Milioni a palate ai manager d'oro Mentre milioni di lavoratori, cassintegrati, disoccupati e pensionati sono ridotti al lastrico dalla spaventosa crisi economica capitalistica, un pugno di manager ai vertici della maggiori aziende pubbliche, partecipate e private quotate in borsa continua a riscuotere stipendi, bonus e stock options da capogiro. Milioni di euro rubati al popolo, con risultati spesso fallimentari per le aziende che dirigono e i cui costi vengono infine sistematicamente scaricati sulle spalle delle migliaia di lavoratori licenziati e dei piccoli azionisti come è successo ad esempio coi 12.000 licenziati dell'Alitalia o i 9.000 esuberi (per ora) della Telecom. Mentre la Borsa nel 2007 ha perso l'8 per cento circa, gli stipendi dei manager sono saliti del 17 per cento. Idem per il 2006. Lo stipendio di Alessandro Profumo, amministratore delegato dell'Unicredit, è cresciuto del 39 per cento (9 milioni 426mila euro) nonostante che il valore di mercato delle azioni Unicredit è sceso del 17 per cento. Altro che "capitani d'industria"; costoro sono buoni solo a succhiare il sangue dei lavoratori, vengono continuamente riciclati da un'azienda all'altra, in molti casi portano a pesanti ristrutturazioni e al fallimento le società che dirigono, ma i loro faraonici stipendi e le loro vergognose buonuscite sono in costante aumento e segnano cifre con nove zeri. Emblematico è il caso di Giancarlo Cimoli che, dopo aver ridotto sul lastrico le Ferrovie dello Stato, ha riscosso una buonuscita di diversi milioni di euro e, nel 2004 è stato premiato anche da Berlusconi e Tremonti che lo hanno designato a capo dell'Alitalia indicandolo come "il miglior amministratore del mondo" con uno stipendio lordo di circa 3 milioni lordi all'anno, una buonuscita di 5 milioni e coi risultati che ora sono sotto gli occhi di tutti. O come Cesare Romiti che ha avuto una liquidazione di 100 milioni di euro quando ha lasciato la Fiat dopo 25 anni, 4 milioni per ogni anno di "lavoro", pagati dai lavoratori a suon di licenziamenti e cassa integrazione e ripianati dalla Stato a suon di finanziamenti diretti e incentivi per la rottamazione. Il 2007, grazie alle fusioni bancarie e al ribaltone ai vertici della Telecom Italia ha segnato un anno record per i compensi dei "top manager" di Piazza Affari. Con 37,4 milioni lordi Matteo Arpe è il primo in classifica. Il giovane ex amministratore delegato di Capitalia, uscito dalla banca il 31 maggio 2007 in seguito alla rottura con Cesare Geronzi, oltre allo stipendio ha ricevuto ben 31,2 milioni di "indennità per risoluzione rapporto di lavoro". L'ex presidente Geronzi, divenuto dopo la fusione con UniCredit presidente del consiglio di sorveglianza di Mediobanca, ha intascato invece 23,65 milioni lordi da via Minghetti (di cui 20 milioni "emolumento straordinario che costituisce anche premio alla carriera") e 375mila euro da Mediobanca nell'esercizio al 30 giugno 2007, di cui era vicepresidente. Riccardo Ruggiero è terzo con 17,28 milioni, con la ciliegina di 50mila euro dal cda di Safilo. La spinta alla busta paga è venuta dai 9,9 milioni di incentivi all'esodo percepiti dal gruppo telefonico, dal quale è uscito facendo una "transazione generale novativa", dice il bilancio. Carlo Buora, ex braccio destro di Marco Tronchetti Provera, ha ricevuto 7,9 milioni lordi da Telecom, comprendenti "il compenso straordinario riconosciuto per il contributo professionale e gestionale apportato al gruppo a decorrere dal primo ottobre 2001". Non ha percepito il compenso variabile di 1,4 milioni legato agli obiettivi 2007 deliberato dal cda il 24 luglio scorso, ma riceverà quattro milioni tra quest'anno e il prossimo per un "patto di non concorrenza" stipulato con Telecom. L'ex presidente della società telefonica Pasquale Pistorio ha ricevuto 1,25 milioni lordi in sette mesi. Al predecessore Guido Rossi, uscito il 6 aprile, 618mila euro. I primi cinque nella classifica 2007 hanno ricevuto 102 milioni di euro, contro i 58 milioni dei primi cinque del 2006, quando il drappello era guidato da Buora, con 18,44 milioni tra buonuscita Pirelli e stipendio Telecom. Il manager con lo stipendio più alto senza le buonuscite è Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Fiat e della Ferrari, con 7,097 milioni lordi incluso il gettone in Tod's, davanti al suo a.d. Sergio Marchionne (6,9 milioni). Sono circa 50 i manager con oltre due milioni di stipendio, almeno 150 con più di un milione. Per quanto riguarda il 2008, su tutti svetta Roberto Tunioli, vice presidente e amministratore delegato di Datalogic, con oltre 8,3 milioni di cui: 2.160.000 per indennità di fine mandato e 4.865.000 di incentivi a lungo termine maturati nel periodo 2004-2008 che verranno erogati nel 2009. Al secondo posto si piazza Luca Majocchi amministratore delegato di Seat Pagine gialle con 7.958.000; seguito da Enrico Parazzini, direttore generale di Telecom Italia fino all'8 agosto 2008 con 7.173.000, comprensivo di incentivo all'esodo e transazione generale novativa. Quindi Gianluigi Gabetti, consigliere amministrazione Ifi, presidente Ifil fino al 13 maggio 2008, 492.000, presidente onorario Ifil dal 13 maggio 2008, con 6.672.000 comprensivo di emolumento straordinario Ifil di 5.000.000; Giovanni Castellucci, a.d. e direttore generale Atlantia, vice presidente Impresilo con 5.853.264 e Pier Francesco Guarguaglini, presidente e a.d. Finmeccanica, con 5.551.000; Ugo Ruffolo a.d. e d.g. Alleanza fino al 7 maggio 2008 con 5.354.000 di cui 4.200.000 per buonuscita; Pietro Giordano vice presidente Erg 5.090.465; Massimo Castelli d.g. Telecom Italia fino al 6 marzo 2008, d.g. Seat Pg da giugno 2008, con 4.984.785 compreso incentivo all'esodo e transazione generale novativa; Pietro Modiano d.g. vicario Intesa Sanpaolo fino al 12 dicembre con 4.945.000; Giampiero Pesenti presidente e a.d. Italmobiliare, presidente Italcementi e altre nel gruppo con 4.563.970; Marco Tronchetti Provera presidente Pirelli & C, presidente Pirelli Re e altre con 4.390.000; Valerio Battista a.d. Prysmian con 4.153.520; Rodolfo Danielli d.g. Italcementi fino al 4 giugno 2008 con 4.134.800; Umberto Quadrino a.d. Edison con 3.854.000; Fedele Confalonieri presidente Mediaset con 3.526.825; Antoine Bernheim presidente Generali e consigliere di amministrazione Mediobanca con 3.441.508. Chiudono al 18°, 19° e 20° posto la classifica dei primi 20 manager più pagati del 2008: Sergio Marchionne, a.d. Fiat con 3.418.600; Luca Cordero di Montezemolo, presidente Fiat e Ferrari, consigliere di amministrazione Tod's e Poltrona Frau, con 3.328.200; Cesare Geronzi, presidente cds Mediobanca (bilancio al 30 giugno 2008) con 3.250.000. 22 luglio 2009 |