In occasione del riuscito sciopero generale regionale
Oltre 100 mila manifestanti sfilano a Napoli contro la camorra e le mafie
Lo spezzone del PMLI diretto da Di Matteo rossa e determinata avanguardia del lunghissimo corteo
Deludenti e inadeguati i comizi dei leader confederali. Assenti PRC, PdCI, Verdi. Vili sopraffissioni nella notte lungo il percorso del corteo da parte dei DS sui manifesti del PMLI
I media oscurano il PMLI
Redazione di Napoli
Venerdì 15 dicembre oltre 100 mila manifestanti hanno invaso le strade di Napoli in occasione dello sciopero generale contro la camorra indetto da Cgil, Cisl e Uil. Un imponente e rosso corteo, una partecipazione straordinaria, se si tiene conto della non certo impeccabile organizzazione dei confederali, che non hanno predisposto pullman sufficienti per le province della Campania e dalle altre regioni d'Italia; se si tiene conto che i mass-media nazionali non hanno per nulla annunciato la mobilitazione, ed anche il giorno dopo si sono limitati a brevi trafiletti; se si tiene conto della grave defezione dei Cobas, delle Rdb, dei Centri sociali, evidentemente in dissenso con la linea e la piattaforma dei confederali, ma che, questa volta, non hanno organizzato nemmeno una manifestazione "alternativa".
Nonostante tutto ciò la notizia della giornata è che le masse popolari si sono imposte sulla scena politica per combattere davvero la camorra, il lavoro nero e precario. Alta l'adesione allo sciopero in tutti i settori raggiungendo punte del 100%. In particolare, è rimasta ferma la Whirlpool di Napoli, mentre sono state registrate medie del 90 per cento all'Ansaldo, del 95 per cento alla Fincantieri e del 90 per cento all'Avis di Castellamare, del 90 per cento alla Biticino e alla Merid, del 98 per cento alla Indesit di Caserta e del 70 per cento alla Firema e alla Marconi; adesioni del 70 per cento all'Alenia di Pomigliano, del 90 per cento nelle aziende metalmeccaniche del porto di Napoli, del 70 per cento alla Seda di Arzano, l'azienda dell'ex presidente di Confindustria Antonio D'Amato. Alte le percentuali di scioperanti nei vari settori, superiori al 65% nel pubblico impiego, nella scuola e nelle aziende chimiche al 70%.
Al corteo erano presenti gli operai edili di Foggia e provincia, della Filcams Cgil, le Rsu dell'Eni, gli operai della Montefibre di Acerra, reduci da una dura battaglia per difendere il posto di lavoro, gli operai dei cantieri navali di Napoli e Castellammare, le studentesse e gli studenti dell'Uds e dell'Udu (che dal palchetto allestito sul camion intonavano slogan contro la camorra). Grande presenza e combattività da parte dei disoccupati e dei corsisti del "Coordinamento di lotta per il lavoro", tante rappresentanze del Pubblico impiego. Hanno simbolicamente partecipato i lavoratori dei trasporti che esprimevano la loro adesione allo sciopero con manifesti affissi sui pullman e sulle metropolitane. Tantissimi i pensionati.
La domanda ricorrente lungo il percorso da piazza Mancini a piazza Dante è stata: dove sono i partiti del "centro-sinistra" e quelli della cosiddetta "sinistra radicale", il PRC, il PdCI e i Verdi? Sono rimasti seduti comodamente sulle poltroncine che la borghesia, rappresentata dal governo Prodi, ha regalato loro come premio per l'appoggio alle stangate antipopolari, perché avevano paura di essere fischiati e contestati dagli operai, dagli studenti, dai disoccupati? Certamente questa è stata la preoccupazione di Bassolino, Iervolino e Di Palma, che si sono letteralmente intrufolati nel corteo, all'altezza di via Medina, per rilasciare interviste e sparire subito dopo. Invece, la Sinistra giovanile e i DS hanno sfilato nel corteo con un grande lenzuolo privo di ogni reale significato di lotta alla camorra.
Nei pressi di piazza Dante, luogo dei comizi, si è notata la notevole diserzione di numerose delegazione operaie disinteressate alle parole di Epifani, Angeletti e Bonanni che, in effetti, non sono andati oltre l'affermazione che la questione mafia è una questione nazionale, continuando a dipingere il problema camorra come una di guerra tra bande che "ostacolano gli investimenti", indicando come priorità la "legalità, la scuola e le infrastrutture". Non un briciolo di autocritica per la oggettiva responsabilità che hanno avuto nel processo di desertificazione industriale di Napoli con la chiusura della Cirio, della Peroni, della Centrale del latte, dell'Italsider, della Cementir, dell'azienda tessile Snia Viscosa, delle raffinerie Q8, ecc.
Mentre Epifani accennava timidamente a rimbrottare le istituzioni perché non si pongono alla testa della lotta alla mafia, dalla piazza è salito un monito: "Non toccate le pensioni", "No alla finanziaria che affama" e la richiesta di "lavoro".
 
La forte presenza del PMLI
La presenza del PMLI è stata combattiva e vitale. Bello e numeroso lo spezzone aperto da un grande e splendido striscione con su scritto "Uniamoci contro la camorra e le mafie, per il lavoro, lo sviluppo e l'industrializzazione del Mezzogiorno". Lungo tutto il corteo è stato fortissimo e molto combattivo e ha stimolato non solo attenzione ma anche passione e calore tra i manifestanti che l'hanno riconosciuto come la vera voce delle masse popolari. Lo sventolio delle numerose bandiere rosse del PMLI ha attratto numerosi manifestanti, operai e studenti. Due giovani studentesse beneventane, alla prima manifestazione con il PMLI, hanno detto di essere rimaste affascinate e galvanizzate per la sincerità, compattezza e combattività dei marxisti-leninisti, guidati dal Responsabile per la Campania, Franco Di Matteo, coadiuvato dai compagni Enrico e Francesco. Le compagne sono state particolarmente brave e attive come testimoniano anche le loro riflessioni pubblicate a parte.
Da sottolineare la bella e qualificata presenza nel combattivo spezzone marxista-leninista di giovani compagne e compagni che hanno gridato con grande entusiasmo e determinazione slogan contro la camorra e le istituzioni borghesi locali e nazionali che la sorreggono e l'alimentano. Parole d'ordine come "Secondigliano, Forcella e Scampia/non militarizzate/ma risanate", oppure "Lavoro/sviluppo/industrializzazione/questo/occorre/al nostro Meridione" erano lanciate ininterrottamente col megafono dal compagno Francesco, ripetute all'unisono da militanti, simpatizzanti e amici delle Cellule "Vesuvio Rosso", "25 Aprile 1945" di Melito, dagli infaticabili compagni della Cellula "Engels" di Riardo, da quelli della Cellula "Stalingrado 1943" di Benevento, dalle Organizzazione di Cercola, Ischia e Salerno, rompendo così il generale silenzio e la mancanza di mordente che i vertici sindacali volevano imporre alla manifestazione. Erano con noi anche diversi simpatizzanti e amici del Partito di Caserta, della provincia di Benevento, di Salerno e di Napoli.
Un gruppo di operai della Montefibre di Acerra prendendo spunto dallo spezzone del PMLI ha intonato ripetutamente la splendida "Bandiera rossa".
Nel corteo spiccava anche un cartello che ricordava il 37° Anniversario de "Il Bolscevico", che cade proprio il 15 dicembre, celebrato con un brindisi finale in piazza Dante.
Questa grande partecipazione dei marxisti-leninisti campani alla manifestazione contro la camorra non è andata giù ai pennivendoli asserviti al regime (escluso il quotidiano "Il Mattino" che ha pubblicato una foto a colori dove si nota la grossa presenza del Partito in piazza Dante) per la forte presenza di bandiere e insegne rosse del PMLI. Infatti, questi signori non si sono fatti scrupolo nell'oscurare o tagliare in maniera vergognosa, come ha fatto "l'Unità", le insegne e le parole d'ordine del PMLI. A livello televisivo si sono invece viste belle immagini in qualche tg nazionale e regionale.
Lungo il percorso del corteo erano stati affissi i manifesti delle Istanze della provincia di Napoli e del Centro del Partito contro la camorra e le mafie. Manifesti che nella notte precedente alla manifestazione erano stati completamente e vergognosamente ricoperti dai galoppini dei DS che, in barba all'unità nella lotta alla camorra, intendevano così oscurarci. Solo che i nostri compagni sono riusciti a ritappezzare di nuovo i muri in tempo per l'arrivo dei manifestanti.
Il Segretario generale del PMLI Giovanni Scuderi e la Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI hanno sottolineato l'importanza storica della manifestazione, in una lettera di ringraziamenti indirizzata a tutti i membri della delegazione del PMLI, nella quale si legge: "Mai, come in questa circostanza, avete reso un servizio così grande all'intero nostro Partito e alle masse campane anticamorriste e antimafiose. Napoli, città chiave per tutto il Mezzogiorno, ha vissuto una giornata storica dato il carattere della manifestazione organizzata da Cgil-Cisl e Uil e la presenza di tante bandiere e insegne rosse del PMLI portate con orgoglio e fierezza da straordinari compagne e compagni. Sotto la direzione del compagno Franco Di Matteo, Responsabile del PMLI per la Campania, che non ha sbagliato un colpo sui piani strategico, tattico, organizzativo e programmatico, ben coadiuvato dai compagni Enrico e Francesco, voi avete offerto ai manifestanti una stupenda immagine di forza, combattività e unità proletarie rivoluzionarie e marxiste-leniniste del PMLI. Non siete arrivati a freddo alla manifestazione, sapientemente vi siete preparati per tempo e come si conviene e preparato il clima a livello di massa attraverso una lunga campagna propagandistica anticamorra che ha avuto al centro due banchini e ripetute affissioni del manifesto delle Istanze della Provincia di Napoli e del Centro del Partito... In questa battaglia contro la camorra voi avete fatto una grande esperienza e dato un esempio a tutto il Partito, Continuate a battervi contro la camorra insistendo sulla richiesta del lavoro per tutti i disoccupati e per il risanamento delle periferie".
I marxisti-leninisti di tutta la Campania non rallenteranno di certo nella battaglia intrapresa contro la camorra, contro chi la sostiene e foraggia, battendosi quotidianamente affinché si realizzi un largo fronte unito di massa per rivendicare con forza lavoro, sviluppo e industrializzazione del Mezzogiorno.

20 dicembre 2006