500 mila in piazza a Roma col "Popolo viola" "Berlusconi mafioso dimettiti!" Le canzoni partigiane "Bella ciao" e "Fischia il vento" colonna sonora del corteo. Ripetuto il coro: "Berlusconi mafioso" seguito da "Fuori la mafia dallo Stato, fuori lo Stato dalla mafia". Le ragazze e i ragazzi in prima fila. Manifestazioni anche all'estero. A Londra presenti i marxisti-leninisti La delegazione del PMLI, bene accolta, contribuisce a galvanizzare la piazza: "è il nuovo Mussolini, buttiamolo giù" Dal nostro inviato speciale Dopo quasi un anno dal primo storico NoBday, sabato 2 ottobre il "Popolo viola" si è presentato nuovamente in piazza. Un tappeto di centinaia di migliaia di manifestanti, 500 mila secondo gli organizzatori, ha invaso le vie del centro di Roma, partendo da Piazza della Repubblica diretto verso Piazza San Giovanni, e unendosi in un unico coro: "Berlusconi Dimissioni!". Un bel risultato viste alcune polemiche che hanno preceduto l'appuntamento e la composizione eterogenea di un movimento che torna sulla scena politica alla vigilia di una raffica di mobilitazioni locali e nazionali e di settore, nell'autunno caldo alle porte. I manifestanti, non solo del "Popolo viola", dunque, non hanno deluso affatto, sono venuti nella capitale con coerenza e grande determinazione, affrontando difficoltà e sacrifici, con treni, macchine, navi e pullman per dire ancora una volta "basta!" a questo governo mafioso, fascista, piduista, secessionista e per spazzare via il berlusconismo che ha impregnato di un odore fetido la società italiana. Tantissimi giovani e giovanissimi e tantissimi i riferimenti alla Resistenza partigiana. Deludenti invece gli organizzatori, cambiati rispetto alla prima manifestazione, più morbidi e placidi nella lotta al governo come testimonia l'atteggiamento del presentatore in Piazza San Giovanni che tagliava gli interventi di chi gli dava fastidio o di chi voleva alzare i toni, e ha celato il sostegno, ufficiale, del PMLI alla manifestazione. Cosicché la difesa della Costituzione del 1948, ormai carta straccia, e una riforma elettorale che possa ripristinare la "democrazia nel voto" cancellando "la porcata" della legge elettorale che porta il nome del secessionista fascio-leghista Roberto Calderoni, sono stati i temi suggeriti da dietro le quinte dai Partiti parlamentari presenti (IDV di Di Pietro, PRC, PDCI, SEL, Verdi) e su cui si sono concentrati i riflettori del palco. In piazza vi erano: Giuristi democratici, No tav, Antimafia 2000, Coordinamento precari scuola contro il ministro della distruzione pubblica Gelmini, CGIL, FIOM con le magliette "Pomigliano non si piega", Anpi, Federazione Italiana Associazioni Partigiane, Federgielle, Presidio permanente contro la discarica di Chiaiano e Marano, Associazione Nazionale Arcilesbiche, Associazione Agende Rosse con Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso dallo Stato mafioso, che ha parlato dal palco, e numerosi giornalisti web, radio e della carta stampata in lotta per la difesa della libertà di stampa e di parola, la sorella di Stefano Cucchi in rappresentanza di tutte le famiglie i cui figli sono morti negli ultimi anni ad opera delle "forze dell'ordine" del regime neofascista, commemorati con un grande, caloroso e lungo applauso, infine, il Movimento a cinque stelle e il Comitato Dossetti per la difesa della Costituzione. Alcuni manifestanti hanno raffigurato con dei pupazzi Berlusconi (Cesare) ed i suoi ministri leghisti; numerosi gli striscioni e i cartelli che denunciavano la natura piduista del premier e del suo governo, il tesseramento nella P2 e il rapporto con la mafia, "Chi ruba poco va in galera chi ruba tanto fa carriera"; qualcun altro in riferimento al finto tormentone Lega-Alemanno sulla sigla SPQR ha tagliato la testa al toro, traducendo "sono porcate queste riforme"; c'è anche chi denunciava la situazione disastrosa dell'Italia dei precari che vivono con 500 euro al mese e il massacro che è in atto nella scuola e nella sanità. Da Trebisacce, in provincia di Catanzaro, un nutrito gruppo di manifestanti portava cartelli per denunciare il black-out dei mass-media circa la chiusura del locale Ospedale, punto di riferimento per tutta la fascia ionica della Calabria. Certamente a Palazzo Chigi è giunta l'eco di Via Cavour quando tutti i manifestanti all'unisono hanno ritmato per decine di minuti: "Mafioso, mafioso", "dimissioni, dimissioni". La delegazione del PMLI è stata accolta favorevolmente tanto che il cartello "Un nuovo 25 Aprile per liberarsi dal nuovo Mussolini. Per l'Italia unita, rossa e socialista" è stato superfotografato e ripreso anche dalle telecamere. Coerenti con la consegna di ignorare la presenza del PMLI alle manifestazioni di piazza, nessun giornale ha però avuto il coraggio di pubblicare la foto del cartello del PMLI. "Il Giornale" della famiglia di Berlusconi ha citato la parola d'ordine del cartello ma si è guardato bene dal dire che è del PMLI. Durante il corteo il Partito ha dato il suo piccolo ma importante contributo lanciando slogan come "Di Berlusconi non ne possiamo più, tutti uniti buttiamolo giù", e "Fuori la mafia dallo Stato, fuori lo Stato dalla mafia". La delegazione ha cantato più volte: "Bella Ciao" e "Fischia il vento", seguita a tambur battente da buona parte del corteo. Con brevi comizi volanti il PMLI ha inoltre denunciato le morti degli operai che si susseguono tutti i giorni ricordando dopo quella del ricercatore operaio di Palermo, quella dell'operaio trovato impiccato nei giorni scorsi a Castellammare di Stabia (Napoli) dove la Fincantieri vuole chiudere lo storico stabilimento. Il "Popolo viola" internazionale ha manifestato anche ad Amsterdam, Berlino, Bruxelles, Dublino, Edimburgo, Londra, in cui erano presenti i compagni del PMLI (vedi servizio a parte), Losanna, Madrid, Parigi, Stoccolma, Valencia e Washington mettendo l'accento sulla situazione sociale, economica e politica in cui versa il proprio Paese d'origine mentre il premier è impegnato solo a farsi leggi ad hoc per salvarsi dai processi della magistratura. Ai membri della delegazione del PMLI sono giunti i fraterni e calorosi ringraziamenti della Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI a nome dei dirigenti nazionali del PMLI con alla testa il compagno Giovanni Scuderi, in cui fra l'altro si legge: "Grazie a voi, ancora una volta il PMLI ha potuto indicare al 'Popolo viola' e ai 500 mila manifestanti che la via da seguire è quella di 'Un nuovo 25 Aprile per liberarsi del nuovo Mussolini'. Con ciò vi siete conquistati un merito storico che non ci scorderemo mai. Certi che prima o poi le masse più avanzate e combattive riconosceranno la giustezza del nostro atteggiamento verso il governo del neoduce Berlusconi". 6 ottobre 2010 |