Grandi e combattivi cortei da Milano e Torino a Napoli e Palermo Manganellati perché difendono la scuola pubblica e si oppongono alla macelleria sociale Il PMLI presente a Firenze e Palermo. Nel capoluogo siciliano bruciate un centinaio di tessere elettorali. Profumo, il PD e "Il Giornale" attaccano gli studenti. Decine di feriti, 15 fermati, 5 denunciati Solidarietà del PMLI Migliaia di studentesse e studenti medi venerdì 5 ottobre sono scesi in piazza in occasione della prima mobilitazione nazionale del nuovo anno scolastico, convocata dalle reti "Occupy" e "StudAut" e dai collettivi. Grandi e combattivi cortei si sono svolti in una ventina di città italiane, dal Nord al Sud, animati dalla rabbia e dalla voglia di lottare contro le misure di austerità e quella macelleria sociale imposta dall'oligarchia finanziaria borghese per salvare il capitalismo in crisi, di cui il governo Monti è il fido esecutore in Italia. Da tutte le piazze, corale è stato il grido contro la politica di tagli, tasse, privatizzazione e aziendalizzazione perseguita dal governo in materia di istruzione, a partire dal famigerato disegno di legge Aprea che trasforma le scuole in fondazioni private e dalle misure a favore della "meritocrazia" (leggi selezione classista) nella scuola tanto care al ministro Profumo. Denunciati anche gli altri problemi con i quali gli studenti hanno quotidianamente a che fare, come il caro libri. Una protesta alla quale il governo ha risposto con il manganello, dimostrando di non volerla ascoltare né tollerare. La selvaggia repressione poliziesca, messa in atto in quasi tutte le città interessate dalle manifestazioni, a fine giornata ha fatto contare decine di feriti, 15 fermati e 5 denunciati. Le manifestazioni A Roma, gli studenti sono scesi in piazza dietro lo slogan: "Contro crisi e austerità, riprendiamoci scuole e città". L'obiettivo era raggiungere il Ministero dell'Istruzione in viale Trastevere, ma poi il corteo ha deviato verso la sede della Regione Lazio per protestare contro i malaffari di palazzo ben rappresentati dallo scandalo Fiorito. Prendendo a pretesto una presunta "sassaiola", le "forze dell'ordine" si sono scagliate con violenza contro gli studenti, trascinandoli, picchiandoli, costringendoli a terra con le ginocchia sulla nuca e il manganello al collo. Una studentessa e uno studente sono finiti in ospedale con ferite alla testa. Un 15enne è stato fermato. A Milano si sono tenuti due cortei, uno promosso dal Coordinamento dei collettivi, libreria ex Cuem occupata e centro sociale Cantiere dietro lo striscione: "Né Profumo, né Aprea, fuori banche e aziende dalle scuole", e l'altro dalla Rete degli Studenti. Sono state attaccate e imbrattate le sedi di Intesa San Paolo (da cui proviene Passera), Unicredit e Monte dei Paschi. Gli studenti sono stati caricati quando hanno cercato di raggiungere la sede della Regione Lombardia, di cui Aprea è attualmente assessore all'istruzione nonché promotrice di una legge regionale ancora peggiore di quella attualmente "discussa" al Senato. Il Comitato lombardo del PMLI ha espresso solidarietà agli studenti aggrediti dalle forze di repressione del regime neofascista. A Torino gli studenti, fra i quali erano presenti anche i giovani della Val Susa, hanno bruciato immagini di Monti, Fornero, Profumo, Cota e Fassino. Più volte hanno subito le cariche delle "forze dell'ordine" per aver tentato di raggiungere la sede della Regione Piemonte. Uno studente della Val Susa, di ritorno a casa, è stato inseguito dalla DIGOS e fermato. Molto partecipata e qualificata la manifestazione di Palermo, con slogan quali: "Siete bravi solo a tagliare", "La riforma fatela davvero: i libri di testo a costo zero". Qui gli studenti, molti dei quali appena diciottenni, hanno bruciato, sotto la sede del governo regionale siciliano, un centinaio di tessere elettorali al grido: "non ci rappresenta nessuno", in un'importante azione dimostrativa per esprimere la loro disillusione nei confronti del parlamentarismo e dei politicanti borghesi nazionali e regionali. Alla manifestazione di Palermo era presente ufficialmente la Cellula "1° Maggio-Portella 1947" con la bandiera del PMLI, che alcuni giovani fascisti volevano strappare. Gli studenti glielo hanno impedito, e li hanno cacciati via. A Bologna assaltati il consolato greco ("in solidarietà alla lotta del popolo greco e degli antifascisti") e bruciato il tricolore alla Banca Nazionale del Lavoro (BNL), al grido: "questa è la fine che faranno le banche". A Napoli lanci di uova sulle sedi della provincia e della BNL. Scontri anche a Modena, Pisa e Catanzaro. Traffico bloccato a Firenze. Banche imbrattate ovunque. I marxisti-leninisti presenti ufficialmente alla manifestazione di Firenze, hanno diffuso con grande successo i volantini con la parola d'ordine "Battiamoci per la scuola e l'università pubbliche, gratuite e governate dalle studentesse e dagli studenti". Un gruppetto di elementi fuorviati dal comunicato menzognero del PCL contro il nostro Partito sui fatti di Catania ha aggredito verbalmente con accuse assurde i diffusori marxisti-leninisti. Il Comitato provinciale di Firenze del PMLI ha risposto con un dialettico e chiarificatore comunicato in cui spiega a chi vuole ascoltare come sono veramente andate le cose. I compagni di Firenze hanno ricevuto la solidarietà del Segretario generale del Partito, il compagno Giovanni Scuderi. Le reazioni Manco a dirlo, la protesta non è proprio andata giù a Profumo, il quale anzi si è coperto di ridicolo affermando che dagli studenti "non è giunta alcuna richiesta di incontro". Come se lui si fosse disturbato di ascoltare le loro ragioni prima di aumentare le tasse per il diritto allo studio e liberalizzare le rette universitarie. E comunque, appena tre giorni dopo, rispolverando una vecchia frase mussoliniana, chiariva il concetto: "Il Paese va allenato. Dobbiamo usare un po' di bastone e un po' di carota e qualche volta dobbiamo utilizzare un po' di più il bastone e un po' meno la carota. In altri momenti bisogna dare più carote, ma mai troppe". Sulla stessa linea d'onda, Francesca Puglisi, responsabile scuola del PD, che criminalizza gli studenti dichiarando che "è stato sbagliato usare la violenza". Non una parola sulla violenta repressione poliziesca. L'affondo più duro l'ha riservato Il Giornale del 6 ottobre, della famiglia Berlusconi e diretto da Alessandro Sallusti, che in un articolo dall'eloquente titolo: "Ecco chi sono i teppisti che odiano la scuola", a firma di Alessandro Gnocchi, ha tacciato la protesta di essere "cieca, perché ideologica, e inaccettabile, perché violenta", difendendo la meritocrazia e lo sperpero di fondi pubblici per le scuole private. Il motivo di tanto livore antistudentesco e contro l'istruzione pubblica lo svela lo stesso Gnocchi: "Dietro tutto questo si nasconde il solito anticapitalismo". Degna di nota la riflessione del criminologo Giulio Vasaturo, che suona come un campanello d'allarme per la borghesia e il suo governo. Per Vasaturo, "il governo deve ora mediare con le piazze, più che con i mercati, per evitare scenari incontenibili. Siamo verosimilmente all'inizio di un autunno caldo. Purtroppo i segnali sono molteplici. La crisi sociale e politica che attraversa indistintamente tutto il Paese non ha precedenti nella nostra storia". Condannata la repressione da parte di SEL, IDV, PRC e Verdi. Continuare, estendere e approfondire la mobilitazione Il PMLI, tramite un comunicato del Responsabile nazionale giovani, il compagno Federico Picerni, ribadendo che "Siamo in pieno regime neofascista, protetto da Napolitano", ha espresso "solidarietà e appoggio" al movimento studentesco, che "deve comunque proseguire la lotta ed ha pieno diritto di resistere alla repressione occupando le scuole e le università". Siamo certi che il movimento non si farà intimidire dalla furia repressiva del governo Monti, anzi riprenderà la lotta con slancio ancora maggiore, come dimostrano peraltro i comunicati emessi nei giorni scorsi dai collettivi. Per il 12 ottobre è prevista la mobilitazione indetta dall'UdS, con la partecipazione del Coordinamento universtario "Link" e in concomitanza con lo sciopero della scuola indetto dalla CGIL. Ora si tratta di continuare, estendere e approfondire la mobilitazione, realizzando la massima unità all'interno del movimento studentesco, controbattendo colpo su colpo a tutte le misure del governo e della maggioranza parlamentare sull'istruzione e portando la lotta in ogni scuola e facoltà. Le studentesse e gli studenti marxisti-leninisti faranno la loro parte e si impegneranno per radicare la coscienza che occorre lottare per la scuola e l'università pubbliche, gratuite e governate dalle studentesse e dagli studenti. Le manganellate di Monti e Cancellieri non fanno che confermare che è urgente cacciare il governo della grande finanza, dell'UE, della macelleria sociale e del manganello. 10 ottobre 2012 |