Discorso pronunciato da Mao a una riunione di quadri di Shanghai il 9 luglio 1957 Respingere gli attacchi della destra borghese In occasione del 116° anniversario della nascita di Mao avvenuta il 26 Dicembre 1893 a Shaoshan nella provincia cinese dello Hunan, abbiamo deciso di pubblicare il suo discorso pronunciato a una riunione di quadri di Shanghai il 9 luglio 1957. Un altro discorso fondamentale del grande maestro del proletariato internazionale, delle nazioni e dei popoli oppressi non a caso rilanciato sulla rivista delle Guardie Rosse Wansui nel 1969, durante la Grande rivoluzione culturale proletaria. Mao tiene questo discorso in un momento in cui in Cina avvenivano "grandi cambiamenti sociali" nel quadro della lotta per l'edificazione del socialismo. Mao si sforza quindi di individuare le contraddizioni principali e indicare ciò che occorreva fare per portare avanti questo immenso e complesso lavoro. In particolare si sofferma sulla lotta contro la destra borghese, ossia contro i revisionisti annidati all'interno del Partito e dello Stato. Egli spinge tutto il partito a non aver paura del "grande disordine sotto il cielo", a condurre la lotta contro la destra borghese e a sottoporsi senza timori al processo di critica e autocritica e alla trasformazione di se stessi e del Partito in senso proletario rivoluzionario avendo piena fiducia nelle masse, affidandosi ad esse e vivendo fra le masse come "pesci nell'acqua". Mao qui riprende e sviluppa concetti già affrontati in suoi precedenti discorsi come quello del 27 febbraio 1957, pubblicato col titolo "Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo", e quello pronunciato il 12 marzo dello stesso anno alla Conferenza nazionale del Partito comunista cinese sul lavoro di propaganda. In questi discorsi, e in quello che terrà il 9 ottobre alla III sessione plenaria allargata dell'VIII Comitato centrale del Partito comunista cinese, Mao getta ulteriori fondamentali semi della splendida teoria della continuazione della rivoluzione nelle condizioni della dittatura del proletariato che prenderà una forma compiuta e si materializzerà con la Grande rivoluzione culturale proletaria da lui ideata, promossa e diretta a cominciare dal 1966 per impedire la restaurazione del capitalismo in Cina. Questo discorso di Mao è importante per capire il socialismo e quanto sia complessa la lotta per edificarlo e difenderlo dalla borghesia, comunque mascherata, che tende sempre a restaurare il capitalismo. Ma esso è ricco anche di idee, spunti e indicazioni che risultano estremamente utili alla nostra titanica impresa di fare del PMLI un Gigante Rosso anche nel corpo. Purché si sappiano applicare nella pratica tenendo presente qual è la situazione concreta in cui operiamo. Calare i principi e le indicazioni nella pratica non è semplice perché occorre averli ben assimilati, avere una buona conoscenza del proprio luogo di lavoro, di studio e di vita ed essere capaci di elaborare dei giusti ed efficaci piani di lavoro. Se studiamo attentamente il metodo di analisi di Mao e lo facciamo nostro, ci sarà più facile applicare nella pratica le sue idee, quelle che sono utili al caso nostro. Vedi, per esempio, il rapporto con le masse, l'analisi degli intellettuali cinesi, la trasformazione della propria concezione del mondo, lo studio, la rettifica del nostro modo di pensare e del nostro stile di lavoro, la critica e l'autocritica, il rapporto con le "persone buone" non membri del Partito che devono essere conquistati alla causa del proletariato e del socialismo. Leggendo questo discorso, insomma, si imparano tante cose e non finiremo mai di ringraziare Mao per questa sua eredità ideologica e politica fondamentale per fare bene la lotta di classe, combattere la classe dominante borghese, abbattere il governo del nuovo Mussolini e della terza repubblica e avanzare verso l'Italia unita, rossa e socialista. 22 dicembre 2009 Nel mese di marzo ho parlato qui con alcuni quadri del partito. Da allora sono trascorsi cento giorni. In questi cento giorni la situazione è molto cambiata. Abbiamo combattuto una battaglia con la destra borghese, la consapevolezza del popolo è cresciuta e ha raggiunto un livello considerevolmente più alto. Già allora avevamo previsto che sarebbero successe queste cose. Per esempio, io dissi qui: se la gente si mette a criticarci, ossia se il fuoco comincerà a bruciare, non sentiremo dolore? Bisogna indurirsi il cuoio capelluto e resistere. Questa parte del corpo si chiama cranio, essa è coperta da un lembo di pelle che si chiama cuoio capelluto. Indurirsi il cuoio capelluto e resistere significa che tu mi critichi, io indurisco il mio cuoio capelluto e sto ad ascoltare per un certo tempo; poi analizzo le cose che hai detto e rispondo, quelle giuste le accetto, quelle sbagliate le critico. Dobbiamo comunque essere convinti del fatto che, sia in Cina, sia nel resto del mondo, la maggioranza delle persone sono buone. Per maggioranza qui non intendo il 51 per cento, ma oltre il 90 per cento. Tra i seicento milioni di abitanti del nostro paese, operai e contadini costituiscono la parte fondamentale delle masse. Nel Partito comunista, nella Lega della gioventù, nei partiti democratici, tra gli studenti e gli intellettuali, la maggioranza delle persone è comunque buona. Hanno sentimenti onesti, sono sincere, non sono ipocrite, non hanno secondi fini. Bisogna riconoscere questo fatto. Ha ricevuto conferma in tutti i movimenti che abbiamo lanciato. Per fare un esempio, prendete gli studenti in quest'ultimo movimento. L'università di Pechino ne ha oltre settemila e gli elementi di destra sono soltanto l'1, il 2 o il 3 per cento. A chi si riferiscono queste percentuali?(1) Gli elementi più decisi, che fungono da ossatura, che si agitano in continuazione e mettono tutto a soqquadro, non sono mai stati più di una cinquantina, meno dell'1 per cento. Il restante 1 o 2 per cento è formato da coloro che li hanno applauditi e sostenuti. Appiccare il fuoco e tirarselo addosso non è cosa facile. Ho sentito dire che qui da voi alcuni compagni si sono rammaricati perché non lo hanno fatto divampare con sufficiente violenza. Secondo me a Shanghai è divampato in misura discreta, forse è stato un po' insufficiente, non ha dato completa soddisfazione. Se aveste saputo prima che era così miracoloso, non l'avreste forse appiccato a tutto spiano? Lasciate crescere le erbe velenose, lasciate venire alla ribalta mostri e demoni! Perché averne paura? Già allora, a marzo, vi dissi che non bisognava aver paura. Nel nostro partito ci sono compagni che temono il grande disordine sotto il cielo. Secondo me questi compagni sono leali e devoti, operano per il partito e il paese, solo che non hanno visto la situazione nel suo insieme, non hanno tenuto conto della maggioranza, del fatto che il novanta e passa per cento delle persone sono buone. Non abbiate paura delle masse, esse stanno con noi. Possono ingiuriarci, ma non useranno i loro pugni per colpirci. Gli elementi di destra sono un'infima minoranza, come all'università di Pechino cui accennavo poco fa, sono solo l'1, il 2 o il 3 per cento. Questo per quanto riguarda gli studenti. Per i professori e i viceprofessori la cosa è un po' diversa, i destri saranno all'incirca il 10 per cento. Anche gli elementi di sinistra sono circa il 10 per cento. I due schieramenti si equivalgono. Gli elementi intermedi formano l'80 per cento. Che c'è da aver paura? Alcuni dei nostri compagni hanno proprio un po' di paura, temono che crolli la casa o che crolli la volta celeste. Dai tempi più remoti, solo "l'uomo di Qi temeva che il Cielo cadesse", ossia solo quella persona del Henan aveva paura di un evento del genere. Oltre a lui nessuno ha mai temuto che crollasse la volta celeste. Quanto alla casa, secondo me questa nostra casa non può crollare: l'abbiamo appena costruita, come fa a crollare così facilmente? Riassumendo: in qualunque posto, più del 90 per cento delle persone sono nostri amici, compagni, non dobbiamo averne paura. Ma come si fa ad aver paura delle masse? Non c'è motivo. Chi sono i dirigenti? Il capogruppo, il caposquadra, il segretario della cellula, il direttore della scuola, il segretario del comitato di partito: sono tutti dirigenti; poi c'è il compagno Ke Qingshi, anch'io posso essere considerato un dirigente. Persone come noi hanno comunque un piccolo capitale politico: abbiamo fatto tutti, chi più chi meno, qualcosa per il popolo. Adesso che abbiamo appiccato il fuoco, più del 90 per cento della gente si augura che esso serva a temprare i nostri compagni. Ogni compagno ha qualche difetto, chi non ne ha? "Gli uomini non sono santi, chi può essere senza pecche?", avremo tutti detto o fatto qualcosa di sbagliato, ad esempio di tipo burocratico. Spesso e volentieri senza rendercene conto. Bisognerà "appiccare il fuoco" a scadenze fisse. Come regolarsi in futuro? Pensate sia meglio appiccarlo una volta l'anno, o una ogni tre anni? A mio parere bisognerebbe farlo come minimo due volte ogni piano quinquennale, come il mese intercalare degli anni bisestili nel calendario lunare, che capita una volta in tre anni e due volte in cinque. Sun Wukong, lo scimmiotto, dopo essersi forgiato nel Forno a otto diagrammi del Dio del Potere supremo, ne è uscito più forte di prima. Sun Wukong non era un personaggio formidabile? Lo chiamavano "il grande Santo che eguaglia l'Imperatore celeste", eppure è dovuto passare nel fuoco del Forno a otto diagrammi. Non diciamo che bisogna forgiarsi? La forgia si fa a colpi di martello: il ferro viene fuso negli altiforni e l'acciaio nei forni Martin; una volta fuso, l'acciaio deve essere forgiato, e adesso questo si fa con il maglio a pressione(2). È un martellamento terribile! Anche noi uomini dobbiamo forgiarci. Certi compagni, quando gli chiedi se approvano l'idea di forgiarsi si dichiarano molto favorevoli, "certo, ho molti difetti, vorrei proprio temprarmi un po'". Tutti dicono che vorrebbero temprarsi un po'. Parlarne comunemente è una cosa molto comoda, ma quando c'è da temprarsi davvero, da mettersi sotto il maglio a pressione, allora non ci stanno più, sono terrorizzati. Ora siamo di fronte a una prova del genere. Per tutto un periodo cielo e terra sono stati avvolti dalle tenebre, sole e luna non brillavano più. Soffiavano due tipi di vento: uno era quello della grande maggioranza, composta dagli elementi buoni, che affiggevano dazibao, indicavano i difetti del Partito comunista e chiedevano di cambiare; l'altro era quello di un'infima minoranza di elementi di destra, che ci attaccavano. L'attacco delle due parti era rivolto nella medesima direzione. Ma quello della grande maggioranza era doveroso, giusto. È stato un modo per temprarci. Anche gli attacchi degli elementi di destra sono un modo per temprarci. Ma se parliamo di ciò che ci ha veramente temprato, questa volta dobbiamo ringraziare gli elementi di destra. Sono stati loro che hanno dato più insegnamenti al nostro partito, alle larghe masse, alla classe operaia, ai contadini, ai giovani studenti, e ai partiti democratici. In ogni città c'era un certo numero di elementi di destra che volevano abbatterci. Ora stiamo effettuando una campagna di "accerchiamento e annientamento" nei loro confronti. La nostra è una rivoluzione popolare, la rivoluzione di seicento milioni di uomini diretti dal proletariato, è una causa del popolo. La rivoluzione democratica è stata una causa del popolo, lo sono anche la rivoluzione socialista e la costruzione del socialismo. Allora, la rivoluzione e la costruzione socialista sono cose positive o no? Hanno ottenuto successi? Qual è il loro aspetto essenziale, i successi o gli errori? Gli elementi di destra negano i successi della causa del popolo. Questo è il primo punto. Il secondo è: in che direzione andare? Una è quella del socialismo, l'altra quella del capitalismo. Gli elementi di destra vogliono cambiare direzione e prendere la via del capitalismo. Il terzo punto: se si vuole il socialismo chi è che deve dirigere? Il proletariato o la borghesia? Il Partito comunista o gli elementi di destra della borghesia? Questi ultimi dicono di non volere la direzione del Partito comunista. Secondo me questa volta si è aperto un grande dibattito, centrato proprio su questi tre problemi. È bene che si svolga questo dibattito. Quei problemi non erano stati mai discussi. Nel corso della rivoluzione democratica c'è stata una lunga serie di dibattiti. Dalla fine della dinastia Qing alla rivoluzione del 1911, alla lotta contro Yuan Shikai, alla spedizione contro il Nord, alla guerra di resistenza antigiapponese, ogni volta si è avuto un dibattito. Dovevamo o no resistere al Giappone? Una corrente sosteneva la teoria che le armi decidono di tutto e affermava che la Cina non aveva armi a sufficienza, quindi non poteva resistere al Giappone; l'altra corrente sosteneva che non bisognava aver paura, che la cosa principale sono gli uomini, quindi potevamo batterci anche se inferiori sul piano degli armamenti. Subito dopo c'è stata la guerra di liberazione e anche per questa si è dovuto svolgere un dibattito. I negoziati di Chongqing, la prima Conferenza politico-consultiva di Chongqing, i negoziati di Nanjing [Nanchino], sono state tutte occasioni di dibattiti. Iang Jieshi non dava ascolto a nessuna delle nostre opinioni, alle opinioni del popolo, voleva battersi. Il risultato è stato la sua sconfitta. Quindi nel corso della rivoluzione democratica c'è stata una serie di dibattiti, una lunga preparazione spirituale. La rivoluzione socialista si è sviluppata a ritmo serrato. Nell'arco di sei o sette anni è stata sostanzialmente realizzata la trasformazione socialista della proprietà capitalistica e di quella dei piccoli produttori individuali. Ma la trasformazione degli uomini, benché ci sia stata in una certa misura, lascia ancora molto a desiderare. La trasformazione socialista ha due aspetti: uno è la trasformazione del sistema, l'altro la trasformazione degli uomini. Il sistema non è solo il regime di proprietà, ma anche la sovrastruttura e principalmente gli organi del potere politico e l'ideologia. I giornali, per esempio, fanno parte della sfera dell'ideologia. Alcuni affermano che i giornali non hanno un carattere di classe e non sono uno strumento della lotta di classe. È un'affermazione sbagliata. Almeno sino all'eliminazione dell'imperialismo, i giornali e ogni cosa che riguardi l'ideologia rifletteranno i rapporti di classe. L'educazione scolastica, l'arte e la letteratura sono tutti aspetti dell'ideologia, fanno parte della sovrastruttura e hanno un carattere di classe(3). Le scienze naturali si possono suddividere in due aspetti: di per se stesse non hanno un carattere di classe, ma questo carattere esiste per quanto riguarda chi le studia e chi le utilizza. Nelle università, le facoltà di cinese e di storia sono quelle dove l'idealismo si fa sentire di più. Lo stesso si può dire per gli ambienti del giornalismo. Non crediate che l'idealismo sia presente in larga misura solo nel campo delle scienze sociali, ce n'è abbastanza anche in quello delle scienze naturali. Molti di quelli che operano in questo settore hanno una visione del mondo idealista. Se parli con loro della composizione chimica dell'acqua sono materialisti, l'acqua è composta di due elementi ed essi si basano su questo dato reale. Ma se parli del modo di trasformare la società diventano idealisti. Noi diciamo che il movimento di rettifica mira a rendere migliore il Partito comunista, alcuni di loro dicono che bisogna eliminarlo. Il movimento in corso ha portato alla luce queste situazioni. Quando gli elementi di destra hanno sferrato il loro attacco, la nostra politica è stata la seguente: ascoltare senza dire nulla. È andata così per alcune settimane: ci siamo induriti la pelle del cranio e abbiamo drizzato le orecchie per ascoltare, ma neanche mezza parola da parte nostra. Per di più non abbiamo dato istruzioni ai membri di base della lega e del partito, e nemmeno ai segretari delle cellule e ai comitati di cellula: abbiamo lasciato che si buttassero nella mischia decidendo ciascuno per proprio conto. Nei comitati di partito e in quelli delle cellule generali delle scuole si erano infiltrati dei nemici, ce n'erano, per esempio, nel comitato di partito del Politecnico Qinghua. Se avessimo tenuto una riunione in quella sede i nostri nemici ne sarebbero stati informati. Queste persone venivano definite "insorti". Non ci sono stati generali insorti? Ebbene questi erano "letterati insorti". La cosa faceva piacere sia ai nostri nemici, sia a noi. Loro erano molto contenti nel vedere "insorgere" dei comunisti e per il prossimo "crollo" del partito. Quanti dei nostri sono "crollati" questa volta? A Shanghai non lo so, a Pechino, nelle università, sono crollati circa il 5 per cento dei membri del partito, tra i membri della lega la cifra è più alta, forse il 10 per cento o anche un po' di più. Questi crolli secondo me rientrano perfettamente nella logica delle cose. Che ammontino al 10, al 20, al 30 o al 40 per cento, sono sempre contento di questi crolli. Hanno la testa piena di concezioni borghesi, di idealismo, si sono intrufolati nel Partito comunista e nella lega, si chiamano comunisti, ma in realtà sono anticomunisti o elementi vacillanti. Anche noi quindi siamo contenti quando li vediamo "insorgere". Quando mai abbiamo avuto un'epurazione così a fondo nel partito o nella lega? Sono andati fuori per conto loro, senza bisogno che li epurassimo noi. Ma ora la situazione è cambiata, si è rovesciata. Da quando abbiamo circondato gli elementi di destra e molti, che avevano legami con loro senza essere di destra, hanno cominciato a smascherarli, le "insurrezioni" sono cessate. Adesso gli elementi di destra sono in cattive acque, alcuni si sono ribellati. Ho parlato qui nel mese di marzo e da allora sono trascorsi cento giorni: la situazione è veramente cambiata molto. Questa lotta contro gli elementi di destra è essenzialmente di carattere politico. La lotta di classe ha diverse forme, questa volta è essenzialmente una lotta politica, non militare, né economica. Ci sono aspetti di lotta ideologica? Sì, ma secondo me la lotta politica è l'aspetto principale. La lotta ideologica si svolgerà principalmente nella fase successiva, allora il metodo sarà quello della "brezza leggera e pioggia sottile". La rettifica dello stile di lavoro nel Partito comunista e nella Lega della gioventù è una lotta ideologica. Dobbiamo elevare il nostro livello e studiare veramente un po' di marxismo. Dobbiamo aiutarci veramente l'un l'altro. Abbiamo qualche difetto? C'è in noi un po' di soggettivismo? Di burocratismo? Dobbiamo far lavorare davvero il nostro cervello e riflettere, prendere appunti e dedicarci qualche mese a questo compito, per aumentare il nostro livello di comprensione del marxismo, il nostro livello politico e ideologico. Il contrattacco contro gli elementi di destra probabilmente richiederà ancora qualche decina di giorni, un mese circa. Sarebbe oltretutto difficile continuare a pubblicare tutti i loro discorsi per tutto quest'anno, l'anno prossimo e quello successivo. Gli elementi di destra sono in numero limitato, i loro discorsi sono stati pubblicati quasi tutti, non c'è più molta roba da pubblicare. In seguito ne pubblicheremo ancora qualcuno, in un modo o nell'altro, se ci sarà qualcosa che ne valga la pena. A mio giudizio luglio sarà ancora un mese di tensione per il nostro contrattacco. Agli elementi di destra la cosa che andava più a genio era "il vento impetuoso e la pioggia scrosciante", mentre quella che volevano meno era "la brezza leggera e la pioggia sottile". Noi non eravamo forse per "la brezza leggera e la pioggia sottile"? Essi dicevano che con una pioggerellina quotidiana i germogli marciscono e si rischia la carestia, quindi è meglio il temporale. Qui da voi a Shanghai non c'è stato un tale che ha scritto un articolo intitolato Il corvo gracchia "a mezzogiorno"? È stato proprio quel "corvo" a esprimersi nel modo che ho detto. Essi dicono: voi comunisti siete ingiusti, in passato con noi avete usato il metodo "vento impetuoso e pioggia scrosciante", ora che dovete portare avanti una rettifica al vostro interno siete per quello "brezza leggera e pioggia sottile". In realtà quando abbiamo lanciato il movimento per la trasformazione ideologica, comprese la critica di Hu Shi e di Liang Shuming, le direttive emanate all'interno del partito parlavano di "brezza leggera e pioggia sottile". Le cose a questo mondo procedono sempre in modo tortuoso. Quando si cammina per esempio, non si segue mai una linea retta. Siete mai stati sul monte Mogan? Tanto per salire che per scendere bisogna percorrere diciotto tornanti. La società avanza sempre con un andamento a spirale. Adesso dobbiamo ancora smascherare gli elementi di destra, non possiamo allentare lo sforzo, è ancora necessario usare "il vento impetuoso e la pioggia scrosciante". Essendo stati loro a usarli, ora può sembrare una rappresaglia nei loro confronti. Solo ora gli elementi di destra capiscono i vantaggi del metodo "brezza leggera e pioggia sottile". Poiché stanno per affondare si aggrapperebbero anche a un filo d'erba: come uno che sta per affogare nel fiume Huangpu, si aggrapperebbe a qualsiasi cosa, anche a una paglia. Credo che quel "corvo" ora darebbe il benvenuto alla "brezza leggera" e alla "pioggia sottile". Ma ora è il momento del temporale; passato il mese di luglio, verso agosto, si potrà tornare alla "brezza leggera" e alla "pioggia sottile" perché non ci sarà più molto da smascherare. Gli elementi di destra sono degli ottimi esempi negativi. Da noi in Cina è sempre stato così, abbiamo avuto esempi positivi ed esempi negativi. Gli uomini hanno bisogno di essere educati sia dalle cose positive che da quelle negative. L'imperialismo giapponese è stato per noi il primo grande esempio negativo. In precedenza c'erano stati il governo della dinastia Qing, Yuan Shikai, i Signori della guerra del Nord, poi Jiang Jieshi: tutti eccellenti esempi negativi. Senza di loro il popolo cinese non si sarebbe educato, solo l'educazione in positivo proveniente dal Partito comunista cinese non sarebbe stata sufficiente. Adesso avviene lo stesso. Molte cose che noi abbiamo detto non hanno trovato ascolto. Da parte di chi? Da parte di diverse personalità di centro e in particolare da parte degli elementi di destra. Le prime credevano solo in parte a ciò che dicevamo, in parte ne dubitavano. I secondi non ci ascoltavano affatto, molte cose gliele abbiamo dette, ma non le hanno volute sentire e hanno agito in tutt'altro modo. Noi, per esempio, eravamo per il metodo "unità-critica-unità", ma essi non ci hanno dato retta. Abbiamo detto che nella liquidazione dei controrivoluzionari i successi costituivano l'aspetto principale, e non ci hanno ascoltato. Abbiamo sostenuto la necessità del centralismo democratico e della dittatura democratico popolare diretta dal proletariato, e non ci hanno ascoltato. Abbiamo sostenuto la necessità di unirsi con i paesi socialisti e con tutti i popoli del mondo amanti della pace, e anche in questo non ci hanno dato retta. Per farla breve, non hanno voluto ascoltare nulla di tutte queste cose già dette a suo tempo. C'è ancora un punto su cui in particolare non ci hanno dato ascolto: la necessità di estirpare le erbe velenose. I mostri e i demoni devono essere lasciati uscire allo scoperto e quindi esposti al pubblico: dopo questa esposizione tutti diranno che sono cattivi e che vanno abbattuti. Le erbe velenose devono essere lasciate crescere e poi estirpate, così possono servire da concime. Le abbiamo dette o no queste cose? Certo che le abbiamo dette! Ma le erbe velenose, nonostante tutto, continuano a crescere. Ogni anno i contadini dicono loro che le estirperanno diverse volte nel corso dell'anno, ma le erbe non li ascoltano minimamente e continuano a crescere. Si continuerà a sarchiare per diecimila anni, o un milione di anni, ma le erbe velenose spunteranno ancora. Gli elementi di destra non temevano di essere estirpati perché quando feci quel discorso avevo solo parlato della necessità di estirpare le erbe velenose, ma ancora non eravamo passati ai fatti; essi inoltre non pensavano affatto di essere erbe velenose, bensì fiori profumati, mentre erbe velenose eravamo noi; quindi era noi che bisognava estirpare, non loro. Non avevano pensato che questa sorte doveva toccare proprio a loro. Adesso sono in discussione proprio quei tre problemi ai quali avevo accennato prima. La rivoluzione socialista si è svolta a ritmo serrato, non c'è mai stato un dibattito esauriente, né dentro né fuori il partito, sulla linea generale del nostro partito per il periodo di transizione. È un po' come avviene per il bue che mangia l'erba: prima la inghiotte in tutta fretta per riempirsene il rumine, poi la ritira fuori per masticarla lentamente. Noi abbiamo portato avanti la rivoluzione socialista nel sistema sociale, anzitutto per il regime di proprietà dei mezzi di produzione, in secondo luogo nel campo della sovrastruttura, sia per il regime politico, sia per l'ideologia: ma non abbiamo dato vita ad un dibattito esauriente su queste trasformazioni. Lo abbiamo fatto ora, attraverso i giornali, le conferenze, le assemblee e i dazibao. I dazibao sono una buona cosa, penso che debba essere tramandata alle generazioni future. A noi sono stati tramandati I dialoghi di Kongfuzi, I cinque classici, I tredici classici, Le ventiquattro storie dinastiche, e il dazibao non dovrebbe essere tramandato? Io credo che lo sarà senz'altro. Per esempio, quando in futuro si faranno i movimenti di rettifica nelle fabbriche, ci vorranno o no i dazibao? Secondo me è bene che vengano usati, più sono e meglio sarà. Il dazibao non ha un carattere di classe, è come la lingua. La nostra lingua parlata non ha questo carattere, la usiamo noi quando facciamo dei discorsi, ma la usa anche Jiang Jieshi. Adesso nessuno usa il classico quando parla, non si dice più "qual gaudio invero procuran lo studio e il ritornar sovente su ciò che si apprese", "qual diletto invero procura l'amico da lungi venuto". La lingua parlata è usata sia dal proletariato e dalla borghesia. Il dazibao può essere usato dal proletariato e anche dalla borghesia. Noi siamo convinti che la maggioranza stia dalla parte del proletariato, quindi che il dazibao sia uno strumento che giova al proletariato, non alla borghesia. Per un certo periodo, due o tre settimane, cielo e terra erano avvolti dalle tenebre, il sole e la luna non brillavano più, la situazione sembrava favorevole alla borghesia. Quando dicevamo che bisognava indurirsi la pelle del cranio e resistere, pensavamo a quelle due o tre settimane durante le quali avremmo perso il sonno e l'appetito. Non avete detto che desideravate temprarvi? Bene, perdere sonno e appetito per due o tre settimane è stata una maniera di temprarsi; non si trattava di venire chiusi in un altoforno e bruciati. È stato un bene anche il fatto che molte personalità di centro abbiano vacillato. Vacillando per un po' hanno acquisito esperienza. È la caratteristica degli elementi di centro quella di essere oscillanti, se non fosse così, perché definirli in quel modo? Qui c'è il proletariato e là la borghesia, poi numerosi elementi che si situano tra i due: è un corpo grande nella parte centrale e piccolo alle due estremità. Ma in ultima analisi gli elementi di centro sono buoni, sono alleati del proletariato. Anche la borghesia cercava di farsene degli alleati e per un certo periodo sembrava quasi che lo fossero. Infatti anche loro ci criticavano, ma lo facevano con buone intenzioni. Quando gli elementi di destra hanno visto che quelli di centro ci criticavano, si sono messi a provocare disordini. Qui a Shanghai avete avuto personaggi di destra come Wang Zaoshi, Lu Yi, Chen Renbing, Peng Wenying e anche Wu Yin, che hanno provocato disordini. Come la destra ha provocato disordini, gli elementi di centro hanno perso la bussola. I "progenitori" degli elementi di destra sono Zhang Bojun, Luo Lonqji e Zhang Naiqi, il loro luogo di origine è Pechino. A Pechino più disordini si creano, e più vanno in profondità, tanto meglio andranno le cose. Questo possiamo ricavare dalla nostra esperienza. Poco fa ho parlato dei dazibao, è un problema di metodo, della forma che si adotta per dare battaglia. Il dazibao è una delle armi usate a questo scopo, un'arma leggera alla stregua del fucile, della pistola e del mitra. Aerei e cannoni invece potrebbero essere paragonati al "Wenhuibao", o al "Guangming ribao" e ad altri giornali. Per un certo periodo anche i giornali del partito comunista hanno pubblicato i discorsi degli elementi di destra. Abbiamo diramato l'ordine di pubblicare tutti i loro discorsi nella versione originaria. Abbiamo impiegato questo metodo, e svariati altri, perché le larghe masse venissero educate sia dal positivo che dal negativo. Ad esempio, i lavoratori del "Guangming ribao" e del "Wenhuibao" hanno avuto una profonda lezione. Prima non avevano chiara la differenza che c'è tra un giornale proletario e un giornale borghese, tra un giornale socialista e un giornale capitalista. Per un certo tempo, i loro dirigenti di destra hanno gestito i rispettivi giornali come fossero giornali borghesi. Questi dirigenti odiavano il proletariato e il socialismo. Non davano alle università un orientamento proletario, bensì un orientamento borghese. La borghesia e gli intellettuali provenienti dalla vecchia società devono trasformare se stessi? Hanno un gran timore di questa trasformazione, affermano che induce in loro un complesso detto "d'inferiorità" e che più si trasformano, più si sentono inferiori. È un'opinione sbagliata. Dovrebbero sentirsi più fieri via via che procede la loro trasformazione, avere un senso di fierezza perché sono divenuti consapevoli dell'esigenza di trasformarsi. Sono dotati di una elevata "coscienza di classe", ritengono di non avere alcun bisogno di trasformare se stessi, vorrebbero, al contrario, trasformare il proletariato. Vorrebbero trasformare il mondo a immagine e somiglianza della borghesia, mentre il proletariato vuole trasformarlo a propria immagine e somiglianza. Secondo la mia opinione, la grande maggioranza, oltre il 90 per cento, dopo un processo di incertezza, riflessione, riluttanza, tentennamenti, alla fine arriverà ad accettare di buon grado la trasformazione. E più si trasformerà, più avvertirà l'esigenza di farlo. Anche il Partito comunista si trasforma, la rettifica è una trasformazione, e in futuro ve ne saranno altre. Pensate che dopo questa non se ne faranno più? Che dopo questo movimento di rettifica non vi sarà più burocratismo? Non passeranno due o tre anni e alcuni se ne saranno dimenticati, così il burocratismo verrà fuori di nuovo. Gli uomini sono fatti in questo modo, dimenticano facilmente. Quindi dopo un po' di tempo bisognerà procedere a una nuova rettifica. Se ne ha bisogno il Partito comunista, come possono la borghesia e gli intellettuali provenienti dalla vecchia società fare a meno della rettifica, della trasformazione? Ne hanno bisogno anche di più. Ora i partiti democratici non stanno forse portando avanti il loro movimento di rettifica? La stessa cosa deve essere fatta in tutta la società. Che c'è di male se si rettifica lo stile di lavoro? Oltretutto non si tratta di cose di nessuna importanza, bensì di grosse questioni, di problemi di linea politica. Adesso per i partiti democratici il fulcro della rettifica sta nei problemi di linea, nella liquidazione della linea controrivoluzionaria della destra borghese. Io trovo che questo è giusto. Per il Partito comunista, invece, oggi il fulcro non sta nei problemi di linea, ma in quelli dello stile di lavoro. Per i partiti democratici i problemi di stile di lavoro oggi sono secondari, l'essenziale è quello di quale linea seguire. La linea controrivoluzionaria di Zhang Bojun, Luo Longji, Zhang Naiqi, Chen Renbing, Peng Wenying, Lu Yin, Sun Dayu, oppure un'altra? Anzitutto devono chiarire questo problema, devono chiarire i tre problemi di cui ho parlato: i risultati della rivoluzione e della costruzione socialista, il lavoro fatto da centinaia di migliaia di uomini, sono positivi o negativi? Bisogna prendere la via del socialismo o quella del capitalismo? Se si vuol fare il socialismo, quale partito deve dirigere? L'alleanza Zhang-Luo, o il Partito comunista? Che si svolga un grande dibattito per chiarire i problemi di linea. Anche nel Partito comunista vi sono problemi di linea. I casi degli elementi "insorti" - gli elementi di destra all'interno del partito e della lega - costituiscono un problema di linea. Il dogmatismo non è un problema di questo tipo perché non ha dato vita a una linea. Nella storia del nostro partito il dogmatismo più di una volta è stato un problema di linea, perché in quelle occasioni aveva formato un suo sistema, una politica, un programma. Non si può dire lo stesso per il dogmatismo di oggi: questo presenta certi aspetti di rigidità, che tuttavia si sono un po' ammorbiditi con i colpi di martello e il calore del fuoco cui è stato sottoposto. I dirigenti dei vari organismi, delle università, delle fabbriche, non stanno forse "scendendo dalle scale"?(4) Essi, rifiutato lo stile di lavoro del Guomindang e i modi di fare dei notabili, non si comportano più da burocrati e da dignitari. I direttori delle cooperative coltivano i campi insieme alle masse, i direttori e i segretari dei comitati di partito delle fabbriche vanno nei reparti e lavorano insieme agli operai, il burocratismo è molto diminuito. Una rettifica di questo genere dovrà essere fatta ancora in futuro. Bisogna affiggere dazibao, tenere dibattiti e risolvere una dopo l'altra le diverse categorie di problemi, vedendo tutto ciò che si deve correggere e ciò che si deve criticare. C'è poi l'altra esigenza, quella di elevare il nostro livello e studiare un po' di marxismo. Io credo che la grande maggioranza dei cinesi siano brave persone, che la nostra sia una brava nazione. È molto ragionevole, entusiasta, intelligente e coraggiosa. Spero che si crei un'atmosfera in cui si abbia sia centralismo e unità, sia vivacità che dinamismo, cioè che vi siano insieme centralismo e democrazia, disciplina e libertà. Devono esserci entrambi gli aspetti, non uno solo: non solo centralismo e disciplina, per cui si tappa la bocca alla gente, non le si permette di parlare, non si permette nemmeno di criticare le cose sbagliate. Bisogna incoraggiare la gente a parlare, deve esserci un'atmosfera di vivacità e di dinamismo. Per tutte le critiche e le opinioni avanzate con buone intenzioni deve valere il principio "chi parla non ha colpa"; per quanto aspre siano le critiche, e anche se ci copre di ingiurie, nessuno deve essere considerato colpevole, punito, o costretto a calzare scarpe strette. Con le scarpe strette ai piedi non si sta bene. A chi le facciamo calzare? Adesso le facciamo calzare agli elementi di destra. È necessario che le calzino un po'. Non bisogna aver paura delle masse, ma stare insieme a loro. Certi compagni hanno paura delle masse come dell'acqua. Voi nuotate o no? Io, dovunque vado, incoraggio tutti a praticare il nuoto. L'acqua è una cosa buona. Basta che vi esercitiate un'ora al giorno, senza interruzioni, che andiate in acqua oggi, domani e così di seguito, per cento giorni, vi garantisco che imparerete a nuotare. Prima cosa, non chiedete aiuto a un istruttore, seconda, non usate la ciambella di gomma, se userete la ciambella non imparerete. "Ma la mia vita è importante, io non so nuotare!". Allora, prima andate dove l'acqua è bassa. Dei cento giorni previsti dedicatene trenta a esercitarvi nell'acqua bassa, così imparerete i movimenti. Una volta fatto questo potrete andare o nel Fiume Azzurro o nell'Oceano Pacifico, non c'è differenza, sarà sempre acqua, niente altro che questa. Qualcuno dice che se si va a fondo in piscina ti tirano su immediatamente e non si muore; invece nuotare nel Fiume Azzurro è terribile, la corrente è così rapida che se vai a fondo dove ti ripescano? Con questo argomento spaventano la gente. Secondo me sono discorsi da profani. Prima i nostri campioni di nuoto, gli istruttori e i professori di nuoto delle piscine non osavano buttarsi nel Fiume Azzurro, adesso lo fanno. Qui da voi non nuotano forse nel fiume Huangpu? Tanto lo Huangpu che il Fiume Azzurro sono piscine dove non si paga un centesimo. Se vogliamo ricorrere ad una similitudine, il popolo è come l'acqua e i dirigenti di ogni livello come le persone che nuotano: devono stare nell'acqua seguendone il corso, non nuotare in senso contrario. Non ingiuriate le masse operaie, contadine, studentesche, la maggioranza dei membri dei partiti democratici e degli intellettuali: non dovete contrapporvi alle masse ma stare con loro. Anche le masse possono sbagliare. Quando sbagliano noi dobbiamo spiegare le ragioni nel modo dovuto; se non ci ascoltano, aspettiamo e riprendiamo il discorso appena se ne presenta l'occasione. Comunque non dobbiamo separarci da loro, proprio come non possiamo separarci dall'acqua quando nuotiamo. Quando Liu Bei ebbe al suo fianco Zhuge Liang disse di sentirsi "come il pesce che ha trovato l'acqua" ed era vero: che i loro rapporti fossero come quelli tra il pesce e l'acqua non sta scritto solo nei romanzi, ma anche nei testi storici. Le masse sono i Zhuge Liang e i dirigenti sono i Liu Bei. Gli uni dirigono e gli altri sono diretti. La saggezza deriva tutta dalle masse. Io ho sempre affermato che gli intellettuali sono i più ignoranti - se vogliamo dire le cose fino in fondo. Quando gli intellettuali si pavoneggiano dispiegano una coda che supera quella dello scimmiotto Sun Wukong. Sun era capace di compiere settantadue metamorfosi e in una di queste la sua coda assumeva la forma dell'asta di un vessillo - lunga fino a quel punto! L'intellettuale che si pavoneggia mette in mostra una coda impressionante! "Se non sono il numero uno su questa terra, comunque sono il numero due". "Che cosa volete che contino operai e contadini? Sono solo ignoranti, sanno sì e no leggere e scrivere". Eppure, quando si tratta di problemi di importanza capitale, a decidere, in ultima analisi, non sono gli intellettuali, bensì i lavoratori e la loro parte più avanzata, ossia il proletariato. Deve essere il proletariato a dirigere la borghesia, o viceversa? È il proletariato che deve dirigere gli intellettuali, o viceversa? Gli intellettuali devono diventare intellettuali del proletariato, non hanno altre vie d'uscita. "Se la pelle non c'è più, a cosa si attaccheranno i peli?"(5). In passato gli intellettuali erano come "peli" attaccati a cinque tipi di "pelle", da cui traevano sostentamento. Il primo tipo era la proprietà imperialista; il secondo, la proprietà feudale; il terzo, la proprietà del capitalismo burocratico. La rivoluzione democratica non ha rovesciato queste tre grandi montagne? Essa ha abbattuto l'imperialismo, il feudalesimo, il capitalismo burocratico. Il quarto tipo di pelle era la proprietà del capitalismo nazionale, il quinto, la proprietà dei piccoli produttori, ossia la proprietà individuale dei contadini e degli artigiani. Gli intellettuali in passato erano attaccati o ai primi tre tipi di pelle, o ai secondi due, da lì traevano il loro sostentamento. Adesso esistono ancora questi cinque tipi di pelle? "La pelle non c'è più". L'imperialismo ha tagliato la corda e le sue proprietà le abbiamo prese noi. La proprietà feudale è stata eliminata, la terra è andata ai contadini e ora si sono costituite le cooperative. Le imprese del capitale burocratico sono state tutte nazionalizzate. L'industria e il commercio capitalisti hanno realizzato la gestione mista privata-statale e sostanzialmente (non ancora completamente) sono diventati socialisti. La proprietà individuale dei contadini e degli artigiani è diventata proprietà collettiva, anche se questo regime non è ancora consolidato e occorrerà qualche anno prima che possa esserlo. Quei cinque tipi di "pelle" non ci sono più, ma ancora esercitano la loro influenza sul "pelo", sui capitalisti e sugli intellettuali. Nella loro mente è sempre impresso il ricordo di quella pelle, la ricordano anche sognando. Le persone venute dalla vecchia società, dalla vecchia orbita, restano sempre sentimentalmente legate al loro modo di vita e alle abitudini di un tempo. Per questo la trasformazione degli uomini richiede un tempo più lungo. Oggi a quale tipo di pelle devono attaccarsi gli intellettuali? A quella della proprietà pubblica, al proletariato. Chi è che dà loro da vivere? Gli operai e i contadini. Gli intellettuali sono professori assunti dalla classe operaia e dai lavoratori perché insegnino ai propri figli; se non dànno retta ai loro padroni e vogliono insegnare il loro sistema, lo stile stereotipato, il confucianesimo, oppure l'armamentario del capitalismo, formando dei controrivoluzionari, il proletariato non accetterà, toglierà loro il posto e l'anno seguente non rinnoverà l'incarico. Cento giorni or sono ho detto qui che gli intellettuali provenienti dalla vecchia società non hanno più basi, hanno perso le loro basi economico-sociali d'origine, ossia quei cinque tipi di pelle che non ci sono più: quindi non possono fare a meno di aderire a una nuova pelle. Alcuni intellettuali adesso sono come i quindici recipienti delle ruote per sollevare l'acqua: otto in alto e sette in basso. Sono sospesi a mezz'aria, non toccano né il cielo, né la terra. Direi che queste persone somigliano al "signore sulla trave"(6), se ne stanno appollaiati in alto, vorrebbero tornare a casa loro, ma non c'è più nessuno, quella pelle non c'è più, tornare non è possibile. Sono rimasti senza casa e d'altra parte non sono neanche disposti ad appoggiarsi di buon animo al proletariato, provare un qualche attaccamento per esso, farsi degli amici tra gli operai e i contadini. Invece non vogliono, sanno che certe cose non ci sono più, ma ancora le rimpiangono. Ora li esortiamo a prendere coscienza. Dopo questo grande dibattito, credo che in qualche misura ci riusciranno. Gli intellettuali che si trovano, in una posizione di centro devono prendere coscienza e non devono alzare troppo la cresta, perché le loro conoscenze sono limitate. Io dico che queste persone sono intellettuali, ma in un certo senso non lo sono: sarebbe più giusto chiamarli semintellettuali. Infatti le loro conoscenze non sono molte e non appena si parla di questioni di principio commettono errori. Non parliamo degli intellettuali che sono elementi di destra, quelli sono reazionari. Quello che non va negli intellettuali di centro è che sono oscillanti; non discernono chiaramente l'orientamento e in certi momenti perdono la bussola. Se avete tante conoscenze, come mai commettete errori? Siete così ferrati, avete alzato tanto la cresta, allora perché oscillate? Siete come un ciuffo d'erba sul muro che si inclina da una parte e dall'altra a seconda del vento. Evidentemente le vostre conoscenze non sono poi così ricche. Da questo punto di vista, chi ha più conoscenze sono gli operai e, tra i contadini, i semiproletari. A loro è bastata un'occhiata per capire che la mercanzia di Sun Dayu era paccottiglia. Chi è allora che ha un livello di conoscenza più alto? Quelli che sanno a stento leggere e scrivere. Per decidere sulla situazione complessiva e sugli indirizzi di fondo bisogna rivolgersi al proletariato. Io sono fatto così: se c'è da fare qualcosa, da prendere decisioni di grande importanza, devo assolutamente chiedere il parere alle masse operaie e contadine, discutere e consultarmi con loro, consultarmi con i quadri più vicini a loro, per vedere se una cosa è fattibile o no. Per far questo bisogna andare in giro nelle varie zone. Restarsene in permanenza a Pechino sarebbe micidiale, a Pechino non viene fuori nulla, non ci sono materie prime! Le materie prime si ottengono tutte dagli operai e dai contadini, dalle situazioni locali. Il Comitato centrale del partito è come una fabbrica che trasforma quelle materie prime in prodotti finiti; il processo di lavorazione deve essere compiuto bene, altrimenti si fanno errori. Le conoscenze provengono dalle masse. Che cosa si intende per giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo? Cercare la verità a partire dai fatti, seguire la linea di massa. In ultima analisi si tratta della linea di massa. Non dobbiamo staccarci dalle masse, i nostri rapporti con le masse debbono essere come quelli del pesce, o del nuotatore, con l'acqua. Bisogna abbattere gli elementi di destra con una bastonata? Infliggere loro qualche colpo è necessario, altrimenti si fingeranno morti. Gente del genere, si può fare a meno di attaccarla e chiederle conto delle sue azioni? È indispensabile attaccarli. Ma lo scopo del nostro attacco è farli tornare sui loro passi. Noi utilizziamo tutti i metodi per rendere efficace il nostro attacco, in modo da isolarli completamente: allora è possibile tirarli dalla nostra parte; se non tutti almeno qualcuno. Sono intellettuali, alcuni sono intellettuali di alto livello, tirarli dalla nostra parte è utile. Se ci riusciamo potremo dar loro qualcosa da fare. Questa volta inoltre ci hanno reso un grosso servizio, hanno svolto la funzione di esempi negativi, hanno educato il popolo in questo senso. Non abbiamo intenzione di gettarli nel Huangpu, il nostro atteggiamento è sempre quello di curare la malattia per salvare il malato. Alcuni di loro probabilmente non sono disposti a passare dalla nostra parte. Se tipi come Sun Dayu si intestardiscono e rifiutano di cambiare, tanto peggio. Ora abbiamo molte cose da fare, non possiamo certo stare ad attaccarli ogni giorno e andare avanti per cinquant'anni! Se certuni di loro non vogliono cambiare le loro idee che se le portino dietro nella bara per andare a trovare il re dell'inferno. Potranno dirgli: "Sono un difensore di quei cinque tipi di pelle, ho una tempra molto solida, i comunisti e le masse popolari hanno lottato contro di me, ma non mi sono piegato e ne sono uscito sano e salvo". Tuttavia dovrebbero sapere che oggi è cambiato anche l'inferno. I re laggiù sono, in ordine, Marx, Engels e Lenin. Adesso ci sono due inferni: in quello del mondo capitalista probabilmente c'è ancora il re di un tempo, in quello del mondo socialista, i re sono quei tre che ho detto. Secondo me gli elementi di destra che si ostinano e non cambiano saranno puniti anche tra cento anni. |