La Lombardia ha il primato dei suicidi dovuti alla crisi capitalistica Dal nostro corrispondente della Lombardia Dopo oltre 4 anni di crisi capitalistica, i segni iniziano a farsi tangibili sulla pelle delle masse lavoratrici e popolari e oltre a far esplodere innumerevoli situazioni di povertà ed indigenza, portano alla ribalta ormai ogni giorno casi di disperazione che spingono al gesto estremo del suicidio. È quanto emerge dal rapporto dell'Eures. A livello nazionale sono stati 362 i suicidi dei disoccupati nel 2010 (5 casi in più del 2009, ma negli anni precedenti la crisi rimaneva intorno ai 200 casi) mentre l'aumento dei suicidi dei disoccupati tra il 2008 e il 2010 è al 39,2% del totale, salendo al 44,7% tra quanti hanno perduto il lavoro. Tra le regioni è la Lombardia la prima con 496 casi in tutto, +3% rispetto al 2009. Oltre la metà dei suicidi italiani, secondo lo studio, si verificano nelle regioni del Nord Italia con al secondo posto della triste classifica il Veneto con 320 casi pari al 10,5% del totale (in crescita del 16,4% rispetto al 2009) mentre al terzo posto vi è l'Emilia-Romagna con 278 casi pari a un più 9,1%. Sono in aumento anche i suicidi dei piccoli imprenditori, degli artigiani e dei commercianti in difficoltà a rispettare le scadenze di pagamento, ma secondo la ricerca il fenomeno riguarda soprattutto coloro che hanno perso il lavoro e chi è alla ricerca del primo impiego, impresa assai ardua di questi tempi. Tra le fasce di età particolarmente colpite dai suicidi vi è quella tra i 45 e i 64 anni (i cosiddetti esodati) che hanno perso il lavoro ma non hanno raggiunto i requisiti per la pensione. Tutto ciò evidenzia il fallimento assoluto del sistema capitalistico riproponendo con forza l'esigenza di far affermare una nuova società che non può che essere quella socialista! 9 maggio 2012 |