A Roma la più importante e partecipata manifestazione Decine di città in piazza contro la guerra alla Libia Errati però il pacifismo assoluto e la contrarietà a tutte le guerre. Le guerre di liberazione nazionale, le rivoluzioni e le rivolte popolari anche in armi sono giuste e vanno appoggiate. A Catania i marxisti-leninisti denunciano in piazza il vergognoso appoggio del PD e del "centro-sinistra" alla guerra imperialista in Libia Su iniziativa del Coordinamento Due Aprile, a cui aderiscono fra gli altri Arci, Fiom, Legambiente, studenti, centri sociali e la cosiddetta "sinistra radicale", il 2 aprile si sono svolte in tutta Italia manifestazioni, cortei, presidi e sit-in di protesta che hanno coinvolto anche le città che ospitano basi militari e strutture di detenzione per i profughi dove i manifestanti sono scesi in piazza per chiedere di cessare il fuoco. Una mobilitazione giusta che però adotta una linea e parole d'ordine sbagliate. Il pacifismo assoluto, la condanna generalizzata di tutte le guerre contenuta nell'appello lanciato da Emergency e sintetizzata nello slogan: "Ogni guerra è un crimine contro l'umanità" rischiano di confondere le idee e di impantanare il movimento su posizioni arrendevoli perché di fatto limitano l'utilizzo di tutte le forme di lotta necessarie per abbattere i fautori delle guerre imperialiste e negano ai popoli sfruttati e oppressi il diritto a ribellarsi contro i propri oppressori. Essere contrari a tutte le guerre finisce per mettere sullo stesso piano le aggressioni imperialiste, che sono ingiuste e perciò vanno sempre condannate e combattute, con le guerre di liberazione nazionale e le rivolte popolari armate come quelle che stanno infiammando tutto il Nord Africa, che invece sono giuste e perciò vanno sempre aiutate e sostenute. Con queste posizioni anche i partigiani italiani avrebbero dovuto rinunciare a prendere le armi contro i nazifascisti. A Roma migliaia di manifestanti in Piazza Navona. Accanto a Emergency c'erano Fiom, Legambiente, Libera, l'associazione Luca Coscioni, gruppo Abele, Arci, Anpi, Anpas e diverse organizzazioni studentesche. Alla mobilitazione hanno preso parte anche i marxisti-leninisti romani e di Civitavecchia e numerose sigle dell'associazionismo e personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo che sono intervenuti dal palco per condannare la guerra. Tra questi, Massimo Zucchetti, docente di impianti nucleari al Politecnico di Torino, che ha denunciato la presenza di uranio impoverito nei missili Tomahawk e Cruise lanciati sulla Libia dai sottomarini e dalle navi statunitensi piazzati nel Mediterraneo. "Bisogna combattere la nube di disinformazione in cui ci stanno immergendo. Così come è stato fatto in Bosnia, in Iraq e in Afghanistan stiamo cospargendo la Libia di un materiale radioattivo nocivo alla salute. L'uranio impoverito che la Nato sta usando contro la Libia è un crimine contro l'umanità". Al suo fianco Gino Strada, fondatore di Emergency e primo firmatario dell'appello per la convocazione di una manifestazione nazionale. A Cagliari uno striscione a lutto con la scritta "No alla guerra" ha aperto il corteo partito da Piazza Garibaldi e conclusosi in Piazza Deffenu. Alla protesta, promossa dal Comitato contro la guerra, hanno aderito tra gli altri il Cagliari Social Forum, l'Associazione Sardegna Palestina, PRC, Cobas e l'Usb. Altre manifestazioni analoghe si sono svolte nella maggiori città dell'Isola fra cui un sit-in davanti alla base aerea di Decimomannu dove sono schierati complessivamente 22 aerei messi a disposizione della coalizione da Spagna, Olanda e Emirati Arabi Uniti. A Milano centinaia di manifestanti hanno aderito al presidio svoltosi in piazza Fontana per chiedere "lo stop ai bombardamenti e il cessate il fuoco in Libia". Dal palco allestito sul lato della piazza si sono alternati per tutto il pomeriggio interventi e canzoni "contro la guerra e la cultura della guerra, per sostenere le rivoluzioni e le lotte per la libertà e la democrazia dei popoli mediterranei e dei paesi arabi, per l'accoglienza e la protezione dei profughi e dei migranti, contro le dittature, i regimi, le occupazioni militari, le repressioni in corso e per il disarmo, un'economia ed una società giusta e sostenibile". A Trieste, a partire dal 3 aprile, il "Comitato pace, convivenza e solidarieta Danilo Dolci'' e i "Beati i costruttori di Pace" hanno cominciato uno sciopero della fame contro la guerra in Libia e la reintroduzione del nucleare in Italia dopo la tragedia del Giappone: "due facce della stessa medaglia". A Firenze un corteo a cui hanno preso parte alcune migliaia di manifestanti è partito da piazza della Repubblica ed è sfilato fin sotto le finestre dei consolati di Francia e Gran Bretagna, i paesi più impegnati, insieme all'Italia, nell'aggressione imperialista contro il popolo libico. Alla mobilitazione ha preso parte il PMLI. A Empoli si è svolto un presidio in piazza a cui hanno preso parte anche i compagni della Cellula "Vincenzo Falzarano". Molto significativa la manifestazione regionale convocata a Vicenza, la città che da anni lotta contro il raddoppio della base militare che gli USA pretendono al Dal Molin. Qui gli appuntamenti di una vera e propria giornata di lotta sono cominciati con un presidio davanti alle basi militari Usa/Nato di Camp Ederle e Dal Molin, poi si sono spostati davanti alla caserma della Gendarmeria Europea e alla stazione di Vicenza per una manifestazione regionale. A Bologna centinaia di manifestanti hanno preso parte al presidio davanti al CIE in via Mattei e poi alla manifestazione in centro. Tra gli striscioni anche un significativo: "Da Lampedusa a Bologna welcome" rivolto ai profughi del Nord Africa. Come promesso alla vigilia, a Genova centinaia di manifestanti partiti in corteo da piazza De Ferrari, quando sono giunti davanti al Comando Militare dell'Esercito hanno simulato di essere le vittime dei bombardamenti Nato in Libia. In piazza anche il segretario genovese della Cgil Ivano Bosco e il papà di Carlo Giuliani ucciso da un carabiniere durante il G8 di Genova nel 2001. A Napoli la manifestazione in Piazza Dante con l'"Assemblea napoletana contro la guerra" ha lanciato anche un appello per una manifestazione nazionale il prossimo 16 aprile davanti al Comando Nato di Napoli. Inoltre c'è stato un blitz pacifista del movimento Insurgencia davanti alla base Nato di Nisida, quello che ospita l'acquartieramento della divisione navale. Un gruppo di manifestanti si è imbarcato su alcuni gommoni arrivando fin sotto la banchina dove hanno attaccato uno striscione contro la guerra prima di allontanarsi. Centinaia di manifestanti in piazza anche nel centro di Torino con striscioni, cartelli e slogan per contro la guerra. Tra i promotori dell'iniziativa: Emergency, Donne in Nero e PopoloViola. In Sicilia manifestazioni di protesta sit-in si sono svolte in diverse città, nei pressi della base militare Usa di Sigonella e al villaggio Mineo dove sono stati finora deportati i migranti arrivati nelle ultime settimane a Lampedusa. Alla protesta hanno preso parte anche i compagni della provincia di Catania del PMLI che nel corso dell'assemblea pubblica tenutasi di fronte al "Villaggio degli Aranci" sono intervenuti per denunciare il vergognoso appoggio del PD e dell'opposizione di regime alla guerra imperialista in Libia. Siracusa è stata teatro di un presidio in Largo XXV Luglio nel corso del quale è stato distribuito l'appello per chiedere lo stop ai bombardamenti e il cessate il fuoco in Libia e per avviare una campagna di sensibilizzazione e accoglienza nei confronti dei profughi. 6 aprile 2011 |