Nel 118° Anniversario della nascita di Mao, 26 Dicembre 1893, "Il Bolscevico" pubblica alcuni importanti discorsi di Mao, parzialmente inediti in Italia, pronunciati tra il 1966 e il 1969 Per combattere i revisionisti, ispiriamoci ai discorsi di Mao durante la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria Per celebrare 118° Anniversario della nascita di Mao, che cade il 26 Dicembre, pubblichiamo su "Il Bolscevico" alcuni suoi importanti discorsi parzialmente inediti in Italia tradotti dal cinese dal PMLI. Le opere di Mao fra il 1966 e il 1976, anni in cui la Cina era infiammata dalla Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, da lui personalmente ideata e diretta, che inoltre ispirò le lotte rivoluzionarie del proletariato e dei popoli oppressi del mondo intero, non sono facili da rintracciare per via della censura da parte della cricca revisionista e fascista di Pechino, i cui dirigenti, a partire dall'attuale presidente Hu Jintao e dal suo probabile successore Xi Jinping, sono filiazione diretta dei loro predecessori revisionisti Liu Shaoqi, Deng Xiaoping, Peng Zhen ed altri, rovesciati nel decennio della Rivoluzione culturale proletaria. Le opere che di seguito presentiamo sono tratte da antologie pubblicate dalle Guardie Rosse durante la Rivoluzione culturale proletaria, in particolare dai volumetti dal titolo: Viva il pensiero di Mao Zedong (Mao Zedong Sixiang Wansui), allorché le masse sentivano la necessità di poter accedere agli scritti e ai discorsi di Mao successivi al 1949, anno di fondazione della Repubblica popolare cinese (in cui si interrompono i primi quattro volumi delle sue Opere scelte), e in particolare a quelli della preparazione e del lancio della Rivoluzione culturale proletaria. Fra il 1967 e il 1969 il Comitato centrale del Partito comunista cinese intervenne con apposite risoluzioni stabilendo il ritiro del materiale non pubblicato dal Centro, in previsione del V volume delle Opere scelte di Mao, nonché delle sue Opere complete, la cui pubblicazione fu decisa all'indomani della morte del grande Maestro del proletariato internazionale avvenuta il 9 settembre 1976. Questo lavoro fu interrotto a seguito dell'avvento al potere del rappresentante della borghesia infiltrato nel Partito, Deng Xiaoping, che restaurò il capitalismo in Cina e ne avviò la trasformazione nella potenza socialimperialista (socialista a parole, imperialista nei fatti) che è oggi. Leggendo questi scritti e discorsi se ne capisce il motivo. Da essi emergono la dialettica marxista-leninista, la modestia, la fiducia nelle masse e il contributo di Mao al tesoro del marxismo-leninismo. Egli comprese, sulla base dell'esperienza storica della dittatura del proletariato e della stessa realtà cinese di allora, che anche nella società socialista esiste la lotta di classe, quindi la contraddizione fra proletariato e borghesia resta la contraddizione principale, con la differenza che la borghesia non si mostra a viso aperto ma si camuffa, si infiltra nel Partito e tenta di fargli cambiare colore politico. Mao invitò la classe operaia, le masse popolari e i giovani a "ribellarsi contro i reazionari", criticare e destituire i dirigenti revisionisti del Partito e dello Stato che avevano preso la via capitalista. Nella circolare del 16 maggio 1966, che diede inizio alla Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, così si esprimeva: "I rappresentanti della borghesia infiltrati nel Partito, nel governo, nell'esercito e nei diversi ambienti culturali, formano un'accozzaglia di revisionisti controrivoluzionari. Se si presentasse l'occasione, prenderebbero il potere e trasformerebbero la dittatura del proletariato in dittatura della borghesia". Disse ancora Mao: "La Grande Rivoluzione Culturale Proletaria è una grande rivoluzione che tocca l'uomo in quanto ha di più profondo e tende a risolvere il problema della sua concezione del mondo". Ecco lo scopo ultimo di questo epocale rivolgimento. Mao insegna che, per trasformare il mondo, i marxisti-leninisti, il proletariato e le masse devono trasformare se stessi, ossia la propria concezione del mondo, acquisendo il marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Questo è l'unico modo per i rivoluzionari e i sinceri comunisti per essere marxisti-leninisti conseguenti e sbarazzarsi dell'influenza nociva del pensiero, della cultura e della morale borghesi che esistono anche nei membri del PMLI come riflesso della lotta di classe nella società. Indicazioni preziosissime per la salvaguardia della linea e compattezza ideologiche, politiche e organizzative del Partito del proletariato, e che dobbiamo assimilare per orientare correttamente la lotta contro il capitalismo e per smascherare gli opportunisti, i revisionisti e gli imbroglioni politici di ogni risma che si possono annidare fin dentro il PMLI. La bussola degli immortali insegnamenti di Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao ci dà insomma tutte le coordinate per mettere a punto il radicamento e lo sviluppo nazionale del PMLI e consentirgli finalmente di adempiere alla sua missione storica: conquistare l'Italia unita, rossa e socialista. Purché si accolga l'esortazione, lanciata dal compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, alla Commemorazione di Mao di quest'anno, ad "applicarli con maggior decisione, precisione e consapevolezza, con una coscienza ideologica, politica e organizzativa più alta e più matura". Solo così possiamo essere capaci, in qualsiasi momento, di sostenere battaglie di linea anche ai massimi livelli del Partito. Impariamo da Mao sulla costruzione del Partito, sulla lotta tra le due linee e sulla lotta per la conquista del potere politico da parte del proletariato. Facciamo del 2012 un anno fiammante di vittorie per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso e per liberarci del governo Monti della grande finanza, dell'Ue e della macelleria sociale! Viva il pensiero di Mao! Per combattere i revisionisti, ispiriamoci ai discorsi di Mao durante la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria! Con Mao per sempre! 21 dicembre 2011 |