Da Nord a Sud Manifestazioni, sit-in, assemblee contro la guerra alla Libia Il PMLI presente a Roma, Catania, Palermo e a Pontassieve Da Nord a Sud il movimento s'è mobilitato contro l'aggressione imperialista alla Libia, con manifestazioni, cortei e sit-in in quasi ogni città, assemblee nelle scuole medie e nelle università. Un risultato di tutto rispetto, considerato che il movimento contro la guerra è stato boicottato da tutti i mass-media borghesi, elemento che ha influito sulla partecipazione alle manifestazioni e a posteriori ha contribuito a nascondere la presenza in piazza e la contestazione. Un ferreo boicottaggio quello dei mass-media di regime, quasi tutti allineati a favore dell'aggressione alla Libia. E sulla partecipazione e la forza del movimento nelle singole realtà ha certo influito la posizione della "sinistra" del regime che, schierandosi con tutto il suo apparato a favore dell'aggressione imperialista, non ha consentito che il movimento si sviluppasse velocemente al pieno delle sue capacità e potenzialità. Il PMLI, con comunicato delle 16.30 del 18 marzo, intitolato "L'Italia non partecipi all'aggressione imperialista alla Libia", ha immediatamente segnato un netto spartiacque ideologico e politico tra quelle che sono le autentiche posizioni comuniste sulla guerra imperialista, e su questa guerra imperialista in particolare, e quelle che, adottate da alcuni partiti della "sinistra" borghese, PD in testa, invece, appartengono al patrimonio ideologico e politico del regime neofascista. Il primo Partito in assoluto, prima che iniziassero le operazioni militari vere e proprie, a prendere una posizione decisa contro la guerra, denunciando risolutamente "la fregola interventista del nuovo Vittorio Emanuele III, Napolitano, e del nuovo Mussolini, Berlusconi, che non vogliono perdere lo spazio economico, commerciale e politico che l'Italia imperialista si è conquistato in Libia", condannando risolutamente ogni ipotesi di intervento militare contro la Libia, con o senza la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu, in quanto si tratta comunque di una violazione della sovranità nazionale della Libia, chiedendo che né una base, né un aereo, né una nave, né un soldato italiani venga impiegato per l'aggressione imperialista alla Libia e invitando i partiti, i movimenti pacifisti, anche cattolici, e i media della "sinistra" borghese a divincolarsi dall'abbraccio peloso dell'imperialismo italiano. Data la censura di guerra, non esiste un dato ufficiale sulla partecipazione alle manifestazioni, svoltesi nelle varie città a partire dal 20 marzo, ma l'enorme presenza di manifestanti, oltre trecentomila, alla manifestazione del 26 marzo a Roma, per il Sì ai referendum su acqua e nucleare, che tra le altre parole d'ordine aveva anche quella contro la guerra in Libia, ha dimostrato che su questa sciagurata aggressione non vi è alcuna complicità né unità di intenti tra le masse popolari e gli imperialisti della destra e della "sinistra" borghese e che il movimento contro la guerra, sebbene sia iniziato in sordina e osteggiato dal regime, ha tutte le carte in regola per crescere e dare una sonora batosta agli imperialisti italiani. Varie le parole d'ordine e le posizioni circolate in questa settimana circa la guerra alla Libia, ma in tutte le realtà che sono scese in piazza prevale la convinzione che si tratta di un'aggressione motivata da interessi economici, come recitava uno striscione a Roma il 26 marzo: "No alla nuova guerra del petrolio" e l'obbiettivo comune di tirare fuori dalla guerra l'Italia. In Sicilia, il fronte più avanzato della guerra, dove immediatamente si sono fatte sentire sulla popolazione le ripercussioni materiali dell'attacco alla Libia, i pacifisti si sono mobilitati con una manifestazione, il 24 marzo, davanti ai cancelli dell'aeroporto militare di Birgi (Trapani), dal quale partono i bombardieri italiani e di tutti i paesi della coalizione imperialista per andare a seminare morte e distruzione tra la popolazione libica. In centinaia sono arrivati con pullman da Palermo, Enna, Catania. Va ricordato che in questi giorni i lavoratori precari dell'aeroporto di Trapani, che rischiano di perdere il lavoro a causa di questa guerra, hanno manifestato ripetutamente contro la soppressione dei voli civili, decisa per lasciare lo spazio aereo ai bombardieri. Manifestazioni e sit-in si sono susseguiti nelle principali città dell'isola, fino ad arrivare alla giornata del 26 marzo, quando centinaia di manifestanti sono scesi in piazza a Palermo, Catania e Messina, dove è nato un comitato cittadino contro la guerra. A Napoli, il 24 marzo si è svolto un presidio all'ingresso dell'aeroporto militare. Tra gli aderenti, i Cobas, il Coordinamento Secondo Policlinico, e diversi collettivi studenteschi. A Roma, ancora alla testa della mobilitazione gli studenti della Sapienza che, il 21 marzo hanno indetto un presidio dal quale sono partite una serie di mobilitazioni a catena in diverse scuole di Roma. Al liceo classico Socrate, gli studenti hanno affisso cartelloni con scritto "No alla guerra del petrolio". All'entrata del Liceo Giulio Cesare, è stato calato uno striscione con scritto "Quale interessi dietro queste bombe?". Iniziative simili anche ai licei Nomentano e Orazio. Nel corso della settimana si è protestato a Firenze e Pisa, Livorno, Bologna, Trieste, dove il comitato "ControGuerreTrieste", ha lanciato un sit-in in piazza della Borsa, ad Aosta, Genova, Milano. A Torino si è svolta un'assemblea cittadina per la costruzione di iniziative contro la guerra. Il 26 di marzo è stata la giornata cruciale per il movimento, sull'onda della manifestazione nazionale per l'acqua pubblica, contro il nucleare e la guerra. Presidi e cortei si sono svolti in varie città italiane, tra cui Palermo, Catania, Varese, Osimo. Il PMLI è stato presente a Roma il 26 con una delegazione nazionale (vedi servizio a parte) alle manifestazioni di Catania, Pontassieve, in provincia di Firenze e Palermo. A Pontassieve, l'Organizzazione di Rufina, con l'aiuto dei compagni dell'Organizzazione di Vicchio, ha promosso un presidio, raccogliendo numerose adesioni, tra cui Organizzazioni territoriali di SEL, PRC, ANPI, ARCI, e fornendo un notevole esempio di lavoro di fronte unito contro la guerra. In Sicilia i compagni catanesi hanno portando in piazza i manifesti "Col popolo libico fino alla vittoria. Via il boia Gheddafi e il suo amico Berlusconi" e hanno diffuso centinaia di volantini dal titolo "L'Italia non partecipi all'aggressione imperialista della Libia". Importante il contributo di un simpatizzante palermitano che ha portato i simboli del Partito in piazza a Palermo. Lo stesso importante volantino che segna uno spartiacque sul tema della guerra tra gli autentici comunisti e la "sinistra" borghese serva del regime è stato diffuso dai marxisti-leninisti in altre occasioni, tra cui la manifestazione dei migranti a Milano il 26 di marzo. 30 marzo 2011 |