Chiamandoli "Villaggi della Gioventù" La Meloni lancia i "centri sociali" governativi per irreggimentare i giovani Casa Pound Italia sostiene l'iniziativa I "villaggi" ricordano sinistramente la "Casa della Gioventù" di Mussolini di Federico Picerni* Il governo del neoduce Berlusconi continua a passo di marcia la sua offensiva contro i giovani, con la gerarca alla Gioventù Giorgia Meloni a dirigere l'attacco. Dopo il "Campo giovani", la nuova "trovata" della Meloni sono i "Villaggi della gioventù", una sorta di "centri sociali" di destra finanziati e di fatto diretti dal governo, funzionali al regime neofascista. Centri, questi, che ricordano sinistramente la "Casa della gioventù", istituita dal regime di Mussolini per irreggimentare i giovani e inglobarli nell'allora "gioventù italiana del littorio". Ed ecco il neoduce emulare ancora una volta il suo nero maestro! I "Villaggi della gioventù" altro non sono che le comunità giovanili che prendono forma. Il ddl sul finanziamento da parte del governo delle comunità giovanili era già stato approvato il 1° agosto scorso dal Consiglio dei ministri; il testo prevedeva il sostegno, da parte del governo, delle comunità giovanili intese come alternative "alla cultura dello sballo e dei centri sociali", ma le obbligava ad iscriversi ad un apposito registro nazionale presso il Dipartimento della Gioventù ed istituiva un Osservatorio nazionale, con il compito di "promuovere" (leggi regolare) le attività delle comunità giovanili, che si troverebbe alle dirette dipendenze della presidenza del Consiglio. Alle dipendenze di quest'ultima vi è anche il Fondo nazionale per le comunità giovanili. Tutto ciò fa chiaramente capire che queste comunità sono sotto lo stretto controllo del regime: infatti o si sottomettono al governo, ricevendo così sussidi e finanziamenti, o sono destinate a marcire. Ora, compiendo il passo successivo, la Meloni vuole concretizzare le comunità giovanili di regime lanciando i "Villaggi della gioventù". Luoghi, dice la gerarca, dove si ballerà, si farà sport, si faranno mostre e si presenteranno libri, luoghi che saranno gestiti da "ragazzi con meno di 30 anni". Anche se è evidente che a gestire questi centri sarà solamente il governo e sarà il governo a dettare legge per irreggimentare i giovani e incanalare la loro rabbia nei confronti delle istituzioni borghesi, rendendola così inoffensiva. A dirlo non siamo noi, ma la Meloni stessa, la quale, in visita a Forlì per sostenere la candidatura di Carlo Malferrari (responsabile locale di Azione giovani), ha detto che i "Villaggi" sono diretti principalmente alle periferie "per riaffermare la presenza dello Stato". Pur ribadendo (ma non troppo) che i "Villaggi" non vogliono essere un'alternativa di destra ai centri sociali, a questi la Meloni ha comunque teso la mano, invitandoli a diventare comunità giovanili "se sottostanno ai vincoli", quindi se rinunciano ad essere ambienti di protesta e si sottomettono al regime. La Meloni non ha nessuna intenzione di aiutare i centri sociali, piuttosto di strangolarli per assicurare il massimo "monopolio giovanile" possibile alle sue comunità. Peraltro il lancio dei "Villaggi" è stato accolto con grande soddisfazione dal governo, che ha già stanziato 5 milioni di euro all'anno per un biennio per permetterne la fondazione effettiva. Ciliegina sulla torta, applausi alla Meloni sono arrivati da Gianluca Iannone, presidente di Casa Pound Italia, il quale ha detto che si tratta di "un'iniziativa meritevole contro il degrado: finalmente lo Stato sta tornando a fare lo Stato". Se anche i fascisti dichiarati di Casa Pound identificano nel neoduce Berlusconi e nel suo governo i propri modelli, questo dovrebbe essere la conferma, per chi ha ancora dei dubbi sulla natura del regime neofascista, della correttezza delle nostre denunce in merito. * Responsabile per il lavoro giovanile del CC del PMLI 17 giugno 2009 |