Lombardo ter Il PD appoggia il nuovo governo siciliano dell'imbroglione e falso meridionalista Lombardo Fuori gli uomini di Schifani e Alfano, il governo è formato da MPA, uomini di Micciché e "tecnici" legati al PD Dal nostro corrispondente della Sicilia Ha avuto vita breve il Lombardo bis, nato a giugno 2009 e arenatosi dopo appena quattro mesi. A mandare in frantumi la maggioranza che comprendeva l'Mpa e le due anime del Pdl siciliano, quella legata ai capibastone Alfano e Schifani e quella legata al caudillo Micciché, e che ha governato per quattro mesi, è stata la bocciatura al parlamento siciliano del Documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef) 2010-2013, esitato dal governo nell'agosto del 2009. Contro Lombardo ha votato uno schieramento trasversale, composto dai deputati del Pdl legati ad Alfano e Schifani, l'Udc, il PD ed altri partiti della minoranza parlamentare. La sonora bocciatura con 41 voti contrari e 28 voti a favore, era il requiem politico del governo Lombardo dal quale ci si aspettava la presa d'atto dell'ingovernabilità e le dimissioni. Ma la lobby politico-economica legata al governatore ha deciso di continuare ad occupare la regione fino a quando un fatto politico eclatante è intervenuto a ridare vita ad un governo ormai al capolinea. Ma andiamo per ordine. Lobby e inciuci All'origine della faida in seno al "centro-destra" siciliano, vi è l'inarrestabile scalata di Lombardo a tutti i gangli del potere borghese isolano. In perfetto stile da padrino, il governatore ha fatto fuori dalle poltrone che contano tutti i picciotti della politica borghese nell'isola legati a Cuffaro, Alfano, Schifani. L'ex-governatore dell'Udc, uno dei principali artefici del siluramento di Lombardo, pochi giorni dopo l'operazione rivelava le vere motivazioni della fulminea azione: "Su dieci Istituti autonomi per le case popolari - afferma Cuffaro - ben 9 sono commissariati. Piuttosto che procedere alle nomine dei consigli di amministrazione, il presidente Lombardo preferisce proseguire con questo regime di 'amministrazione controllata' dai suoi uomini. Su 17 manager delle aziende sanitarie e ospedaliere siciliane, 13 sono facilmente attribuibili per vicinanza politico-partitica al duo Massimo Russo, assessore alla Sanità, e Raffaele Lombardo, stesso discorso per i 34 direttori amministrativi e sanitari. Per completare l'opera nella loro riforma della sanità Lombardo e Russo hanno poi decuplicato i dirigenti amministrativi che fra l'altro sono diventati addirittura 53, e anche questi per il 70 per cento riferibili direttamente o indirettamente a loro". Altre cause dal peso milionario all'origine dello scontro tra lobby economico-politiche in declino e lobby in ascesa risiedono negli interessi per la gestione del piano rifiuti, delle società a partecipazione regionale, dei parchi naturali, dei consorzi di bonifica. Lombardo, andando avanti come un panzer non si è peritato di imporre anche un Dpef che prevede il blocco delle assunzioni dei dipendenti regionali, un fatto gravissimo politicamente dal nostro punto di vista in quanto va a colpire i precari siciliani, ma che dal punto di vista dei capibastone del Pdl aveva il difetto di far fuori importanti centri di gestione clientelare del voto. E il fatto che il Dpef sia stato approvato ad agosto dal governo e bocciato a dicembre in parlamento da una parte dello stesso schieramento che lo aveva approvato mostra che non era più possibile alcuna sintesi di interessi tra gli sciacalli della maggioranza. Un fatto politico eclatante doveva intervenire altrimenti il governo antipopolare e dal piglio fascista dell'imbroglione e falso meridionalista Lombardo sarebbe andato a casa pochi giorni dopo la bocciatura. Che questo fatto eclatante ci sarebbe stato e il governatore poteva salvarsi lo preannunciavano le dichiarazioni di alcuni esponenti del PD: "Se Lombardo cambia rotta, il PD non può voltare le spalle", affermava nel pieno delle frenetiche consultazioni il senatore Giuseppe Lumia. Consultazioni che sono durate quasi due mesi, durante i quali si è andato delineando l'inciucio. Da un lato però Lombardo non ha dato alcun indizio di voler cambiare rotta, dall'altro il PD nella fregola di avere qualche posticino di governo ha coscientemente e deliberatamente svenduto l'appoggio a Lombardo con un'operazione che rimarrà negli annali dei tradimenti del PD ai danni delle masse popolari siciliane. E poco importa che questa squallida operazione sia definita "appoggio esterno": la sostanza non cambia. Il Lombardo ter Raggiunta l'alleanza con il PD, Lombardo è stato in grado di dare vita al suo terzo governo. Niente di nuovo, a parte il fatto che escono gli uomini di Alfano e Schifani per far posto a quelli di Bersani. Tutti confermati, infatti, a parte le due new-entry i cosiddetti "tecnici" del PD: l'assessorato alla sanità rimane all'Mpa, con Massimo Russo, già assessore con la stessa delega nel Lombardo-bis. Caterina Chinnici, legata all'Mpa, viene riconfermata all'assessorato alle autonomie locali e funzione pubblica, ma perde la delega alla famiglia. L'imprenditore Marco Venturi, anch'egli legato a Lombardo, rimane all'assessorato alle attività produttive. Con questa mossa, si conferma un ruolo politico primario della Confindustria a fianco del governo. Gaetano Armao, altro lombardiano, rimane nel governo, ma passa dall'assessorato alla presidenza a quello ai beni culturali e identità siciliana. Nicola Leanza, Mpa, va a ricoprire l'assessorato alla famiglia, politiche sociali e lavoro e lascia i beni culturali. Michele Cimino, Pdl-Sicilia è il nuovo vicepresidente, inoltre, dopo aver lasciato l'incarico all'agricoltura che aveva nel Lombardo bis, torna a ricoprire l'assessorato all'economia e finanza che aveva nel primo governo. Altro uomo di Micciché, Giovan Battista Bufardeci, passa dalla cooperazione all'assessorato ben più pesante dell'agricoltura. Luigi Gentile, area Fini, lascia l'incarico a lavoro e formazione professionale e va a ricoprire l'assessorato alle infrastrutture e mobilità. L'altro finiano, Nino Strano, rimane all'incarico a turismo, sport e spettacolo. E andiamo al vero punto della questione, l'ingresso nel governo di 2 "tecnici" area PD. In verità Mario Centorrino, proprio "tecnico" non lo si può definire, con il suo passato da esponente del PCI-revisionista e il suo incarico in giunta a Messina come assessore al bilancio con Francantonio Genovese del PD. Occupa l'importante assessorato all'istruzione e formazione professionale. Un settore altamente clientelare che, comunque, rimane in mano all'Mpa, dal momento che Patrizia Monterosso, da più parti indicata come esponente legata a Lombardo, è stata nominata Direttore generale del Dipartimento regionale dell'istruzione e della formazione professionale. In sostanza con il beneplacito del PD i soldoni andranno dove dice l'Mpa. Stesso discorso per l'altro "tecnico" PD, Pier Carmelo Russo, già segretario generale della presidenza della Regione, che ora siede all'assessorato all'Energia e servizi pubblici. La Dirigente generale del dipartimento è Rossana Interlandi, fedelissima del presidente e già commissario dell´Mpa per la provincia di Caltanissetta. In sostanza, sarà l'Mpa, con la copertura del PD, a rilasciare concessioni e spartire soldi per energia e fonti energetiche, miniere, attività estrattive, cave, torbiere e saline, settori storicamente a forte infiltrazione mafiosa. "Oggi ci chiamano inciucisti, magari domani ci arruoleranno fra i collusi con la mafia, chissà", afferma, Antonello Cracolici, capogruppo all'Ars del PD e uno dei principali artefici dell'inciucio, per rispondere sarcasticamente alle violente polemiche nate nella base del partito contro l'alleanza con Lombardo. Cosa dire: sono talmente sfacciati i dirigenti del PD siciliano che collusi se lo dicono da sé. Ma se l'alleanza ha suscitato lo sconcerto della base, le ripercussioni si sono sentite anche ai vertici. Un "appello" affinché il Partito democratico non sostenga la giunta del presidente Raffaele Lombardo è lanciato dall'eurodeputato Rita Borsellino e dal senatore Enzo Bianco, ma finora è caduto nel vuoto. L'alleanza con il PD, intanto porta la base parlamentare di Lombardo da circa 30 ad una sessantina di voti, e rischia di consentire al governatore di portare a termine il suo piano golpista di occupazione scientifica di tutti i posti di potere e le riforme antipopolari di lacrime e sangue, come quella della sanità e della pubblica amministrazione. Tocca alle masse lavoratrici e popolari, a tutti i sinceri democratici, antifascisti ed antimafiosi siciliani, combattere e sbarrare la strada al governo dell'imbroglione e falso meridionalista Lombardo senza abboccare alla sporca operazione politica compiuta dai vertici siciliani del partito di Bersani. 13 gennaio 2010 |