ogni mese per mezzo di un loro rappresentante fanno il giro dei palazzi, sia al Senato che Camera: incontrano noi assistenti e ci consegnano dei soldi da dare ai rispettivi senatori e onorevoli". L'obiettivo della mazzetta è di ungere gli ingranaggi istituzionali nei palazzi dove si prendono le decisioni per far sì che i parlamentari "votino a favore della categoria che paga". Il mercimonio denunciato dall'anonimo portaborse riguarda sicuramente due multinazionali, una del settore dei tabacchi e un'altra nel settore dei videogiochi e slot machine, e almeno due gruppi di parlamentari formati "sia da uomini del centro-sinistra che da uomini del centro-destra", facenti capo, sempre secondo la denuncia, ad ex-ministri del "centro-sinistra". E la compravendita di voti parlamentari avrebbe un preciso listino prezzi. La tariffa andrebbe dai 1.000 euro ai 5.000 al mese, se il parlamentare è influente e può fornire prestazioni d'alto livello a favore della lobby che lo compra. La consegna della mazzetta avviene secondo un preciso sistema: "quando arriva il rappresentante delle lobby, di solito fa uno squillo in segreteria, noi scendiamo, andiamo in un bar e lì avviene lo scambio. Mi dà la busta, noi la prendiamo e ci salutiamo e ce ne andiamo". Gli assistenti parlamentari sono l'ultimo anello di una catena truffaldina in cui i parlamentari fanno a gara per entrare nelle commissioni giuste al fine di accelerare gli iter legislativi e quindi nella lista paga delle multinazionali. D'altro canto le lobby individuano i parlamentari per tipologia di incarichi che fanno al caso loro. In taluni casi, i contatti tra azienda e parlamentare avvengono prima delle elezioni. L'eletto si impegna ad andare nelle commissioni utili ad accelerare l'iter di alcune proposte di legge. Il presidente del Senato Pietro Grasso, PD, si è limitato ad affermare che tale "comportamento, se provato, sarebbe gravissimo", ma ha aggiunto che la natura di denuncia, anonima nella fonte e nei destinatari, rende difficile procedere all'accertamento della verità giudiziaria se chi ha parlato anonimamente non presenta "regolare denuncia alla Procura". Grasso con un atteggiamento opportunistico, pretestuoso e pilatesco si nasconde dietro la mancanza di una denuncia penale, ben sapendo che è ben difficile che un assistente parlamentare precario, pagato in nero 800 euro al mese, possa mettersi contro il parlamento. Al di là dell'accertamento del reato penale da parte delle Procure che auspichiamo aprano un'indagine, intanto esiste una pesantissima denuncia sull'azione illegale di parlamentari dell'assemblea che Grasso presiede. Perché la terza carica dello Stato borghese non avvia un'inchiesta parlamentare finalizzata ad accertare nomi e fatti per poi eventualmente procedere con una denuncia giudiziaria? Il suo proclamato impegno ad inserire nel DDL "Disposizioni in materia di corruzione, voto scambio, falso in bilancio e riciclaggio" da lui depositato all'inizio della legislatura depositando, "un reato specifico per il traffico di influenze illecite nell'attività parlamentare che renda più facile punire i comportamenti denunciati dal servizio televisivo" è dilatorio. Poi come si può pensare che i corrotti e i ladroni parlamentari intervengano concretamente sul piano legislativo per impedire a se stessi di rubare e intascare mazzette? La concussione, la corruzione, il ladrocinio sistematico non sono "anomalie", ma la regola senza la quale l'economia capitalistica e la sua macchina statale non potrebbero funzionare. Per cui il ladrocinio dentro le istituzioni borghesi non può aver fine né essere tamponato nel sistema capitalistico, checché ne dica Grasso. Del resto il governo Letta-Berlusconi, fondato sull'alleanza tra il PDL, che ha addirittura teorizzato la necessità della mazzetta, erigendo, favorendo e diffondendo la corruzione a sistema di governo ad ogni livello, e il PD che è ideologicamente prono e a tutti i livelli partecipa al sistema di corruzione neofascista ricevendone benefici economici e politici, non ha alcuna volontà politica di intraprendere la lotta alla corruzione Solo con l'abbattimento del capitalismo e l'instaurazione del socialismo potrà diventare effettiva e cominciare a essere vinta una vera battaglia per estirpare per sempre la corruzione dalla società e dalle istituzioni. 29 maggio 2013 |