Per essere un buon membro candidato del PMLI di Claudia Del Decennale La candidatura è il momento iniziale e fondamentale della militanza nel PMLI, perciò il Partito ha deciso di dedicarvi una riflessione per dare delle armi ideologiche e pratiche ai nuovi compagni e alle istanze che devono formare il candidato. La domanda è: Come si fa ad essere un buon membro candidato del PMLI? Anzitutto occorre comprendere a fondo, e averne consapevolezza, due questioni principali, ossia la natura, lo scopo e la funzione del Partito e le caratteristiche della militanza marxista-leninista, acquisendo piena visione dei principi che la ispirano e delle questioni pratiche. Questo come base per chi vuole militare nel PMLI al fine di improntare una futura buona militanza. Il Partito La teoria che guida e ispira il PMLI è il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, una teoria scientifica che dà l'orientamento ideologico, politico, organizzativo e pratico di classe; una teoria sulla quale sono fondati lo Statuto e il Programma del Partito. Acquisire questa teoria, vuol dire avere una corretta visione del Partito. Ma perché c'è la necessità del Partito del proletariato? Quali sono il suo scopo e la sua funzione? Ecco cosa ci ha insegnato al riguardo Mao in un discorso pronunciato all'inaugurazione della scuola di Partito del CC del PCC: "Perché occorre un partito rivoluzionario? Perché nel mondo il popolo oppresso dai suoi nemici vuole liberarsi dalla loro oppressione. Nell'epoca del capitalismo e dell'imperialismo è necessario un partito rivoluzionario come il partito comunista. Senza un tale partito il popolo non può assolutamente rovesciare i nemici che l'opprimono. Noi siamo dei comunisti, e dobbiamo guidare il popolo nella lotta per rovesciare i suoi nemici; per questo le nostre file devono essere ordinate, e marciare all'unisono, i nostri combattenti devono essere scelti e le armi efficienti. Senza queste condizioni non riusciremo a distruggere i nemici''.(1) Non è quindi attraverso il "pluralismo" ideologico e dei partiti, tanto osannato e pubblicizzato dalla borghesia e dai revisionisti, che la classe operaia può abbattere il capitalismo, ma lo può fare solo se darà forza ad un Partito che difenda gli interessi e i bisogni immediati delle masse popolari avanzando verso la rivoluzione socialista per la dittatura del proletariato, e questi sono gli obiettivi del PMLI. Per riunire la classe operaia e avanzare nella lotta di classe ci vuole un Partito marxista-leninista e non lo spontaneismo, l'avventurismo e il terrorismo, vecchie tesi e pratiche che trovano fondamento ed origine nell'anarchismo, nel trotzkismo e nell'"ultrasinistrismo''. Ecco come Stalin definisce il Partito in "Principi del leninismo": 1) Il partito, reparto di avanguardia della classe operaia; 2) Il partito, reparto organizzato della classe operaia; 3) Il partito, forma suprema dell'organizzazione di classe del proletariato; 4) Il partito, strumento della dittatura del proletariato; 5) Il partito, unità di volontà, incompatibile con l'esistenza di frazioni; 6) Il partito si rafforza epurandosi dagli elementi opportunisti. Questi sono i principi del PMLI che è l'espressione politico-organizzativa più avanzata dell'esperienza storica accumulata dal proletariato italiano. Le caratteristiche fondamentali del PMLI possono essere sintetizzate in queste semplici, esplicite e significative parole pronunciate dal Segretario generale compagno Giovanni Scuderi al Congresso di fondazione del PMLI: "Il Partito marxista-leninista è lo strumento principale dell'emancipazione del proletariato, è l'elemento determinante delle sue avanzate e delle sue vittorie, il tessitore e coordinatore di tutte le alleanze di classe e dei suoi piani per la conquista del potere politico; ma affinché il nostro Partito sia tutto questo dobbiamo tenere sempre a mente le sue caratteristiche fondamentali, che sono così concretizzate nel nostro Statuto: il Partito marxista-leninista italiano è l'avanguardia cosciente e organizzata del proletariato, la forma suprema di organizzazione del proletariato e un reparto del movimento comunista internazionale. Queste caratteristiche vogliono dire in ultima analisi che la classe operaia è e deve essere padrona del suo Partito, che deve dirigere non solo attraverso la propria ideologia e i propri ideali e interessi di classe, ma anche mediante i suoi combattenti d'avanguardia, che devono rappresentare la testa e la colonna vertebrale del Partito".(2) Del Partito non bisogna però avere una visione idealista e un culto metafisico. Il Partito è un corpo vivo con delle inevitabili contraddizioni in cui vige la lotta tra le due linee, e si muove sulla base dello spirito rivoluzionario dei suoi militanti, del loro impegno e della corretta concezione che hanno di esso. Oggi va difeso a spada tratta e sostenuto, perché veicolo e strumento decisivo per il successo delle lotte immediate, della rivoluzione socialista, e per la conquista e il consolidamento della dittatura del proletariato, come dimostrato nella pratica della Rivoluzione d'Ottobre e della rivoluzione cinese, ma un domani, dopo che si concluderà il lungo periodo del socialismo, anche esso come lo Stato si estinguerà e non avrà più necessità di esistere poiché nel comunismo non vi saranno più le classi e la lotta di classe, anche se perdureranno le contraddizioni in seno al popolo. Attualmente però il primo impegno dei sinceri rivoluzionari è di unirsi, militare nel PMLI e costruirlo forte, grande e radicato tra le masse. La militanza La militanza marxista-leninista è una scelta di vita che comprende il pieno coinvolgimento ideologico, politico e pratico dei militanti. Non significa semplicemente avere la tessera del Partito, che si ottiene una volta divenuti membri effettivi, ma essere sempre degni di possederla e fregiarsi del titolo di membro del Partito. Significa partecipare in modo totale, integrale, convinto e dinamico alle vicende del Partito, alle sue battaglie vittoriose e ai suoi passaggi difficili, al suo sviluppo e radicamento nella classe operaia e nelle masse e alla realizzazione di tutti i suoi obiettivi tattici e strategici. Come sosteneva Mao: "Un comunista deve essere di ampie vedute, sincero, leale e attivo, deve mettere gli interessi della rivoluzione al di sopra della sua stessa vita e subordinare gli interessi personali a quelli della rivoluzione; sempre ed ovunque, deve essere fedele ai principi giusti e condurre una lotta instancabile contro ogni idea e azione errata, in modo da consolidare la vita collettiva del Partito e rafforzare i legami tra il Partito e le masse; deve pensare più al Partito e alle masse che agli individui, più agli altri che a se stesso. Solo così può essere considerato un comunista".(3) Ecco l'essenza e le indicazioni per ogni militante marxista-leninista. In questa sintesi si ritrova anche l'importantissima e preziosa militanza femminile. Anch'essa nel PMLI assume caratteristiche completamente nuove rispetto a quella degli altri partiti. Alle donne che entrano nel PMLI viene chiesto di abbandonare la concezione borghese del mondo che le vuole mamme, figlie, mogli, al servizio della famiglia, oggetti sessuali, e di divenire delle donne nuove, combattenti di avanguardia, coscienti, attive e preparate. Delle militanti rosse che con l'aiuto del Partito e del marxismo-leninismo-pensiero di Mao siano d'esempio per tutte le donne sfruttate e oppresse, d'esempio nel fare propria e diffondere una morale, una cultura e una concezione della donna, della famiglia e dei rapporti personali e di coppia veramente proletari e rivoluzionari; militanti rosse come forza determinante per lo sviluppo e il radicamento del Partito e per il raggiungimento della dittatura del proletariato. Le donne che nella società capitalista sono doppiamente sfruttate rispetto agli uomini, devono essere ancor più forti e combattive adoperando l'arma della militanza marxista-leninista come fuoco contro la borghesia. Attualmente in settori dell'"antagonismo" è in corso un dibattito sul significato della militanza. Un dibattito portato avanti, manco a dirlo, proprio dal cosiddetto leader della "sinistra", Bertinotti, alle cui tesi si affiancano quelle di alcuni centri sociali e dell'area cattolica. Tutti d'accordo nel negare la validità della classica militanza marxista-leninista e nel sostenere che esistono più forme di militanza. Bertinotti, a proposito della militanza, ha detto: "È vero che le nuove forme della militanza si sono moltiplicate soprattutto in Italia e Francia perché lì c'è stata una più forte sinistra anticapitalista. Non so quanto numerose siano le nuove forme della militanza ma una cosa la so: è paradossalmente più facile definire queste che non quella tradizionale che si è rotta''.(4) E ancora: "... proviamo a disegnare una mappa delle militanze partendo da quello su cui siamo d'accordo: la necessità di superare qualsiasi integrismo. Bandiamo quindi la presunzione che esista una sola militanza o una gerarchia di militanze che ne metta una al primo posto. La storia della militanza ha messo in luce due forme prevalenti: una che trae origine dal movimento operaio e l'altra religiosa...''.(5) Eh no, "caro" Bertinotti, "niente si è rotto", negli insegnamenti dei grandi Maestri del proletariato internazionale, e non si possono confondere e omologare la militanza in un Partito rivoluzionario con quella della pratica religiosa. È solo che tu e i tuoi compari revisionisti, neorevisionisti e trotzkisti avete affossato la militanza marxista-leninista, termine che tu hai bandito, mentre come viene insegnato ai bambini ogni cosa ha un suo nome, ma tu non sei più un bambino, bensì un falso comunista. Dalle parole di Bertinotti e dal suo operare è palese che la sua idea di militanza non permette di lottare per la causa dell'emancipazione del proletariato e con essa di tutta l'umanità, la causa più nobile di tutti i tempi. La sua non è una militanza come scelta di vita, la sola che ci permetta di essere protagonisti e non spettatori della vita del Partito, del raggiungimento dei comuni obiettivi. "Caro" Bertinotti, i militanti che si impegnano nel PMLI seguono i principi che ispirarono i nostri cinque Maestri Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao (che non sono i tuoi) che vissero e lottarono per e alla testa degli sfruttati per il socialismo. La militanza marxista-leninista nel PMLI è attuale, viva, vegeta e unica, necessaria per combattere tutti i malesseri generati dal capitalismo e dall'imperialismo che per il PRC sembrano divinamente scomparsi! Una militanza che non ha niente a che spartire con un impegno sociale all'interno del capitalismo, con la solidarietà cristiana o con il volontariato sul quale tutti i partiti di "sinistra", "centro-sinistra" e destra puntano insieme alla chiesa del papa nero Wojtyla. Il volontariato, talvolta chiamato con il termine "cittadinanza attiva", è un'arma in mano della borghesia e del governo Amato per mettere le toppe al deficit dello Stato sui piani lavorativo, sociale e sanitario. Una forma di impegno che viene contrapposto a quello rivoluzionario, un modo subdolo, plagiato, demagogico e controllato per far sentire protagonisti i giovani che inconsapevolmente si rendono partecipi della società borghese, che non va salvata ma combattuta strappando al capitalismo con la lotta di classe e di piazza migliori condizioni di vita e di lavoro, consapevoli però che lo sfruttamento può essere abbattuto solo con la rivoluzione socialista e con la conquista del potere politico da parte del proletariato. È solo attraverso la militanza marxista-leninista nel PMLI che si può contrastare e cambiare questa società, poiché impariamo a rivoluzionare 24 ore su 24 la nostra vita e la nostra concezione del mondo con lo studio e con la lotta di classe, divenendo costruttori del futuro. La militanza marxista-leninista è avvincente, entusiasmante e impegnativa, è la scelta più elevata, giusta e rivoluzionaria che si possa compiere dando un senso e uno scopo di classe alla nostra esistenza per lottare per l'emancipazione del proletariato. La candidatura Arriviamo a questo punto al nocciolo dell'argomento, ossia la candidatura. La militanza nel PMLI ha inizio per tutti con un periodo di candidatura come enunciato dallo Statuto. Ma cosa è e a cosa serve? Intanto bisogna dire come recita l'art. 12 dello Statuto, che "può essere membro del Partito qualunque elemento avanzato del proletariato industriale e agricolo, qualunque elemento avanzato dei contadini poveri e qualunque sincero rivoluzionario sulle posizioni della classe operaia, che accetti il Programma e lo Statuto del Partito, che militi e lavori attivamente in una delle sue istanze, applichi le direttive del Partito e versi regolarmente le quote". Il PMLI apre le sue porte anche ai quattordicenni che individuano nella militanza marxista-leninista la loro scelta di vita. La candidatura è un istituto usato dai partiti marxisti-leninisti storici, ed è in base a queste esperienze, applicando fedelmente i principi del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e rispondendo a esigenze concrete e specifiche della situazione italiana che essa è stata ripresa nello Statuto del PMLI. È per raggiungere l'obiettivo di raccogliere e formare nel Partito gli elementi avanzati del proletariato e i figli e le figlie migliori e più combattenti del popolo che è stata istituita la candidatura che si differenzia, come da Statuto, artt. 16 e 17, in un anno per gli operai e contadini poveri, due per tutti gli altri elementi la cui collocazione di classe non è proletaria e tre anni per chi ha ricoperto incarichi dirigenziali in altri partiti e organizzazioni, previo parere favorevole da parte del Comitato provinciale per dirigenti locali e del Comitato centrale per dirigenti nazionali. L'unica differenza tra i membri effettivi e quelli candidati è che quest'ultimi possono esprimere voto solo consultivo e non possono ricoprire incarichi dirigenziali. Il Partito ci insegna che marxisti-leninisti non si nasce ma si diventa militando nel Partito. I militanti, come i quadri, emergono, si forgiano, crescono nella lotta di classe, ed è proprio durante il periodo della candidatura che il nuovo militante può sperimentarsi, conoscere il Partito, formarsi e verificare se la scelta fatta corrisponde alla sua reale volontà espressa nella domanda di ammissione, e nel contempo il Partito verifica se il candidato ha realmente i requisiti per proseguire la militanza come membro effettivo del Partito.(6) Il periodo della candidatura dà, in senso generale, l'impronta alla vita futura dei nuovi compagni, è quindi importantissimo il ruolo del Partito nella formazione del candidato, che deve acquisire le seguenti caratteristiche indicate da Mao: "Un comunista deve essere pieno di vigore, avere una salda volontà rivoluzionaria, essere animato dallo spirito di non temere le difficoltà e di vincerle con una volontà indomabile, deve sbarazzarsi dell'individualismo, del particolarismo, dell'egualitarismo assoluto e del liberalismo: altrimenti non sarà un comunista degno di questo nome".(7) Tenendo a mente queste importanti parole, addentriamoci nella questione della formazione del candidato. Cosa deve fare il Partito per aiutare il candidato ad essere un buon militante Se il candidato fa parte di una Cellula, sarà cura di essa seguire passo passo il nuovo compagno. La Cellula deve affidare il candidato ad un compagno, non necessariamente il Segretario, che abbia una certa preparazione teorica e politica e che si possa unire al nuovo compagno in base ad affinità personali, lavoro in comune o altro. Un rapporto che porti il candidato a considerare il "maestro" non tanto per la sua funzione quanto per la sua autorevolezza, mentre il "maestro" deve sentirsi responsabile verso la Cellula dei progressi del candidato. Se invece il nuovo compagno non ha una Cellula di riferimento, formarlo sarà cura della Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI. In questo caso il compito è più difficile poiché in ciò influisce spesso la distanza dal Centro del Partito. Sarà necessario lavorare assiduamente per mantenere uno stretto contatto politico e personale con il candidato, non trascurando incontri periodici dove snocciolare le questioni più complesse che non è possibile trattare in modo esauriente per lettera o per telefono. Purtroppo la mancanza di mezzi economici non permette ai dirigenti nazionali del Partito frequenti trasferte per incontrare i compagni lontani. Sarebbe positivo, quando entra un nuovo compagno nel Partito e manca sul posto una Cellula, mandare dal Centro un quadro per affiancarlo per almeno un breve periodo in modo da fargli una scuola di Partito nella propria città, ma ciò attualmente non è possibile. Perciò vanno sfruttati al massimo i momenti d'incontro individuale o collettivo e occorre guidare oculatamente il candidato nelle scelte politiche e pratiche. È comunque compito del Partito, in entrambi i casi, lavorare bene, in maniera sistematica e in base ad un programma, per amalgamare il candidato nel Partito, formarlo come marxista-leninista e riuscire concretamente a fargli assimilare la linea e lo stile di lavoro del Partito, la teoria della lotta tra le due linee, il centralismo democratico, la critica e l'autocritica, dandogli compiti e ruoli conformi alle sue caratteristiche, aiutandolo ad affrontare le difficoltà che inevitabilmente si presenteranno e standogli vicino sia sul piano politico che personale. È importante essere coscienti che per quanto avanzato sia il nuovo militante, conosce poco della nostra ideologia, della linea politica e organizzativa, delle tattiche, delle usanze, della struttura organizzativa. Se vogliamo pretendere il massimo e puntare affinché realmente diventi un militante forte e rosso del Partito è necessario che il candidato sia fornito sistematicamente e gradualmente di tutto il patrimonio storico, politico, programmatico e culturale rivoluzionario del Partito, fraternamente, tra compagni, non da maestri con metodi puramente scolastici, ascoltando e valutando opportunamente le sue osservazioni, richieste e suggerimenti, poiché c'è sempre da imparare e da migliorarsi. Altresì criticandolo fermamente ma con dialettica quando commette degli errori, per farlo crescere bene, dritto, robusto e d'acciaio fin dall'inizio. Il candidato va aiutato a trasformare al meglio la propria concezione del mondo e se stesso indirizzandolo in uno studio mirato del marxismo-leninismo-pensiero di Mao che lo introduca passo per passo nelle questioni più generali e poi più specifiche in base anche al lavoro politico che deve svolgere. Per questo è necessario che egli programmi lo studio delle cinque opere fondamentali marxiste-leniniste per trasformare il mondo e se stesso (Manifesto del Partito comunista, Stato e Rivoluzione, Principi del leninismo, Questioni del leninismo, Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo), nonché in via prioritaria, lo Statuto, il Programma generale e la storia del PMLI, il Rapporto al 4° Congresso nazionale del Partito, il comunicato della prima riunione plenaria del 4° Ufficio politico, il Rapporto alla seconda riunione plenaria del 4° Ufficio politico, le Coordinate del lavoro politico e di massa del PMLI. Periodicamente è necessario verificare i progressi della trasformazione della concezione del mondo e della pratica sociale del candidato e il suo legame col Partito e con le masse, per poter fare una valutazione completa allo scadere del periodo di candidatura. Il Partito, e quindi ogni sua istanza, deve puntare ad un'alta qualità dei suoi membri fin dal principio poiché come indicato dal compagno Scuderi al Congresso di fondazione del PMLI: "essi devono essere provati e selezionati dalla lotta di classe, devono possedere quelle qualità e quelle capacità che richiede la lotta rivoluzionaria per la conquista del potere politico, devono essere legati alle masse e possedere una mentalità, una tempra, uno spirito e un coraggio comunisti".(8) Il bilancio della candidatura va svolto oculatamente e seriamente e se siamo sicuri di avere fatto il massimo ma vi sono delle fondate e serie riserve o dubbi ritenendo il candidato non maturo per la vita di Partito anche prima della scadenza della candidatura è bene applicare la regola "è meglio avere un buon simpatizzante che un cattivo militante''. In tal caso va invitato il candidato a ritirarsi dal Partito. Quando però si ritiene che vi siano ancora delle possibilità che il candidato possa acquisire i requisiti per essere membro effettivo, in base all'art. 16 comma 2 dello Statuto, si può rinnovare il periodo di candidatura. Se invece al termine della candidatura il giudizio è positivo, si può essere orgogliosi del lavoro fatto, di aver formato un saldo membro effettivo, un potenziale dirigente, e quindi va formalizzato senza indugio il passaggio a membro effettivo del Partito. Una vittoria per il Partito e per la classe operaia ma questo nuovo compagno andrà comunque incessantemente seguito nella sua continua formazione e trasformazione. Cosa deve fare il candidato La buona riuscita della formazione di un nuovo compagno è per il 50% nelle mani del Partito e per l'altro 50% nelle mani del candidato. Oggi che la lotta di classe segna il passo a causa dell'opera nefasta dei revisionisti, neorevisionisti e trotzkisti e del fango gettato sugli ideali della lotta per il socialismo, è ancora più difficile divenire dei buoni militanti marxisti-leninisti. Solo una continua e generalizzata lotta di classe permette di crescere e maturare velocemente. È perciò importante e necessario che il candidato si stringa saldamente al Partito acquisendone rapidamente l'esperienza e facendo propri, sforzandosi di applicarli al massimo, gli articoli 13 e 14 dello Statuto del PMLI, che indicano chiaramente i doveri e i diritti di tutti i membri del Partito, candidati ed effettivi. Se lo Statuto e il Programma rappresentano la bussola generale del Partito, nello specifico gli articoli citati rappresentano la bussola politico-pratica per poter essere un buon militante. Lo Statuto va studiato e ristudiato nel corso della candidatura e dell'intera militanza per dare sempre una direttrice corretta al nostro pensiero e all'azione pratica. Il primo compito comune ai candidati con o senza Cellula è quello di accelerare con l'aiuto del Partito la trasformazione della propria concezione del mondo e di se stessi. Ecco cosa ci insegna a tal proposito il compagno Scuderi: "La trasformazione della propria concezione del mondo è essenziale per dare un contributo all'emancipazione del proletariato, per fare avanzare la lotta di classe, per combattere la borghesia, per capire la realtà, per affrontare correttamente e con successo tutte le prove della lotta di classe, per liberarsi da ogni influenza e condizionamento borghesi, revisionisti e riformisti, per amalgamarsi alla classe operaia e per dare un orientamento di classe alla propria vita personale, sociale e politica. Le scelte quotidiane e le più minute, come quelle generali e le grandi opzioni derivano tutte quante dalla concezione del mondo che si possiede. Se domina in noi l'ideologia borghese, anche se apparteniamo alla classe operaia e al partito del proletariato, compiremo inevitabilmente delle scelte borghesi, se invece il nostro spirito e la nostra mente sono permeate dal materialismo dialettico e storico tutta la nostra vita privata e pubblica sarà interamente rivoluzionaria".(9) La lotta tra le due concezioni del mondo, materialista e dialettica, da una parte, e idealista e metafisica, dall'altra, c'è in una forma o nell'altra, aperta o latente, nel Partito, come in ognuno di noi. Solo attraverso un costante e sempre maggiore studio del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e della linea del Partito, non in senso dogmatico o imparando a memoria frasi e citazioni, ma capendone l'essenza, impegnandosi ad unire la teoria ad una buona pratica, con disciplina e costanza, mantenendo un saldo legame con le masse possiamo diventare dei bravi militanti del PMLI, con la testa e con il corpo, debellando progressivamente il più possibile l'influenza borghese che ci forma fin dalla nascita e che ci fa cadere nell'individualismo, nel liberalismo, nel frazionismo, nello spontaneismo, nel superficialismo e nel pressapochismo. Consapevoli di ciò, quando entriamo nel Partito dobbiamo ripulirci completamente della precedente influenza borghese e revisionista, e operare coerentemente per acquisire una cultura, una mentalità, uno stile di lavoro, una pratica sociale marxiste-leniniste. Non possiamo continuare a essere quelli di prima; in tutto bisogna cambiare, soprattutto nella concezione del mondo e nella linea politica. Noi marxisti-leninisti vogliamo lottare e abbattere questo Stato borghese per costruire un mondo nuovo, e per far ciò dobbiamo pretendere molto da noi stessi lottando serratamente contro la linea borghese, contrapponendovi quella proletaria e resistendo al "bastone" e alla "carota" della borghesia che vengono utilizzati per demotivare e fuorviare i compagni, in particolari quelli più deboli. Se il candidato fa parte di una Cellula è molto avvantaggiato, poiché viene sorretto e accompagnato da compagni più esperti che lo aiuteranno ad inserirsi nella vita di Partito. Egli però deve contribuire attivamente al raggiungimento degli obiettivi fissati dalla propria istanza mettendo al servizio le proprie capacità e qualità. Se invece il candidato è senza Cellula, sarà suo compito eseguire le indicazioni impartite direttamente dal Centro come da centralismo democratico, ma dovrà metterci molto del suo per imparare ad analizzare la situazione della propria fabbrica, scuola, quartiere con gli occhi marxisti-leninisti e per elaborare una corretta linea politica per fare un buon lavoro politico. Il Partito ha molta fiducia e stima verso i nuovi compagni, in particolare verso coloro che osano anche da soli alzare la bandiera del PMLI nella propria città. Questi ultimi dovranno fare passi da gigante per impadronirsi rapidamente della linea del Partito mettendosi diligentemente alla scuola del Partito per costruire un equilibrio di dare e avere col Centro del Partito. Essi, nonostante la loro inesperienza marxista-leninista, costituiscono la chiave di volta dell'espansione, della crescita e del radicamento del Partito nella loro città, essi sono dei veri pionieri. In ogni caso, solo applicando la linea del Partito, aprendo il cuore al Partito, sinceramente, non temendo critiche, imparando seriamente dagli errori commessi, facendo proprie le 5 fiducie, imparando dai compagni dirigenti e di più anziana militanza, si può essere un buon membro candidato e quindi divenire un membro effettivo del Partito. Chi crede, entrando nel Partito, di non dover cambiare modello della precedente formazione e pratica politica e organizzativa, di poter fare da sé, senza l'aiuto del Partito, costruisce solo dei castelli di sabbia, è facile che sbandi a destra o nell'"ultrasinistrismo" nuocendo gravemente allo sviluppo della lotta di classe e del Partito, fino a diventarne un potenziale nemico. Essere membri candidati non significa avere la strada più facile e la libertà di commettere errori; bisogna studiare, impegnarsi, fare programmi, bilanci, critiche ed autocritiche, sentendosi responsabili della questione di propria competenza come i membri effettivi. Ogni candidato deve fare tesoro delle significative e importanti 3 consegne ai nuovi militanti del PMLI enunciate nel '90 dal compagno Scuderi che sintetizzano l'essenza della militanza e dell'attività nel Partito: 1) Vivere per la causa del socialismo; 2) Lottare affinché il Partito sia sempre marxista-leninista; 3) Adottare tattiche e misure per ottenere i consensi del proletariato o delle masse alla linea politica del Partito. Il PMLI al 4° Congresso nazionale ha lanciato l'importante obiettivo di costruire un grande, forte e radicato Partito, e ha invitato i sinceri comunisti e i rivoluzionari che condividono lo Statuto e il Programma a non indugiare ancora e di unirsi a noi per contribuire concretamente alla lotta contro il capitalismo e la seconda repubblica neofascista, presidenzialista e federalista. Il vento rosso rivoluzionario non è scomparso, anche se attualmente la coscienza delle masse e della classe operaia è regredita a un livello pre-marxista per colpa dei revisionisti, e prima o poi soffierà nuovamente forte. Noi del PMLI, membri candidati ed effettivi, dobbiamo lavorare per questo, stringendo i vecchi contatti e costruendone dei nuovi, affinché in un prossimo futuro ci siano tanti membri candidati, giovanissimi, giovani e meno giovani, anziani, donne, uomini, e in particolare forti operai, che si uniscano alla nostra epica impresa di pionieri. Ogni nuovo militante è nuovo sangue e linfa vitale per il Partito, e morte per la borghesia. I delusi dai partiti falsamente comunisti non hanno che da guardare al faro rosso del PMLI. Li esortiamo ad osare varcare la soglia del PMLI. Solo così possono sfidare e dare aperta battaglia alla borghesia. Marx ed Engels ci hanno insegnato che abbiamo da perdere solo le catene e un mondo da guadagnare. Il compagno Scuderi per il 23° Anniversario della fondazione del PMLI ha affermato: "È dura, faticosa e piena di sacrifici e di rinunce personali la vita dei marxisti-leninisti, ma è tanto bella e appagante la gioia di vivere per la causa più nobile di tutti i tempi, la causa dell'emancipazione del proletariato e di tutta l'umanità".(10) E allora diamoci da fare, affinché i sacrifici dei nostri predecessori non siano vani, siano messi a frutto fino alla vittoria della classe operaia. Viva i membri candidati del PMLI futuri membri effettivi e dirigenti rossi del Partito, della classe operaia, delle masse popolari, femminili e giovanili! Coi Maestri vinceremo! NOTE (1) Mao, "Rettificare lo stile di lavoro del Partito", 1 febbraio 1942, opere scelte, vol. III, p. 31 (2) Documenti del Congresso di fondazione del PMLI, 1977, pag. 50 (3) Mao, "Contro il liberalismo", 7 settembre 1937, opere scelte, vol. II, pag. 27 (4) Carta dei cantieri sociali, gennaio 2000 (5) Carta dei cantieri sociali, gennaio 2000 (6) Questo concetto era già stato espresso dal Segretario generale del PMLI, Giovanni Scuderi, nel Rapporto al 4° Congresso nazionale del Partito, 26-28 dicembre 1998, in Documenti del 4° Congresso nazionale del PMLI, pag. 61 (7) Mao, "La situazione nell'estate 1957", luglio 1957, opere scelte, vol. V, pag. 656 (8) Documenti del Congresso di fondazione del PMLI, pag. 178 (9) Dal discorso di Giovanni Scuderi dal titolo "La concezione di Mao del mondo e l'attuale lotta di classe", 9 settembre 1986, in Mao e la lotta del PMLI per il socialismo, edizioni PMLI, p. 213 (10) Dall'editoriale di Giovanni Scuderi in occasione del 23° Anniversario della fondazione del PMLI, "Il Bolscevico" n. 13/2000 (L'articolo è stato pubblicato per la prima volta su "Il Bolscevico" n. 41 del 16 novembre 2000. Allora non apparve la firma di Giovanni Scuderi nella presentazione. Gli articoli dello Statuto del PMLI si riferiscono al vecchio testo, poi emendato dal 5° Congresso nazionale del Partito che si è tenuto nel dicembre 2008). 11 aprile 2012 |