Messaggio del PMLI al Partito comunista dell'India (marxista-leninista) per la conferenza speciale di tutta l'India Al Comitato centrale del Partito comunista dell'India(marxista-leninista) Care compagne, cari compagni, a nome del Partito marxista-leninista italiano inviamo a voi, a tutti i militanti del Partito comunista dell'India (marxista-leninista) e ai partecipanti alla Conferenza speciale di tutta l'India i nostri più calorosi saluti marxisti-leninisti e internazionalisti proletari augurando pieno successo alla Conferenza. Vi ringraziamo di cuore per l'invito a partecipare, ma purtroppo non ci sarà possibile essere rappresentati da una nostra delegazione. Siamo presenti però con voi idealmente e rimaniamo in attesa di conoscere i risultati della Conferenza. Leggendo gli atti preparatori della Conferenza, siamo lieti e confortati di constatare che molti punti fondamentali di essi uniscono i nostri due Partiti. Citiamo il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, il socialismo, la lotta contro il revisionismo di destra e di "sinistra", l'internazionalismo proletario, la lotta contro l'imperialismo, la conquista del potere politico da parte del proletariato attraverso la lotta armata, la linea di massa, il fronte unito. Su questa base possiamo senz'altro sviluppare una proficua cooperazione a servizio dei popoli italiano, indiano e di tutti i Paesi. La vostra importante Conferenza significativamente si apre il 7 Novembre, il giorno che ricorda la vittoria della Grande Rivoluzione socialista d'Ottobre di 92 anni fa, che ancora oggi ispira e illumina il cammino di tutti gli autentici Partiti marxisti-leninisti del mondo. Noi marxisti-leninisti italiani non finiremo mai di ringraziare Lenin e Stalin che ne furono i principali artefici e condottieri e di imparare da essi come si fa e si costruisce il Partito del proletariato, come si fa e si dirige la rivoluzione proletaria e come si edifica uno Stato socialista. I rinnegati revisionisti sovietici, a partire dalla cricca di Krusciov, hanno distrutto il primo Stato socialista del mondo, ma non il suo significato storico, la sua esperienza e la dimostrazione che il proletariato, sotto la guida del suo Partito, è in grado di costruire una società in cui non c'è più lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, disuguaglianze sociali, territoriali, di etnie e di sesso, disoccupazione e miseria. Una grande esperienza e un grande insegnamento arricchiti dal pensiero e dall'opera di Mao - dalla Lunga Marcia alla rivoluzione di Nuova Democrazia, alla rivoluzione socialista con al centro la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria -, che hanno dato ancor più forza e più prestigio al socialismo. Purtroppo però anche la Cina socialista ha subito la stessa sorte dell'Urss sempre per colpa dei revisionisti, questa volta guidati da Deng Xiaoping. Cosicché il socialismo per lungo tempo è entrato in una zona d'ombra, ma ora sta ritornando alla luce, presumibilmente tornerà di moda, di gran moda, poiché i popoli, soprattutto le nuove generazioni, sopportano sempre meno il bestiale sfruttamento del capitalismo, il dominio della borghesia e l'oppressione dei paesi imperialisti. Quantunque la borghesia e i suoi ideologi si sforzino di dimostrare che il capitalismo è la società più giusta di tutti i tempi e di tutti i paesi la realtà li smentisce sonoramente. Attualmente il capitalismo domina tutti i paesi del mondo ma non è eterno, prima o poi, per le sue contraddizioni interne e per la ribellione dei popoli, non potrà che crollare. L'eroica Resistenza dei popoli afghano, iracheno e palestinese rende sempre più debole e inviso il capitalismo. L'attuale crisi economica e finanziaria ha assestato un duro colpo al capitalismo e ha rimescolato i rapporti di forza tra le grandi potenze capitaliste. L'imperialismo americano ha aggravato il suo declino e gli altri paesi imperialisti in ascesa gli contendono l'egemonia. In primo luogo la Cina, ma anche l'Unione europea, la Russia, il Giappone e l'India. Il controllo dei paesi più deboli, delle vie del trasporto energetico, del mercato, delle materie prime e delle zone di influenza, porta con sé, come dimostra la storia, non solo le guerre commerciali ma anche le guerre militari tra i paesi imperialisti. Ciò aumenterà l'odio e la ribellione dei popoli contro l'imperialismo. I Partiti marxisti-leninisti devono soffiare su questa ribellione e prenderne la testa non facendosi scavalcare da altre forze politiche o religiose. I marxisti-leninisti di tutto il mondo possiedono un'arma teorica invincibile, capace di assicurare loro l'egemonia della lotta di classe, della guerra di liberazione nazionale e della rivoluzione socialista. Quest'arma è il marxismo-leninismo- pensiero di Mao, ma essa è inefficace, se non si riesce a coniugarla correttamente con la realtà concreta del proprio Paese. Non è infatti sufficiente conoscerne i meccanismi di funzionamento (i contenuti ideologici, filosofici, politici e organizzativi, la metodologia, la dialettica, la tattica e la strategia), occorre anche conoscere la situazione specifica in cui si opera. Se si sbaglia quest'ultima analisi, l'arma del marxismo-leninismo-pensiero di Mao non avrà alcun effetto. Tuttavia ci penserà l'esperienza pratica a far scoprire dove si è sbagliato, a rimettere le cose a posto e a ridare efficacia alla nostra arma. Noi facciamo del nostro meglio per applicare il marxismo-leninismo- pensiero di Mao alla situazione concreta dell'Italia che consideriamo un Paese capitalista in cui la contraddizione principale è quella tra il proletariato e la borghesia. Il carattere della nostra rivoluzione è quindi socialista, di conseguenza il nostro obiettivo strategico è quello del socialismo e della conquista del potere politico da parte del proletariato. Intanto, mentre accumuliamo le forze e creiamo tutte le condizioni oggettive e soggettive per la rivoluzione socialista, ci interessiamo a fondo dei problemi immediati e concreti del proletariato e delle masse popolari e combattiamo, per abbatterlo, il governo del neoduce Berlusconi che tutela gli interessi della classe dominante borghese. Il nostro Partito apprezza molto gli sforzi del Partito comunista dell'India (marxista-leninista) per creare un grande fronte unito antimperialista mondiale, il quale sarà tanto più efficace e concreto quanto più si svilupperà la lotta antimperialista dei Partiti marxisti-leninisti contro l'imperialismo del proprio Paese. Il nostro Partito appoggia il proposito del Partito comunista dell'India (marxista-leninista) di costituire l'Internazionale marxista-leninista, ma non ritiene ancora maturi i tempi per realizzarla, mancandone le condizioni oggettive e soggettive. Questa importante questione il nostro Partito se l'è posta al II Congresso nazionale svoltosi nel novembre 1982, ritenendo che sia necessaria una simile Organizzazione purché abbia dei contorni ben definiti e marcati, i cui componenti siano effettivamente dei Partiti marxisti-leninisti che agiscono nella pratica secondo una linea generale rivoluzionaria comune stabilita collegialmente e accettata liberamente da ciascuno. Attualmente però sarebbe prematuro crearla, anche perché la fase della conoscenza bilaterale tra i Partiti interessati è ancora in corso. In ogni caso il nostro Partito ritiene che il contributo più grande che ogni Partito marxista-leninista possa dare alla realizzazione dell'Internazionale marxista-leninista sia quello di diventare grande, forte, radicato e legato al proletariato e alle masse del proprio Paese. Teniamo sempre alte le bandiere rosse dei grandi Maestri del proletariato internazionale e del socialismo. Alla fine la vittoria sarà del proletariato, dei popoli e dei marxisti-leninisti. Che la Conferenza sia coronata dal più grande successo. A tutti rinnoviamo i nostri più caldi saluti marxisti-leninisti e internazionalisti proletari. Viva l'unità militante tra il PMLI e il PCI(ml)! Viva l'unità militante dei Partiti, Organizzazioni e Gruppi autenticamente marxisti-leninisti dei vari Paesi! Viva l'internazionalismo proletario! Viva il socialismo! Viva il marxismo-leninismo-pensiero di Mao! Coi Maestri vinceremo! Il Comitato centrale del PMLI Firenze, 2 novembre 2009 |