Per corruzione Il lodo Alfano salva Berlusconi dalla condanna Il neoduce è accusato di aver corrotto Mills, che è stato condannato a 4 anni e mezzo Il 17 febbraio l'avvocato inglese David Mills, testimone nei processi per le tangenti alla All-Iberian e alla Guardia di Finanza che, tra gli altri, vedevano sul banco degli imputati il neoduce Berlusconi, è stato condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza dal Tribunale di Milano. È stato inoltre interdetto per 5 anni dai pubblici uffici e dovrà risarcire la Presidenza del Consiglio, (ossia proprio l'ex coimputato Silvio Berlusconi) costituitasi parte civile, con 250.000 euro. La notizia, gravissima, è stata quasi unanimemente oscurata dai mass media di regime e dalla "sinistra" del regime neofascista che si sono guardati bene dal chiedere almeno le dimissioni di Berlusconi e hanno invece preferito sorvolare sull'argomento per non creare ulteriore imbarazzo al nuovo Mussolini che siede a Palazzo Chigi. Un atteggiamento connivente che la dice lunga sul grado di servilismo a cui è giunto il Pd, la tanto sbandierata "libertà d'informazione" borghese e l'altrettanto sbandierata indipendenza del potere giudiziario nella terza repubblica neofascista. Il 18 luglio 2004 Mills aveva confessato ai Pm di Milano De Pasquale e Robledo di aver ricevuto tangenti pari a circa 600.000 dollari ("nella disponibilità" dal 2000) dallo stesso Berlusconi, tramite il gruppo Fininvest e dall'allora dirigente Carlo Bernasconi. Per questo motivo Berlusconi risulta coimputato nello stesso processo, partito proprio grazie alle dichiarazioni di Mills. Tuttavia la sua posizione è stata stralciata in seguito all'approvazione nel luglio scorso del cosiddetto "Lodo Alfano" che garantisce l'immunità delle quattro più alte cariche dello Stato Italiano nel corso del loro mandato. In sostanza anche di fronte a una sentenza che attesta che Berlusconi ha corrotto il legale inglese perché testimoniasse il falso in due processi: quello per le tangenti alla Guardia di finanza (il cavaliere fu prima condannato e poi assolto per insufficienza di prove) e il falso in bilancio con All Iberian (assolto perché, dopo le modifiche volute dal governo, il fatto non era più reato); e nonostante la prova provata che Berlusconi ha pagato questi favori con seicentomila dollari spalmati su diversi conti correnti, tutti nella disponibilità di Mills, il nuovo Mussolini non può essere processato. Egli può dormire fra due guanciali: il primo è, ovviamente, il "Lodo Alfano" che l'ha salvato dal giudizio dalla scorsa estate e continuerà a bloccare il processo almeno fino a quando, il prossimo autunno, la corte costituzionale deciderà se la norma è legittima oppure no; il secondo è contenuto nella nuova legge sulle intercettazioni, in discussione alla Camera, e nella riforma del processo penale licenziata da palazzo Chigi poche settimane fa. Il collegio che dovesse giudicare Berlusconi non potrà acquisire la sentenza che il presidente del Tribunale di Milano Nicoletta Gandus scriverà nel dettaglio nei prossimi novanta giorni, anche se il premier è accusato di un reato a "concorso necessario". Insomma, siamo al paradosso: esiste certamente un corrotto, Mills, ma non esiste il corruttore Berlusconi. 25 febbraio 2009 |