La strategia del presidente della Russia Medvedev: Abbattere ogni residuo passato sovietico. Fare della Russia una moderna superpotenza capitalista A rischio un milione di posti di lavoro Nella sala di San Giorgio al Cremlino, di fronte alle camere riunite e al governo di Vladimir Putin presente al gran completo, il presidente russo Dimitri Medvedev ha tenuto lo scorso 12 novembre il discorso annuale sullo stato della nazione, centrato sul tema della necessità di una completa modernizzazione dell'economia del paese. Una modernizzazione costruita eliminando ogni residuo del passato sovietico, quantunque revisionista, per fare della Russia del XXI secolo una moderna superpotenza capitalista. "L'attuale economia russa è inefficiente, le strutture sociali sono semisovietiche, la democrazia è malata", ha attaccato Medvedev per sentenziare che "le conquiste della vecchia Urss non bastano più". "Il declino economico causato dalla crisi globale in Russia è stato più duro che altrove", su base annuale il prodotto interno lordo (Pil) è sceso dell'8,9% nel terzo trimestre, per cui la Russia, ha affermato Medvedev, "ha bisogno di essere modernizzata da cima a fondo, sarà una 'prima' nel nostro Paese, basata sui valori e le istituzioni democratiche. Dobbiamo avere una profonda fede nella necessità e nella possibilità di ottenere lo status di potenza mondiale, in modo completamente nuovo. Il prestigio della patria e il benessere nazionale non possono essere fondati per sempre sulle realizzazioni del passato. Il complesso industriale per la produzione di petrolio e gas, che fornisce la maggior parte delle entrate, le armi nucleari per garantire la nostra sicurezza, le infrastrutture, tutto questo è stato creato dagli specialisti sovietici, non da noi, e ancora riesce a mantenerci a galla, ma sta velocemente invecchiando fisicamente e moralmente". Ha sostenuto che i suoi predecessori, senza fare nomi, non hanno fatto niente per migliorare l'economia. Lui è pronto ad agire: "dobbiamo sbarazzarci delle holding statali", dobbiamo porre fine alla "squallida esistenza di aziende statali vetuste, senza futuro". Non ha spiegato però come intende procedere nel piano di liquidazione delle aziende statali e non è una cosa di poco conto dato che non potrà che peggiorare una situazione che a causa della crisi economica mette già "a rischio di licenziamento un milione di lavoratori". Ma non sembrano queste le preoccupazioni di Medvedev, impegnato a perorare la causa di una Russia che deve diventare una moderna superpotenza capitalista, che si deve "trasformare in un'economia altamente tecnologica", con i parchi informatici come l'americana Silicon Valley, e con una spinta all'innovazione in cinque settori considerati chiave come energia, nucleare, informazione, ricerca spaziale e farmaceutica. Nello stesso tempo devono essere più moderne e efficienti anche le forze militari russe che nel 2010, ha annunciato Medvedev, avranno 30 nuovi missili balistici intercontintali, 5 batterie Iskander, 3 sottomarini nucleari, una corvetta, 11 nuovi satelliti. 25 novembre 2009 |