Per responsabilità del governo del socialista Socrates Massacro sociale in Portogallo Previsti 4 anni di lacrime e sangue L'8 Marzo il governo del socialista José Socrates ha varato il progetto del piano anticrisi che dovrebbe riportare entro il 2013 il disavanzo pubblico dall'attuale 9,3% del Pil al 2,8%. Un progetto che sarà inviato a Bruxelles per l'approvazione da parte dell'Unione europea e che sarà concordato nei dettagli, ha promesso il governo, con le organizzazioni sindacali e padronali. Il piano prevede una pesante riduzione della spesa pubblica e degli investimenti statali, l'avvio di un consistente programma di privatizzazioni per un importo complessivo di 6 miliardi ma soprattutto impone pesanti sacrifici ai lavoratori e alle masse popolari, prospetta un massacro sociale per i prossimi 4 anni. Fra le misure annunciate ci sono il congelamento degli stipendi del settore pubblico per il 2010 e il "forte contenimento", ossia l'aumento al di sotto del tasso di inflazione, di salari e sussidi di disoccupazione nei prossimi 3 anni; la privatizzazione di parte o in toto di aziende pubbliche quali Energias de Portugal (Edp), la petrolifera Galp Energia, Redes Energeticas Nacionais (Ren), la compagna aerea Tap, i servizi postali Correios de Portugal (Ctt), la Caixa Geral de Depositos. Le spese sociali e di personale rappresentano in Portogallo il 75% del totale delle uscite, ha lamentato il ministro delle Finanze, Fernando Teixeira dos Santos, sono troppe per un paese alle prese con la pesante crisi e quindi diventerebbe necessario mettere un limite agli aiuti di carattere sociale e in particolare di abolire le misure di carattere straordinario introdotte nel 2009 a favore dei disoccupati di lunga durata e dei giovani. Una riprova che il governo sceglie di colpire sempre i più deboli, ora che il tasso di disoccupazione è aumentato al 10,5% della popolazione attiva, il quarto più alto dei paesi dell'eurozona. Contro l'annunciato taglio ai salari e ai servizi pubblici già il 4 marzo erano scesi in sciopero i dipendenti statali. Per tutta la giornata erano rimasti chiusi gli uffici, i tribunali, le scuole, gli ospedali, bloccati i servizi municipali. "Tagliare i salari non è il modo appropriato per combattere la crisi economica, noi non possiamo accettarlo. Io credo che anche qui da noi sia necessario uno scenario tipo lo sciopero generale in Grecia", sostenevano i sindacati Cgtp e Ugt che preparano uno sciopero generale, il primo da oltre un decennio, per una larga mobilitazione dei lavoratori contro il piano di lacrime e sangue del governo socialista, come in Grecia. 17 marzo 2010 |