Provocatorie manovre militari di Seul a ridosso del confine con la Corea del Nord La marina sudcoreana ha iniziato il 22 dicembre le esercitazioni militari al largo della costa est della penisola coreana, nel mar del Giappone a ridosso del confine con la Corea del Nord. Alle manovre che sono proseguite per quattro giorni hanno partecipato sei navi da guerra ed elicotteri e secondo i comandi di Seul avevano l'obiettivo di preparare una eventuale risposta militare in caso di intrusione di sottomarini e navi nordcoreane nelle acque territoriali sudcoreane. Alle manovre navali si sono aggiunte dal 23 dicembre quelle terrestri che si sono svolte a Pocheon, una località situata a 20 chilometri a sud della linea di frontiera e che hanno visto la partecipazione di circa 800 soldati con carri armati, diversi elicotteri e aerei. Queste manovre "dimostreranno la solidità della nostra preparazione militare", ha chiarito un portavoce dell'esercito di Seul, e soprattutto dimostreranno la capacità di lanciare "delle severe rappresaglie se il Nord proverà a compiere un'altra azione come quella del bombardamento di Yeonpyeong" del 23 novembre scorso, quando la Corea del Nord aveva sparato numerosi colpi di obice contro l'isola sudcoreana per rispondere alle provocazioni sudcoreane. Come una chiara provocazione è apparsa la nuova serie di manovre militari a ridosso dei confini tra i due paesi. E come tali sono state giudicate in un comunicato del governo di Pyongyang. Nel corso delle manovre il presidente sudcoreano Lee Myung Bak, in visita alle truppe di confine, aveva dichiarato che "la Corea del Sud vuole una pacifica riunificazione della penisola coreana, non attaccheremo per primi, ma se attaccati saremo costretti a rispondere con forza per difendere la pace". Anche il ministro sudcoreano della Riunificazione Hyun In Taek annunciava che i preparativi per mettere fine alla separazione delle due Coree saranno il compito principale del governo per il 2011. Ma i propositi "pacifici" di Seul non tornano con le esercitazioni militari e con i piani del nuovo ministro della Difesa che preludono a una annessione piuttosto che a una riunificazione. Il nuovo ministro della Difesa, che ha sostituito quello precedente accusato di debolezza per non aver reagito subito militarmente ai colpi di obici norcoreani su Yeonpyeong ha illustrato a fine dicembre il suo progetto per una strategia di "deterrenza attiva" che comprende un esercito "in assetto da combattimento" in grado di replicare immediatamente ad attacchi di qualsiasi tipo e sbargliare i nemici. Il "principale nemico" sarebbe naturalmente la Corea del Nord con la quale Seul è tecnicamente ancora in guerra dato che il conflitto generato dall'aggressione imperialista si è chiuso nel 1953 con un semplice cessate il fuoco. 5 gennaio 2011 |