A Milano, per iniziativa del PMLI.Lombardia Celebrazione militante del lancio della Grande rivoluzione culturale proletaria di Mao Una grande e vittoriosa pagina di storia che deve ispirare la lotta per il socialismo in Italia e nel mondo. Importante intervento di Urgo. Approfondito dibattito Dal corrispondente della Cellula "Mao" di Milano Per celebrare in modo militante il rosso 16 Maggio 1966, 44° Anniversario del lancio della Grande rivoluzione culturale proletaria cinese, la Cellula "Mao" di Milano del PMLI ha organizzato nel pomeriggio di sabato 15 maggio presso la Sede milanese del Partito una riunione di studio, promossa del PMLI.Lombardia, su quella grandiosa impresa rivoluzionaria che per tutti noi marxisti-leninisti rappresenta l'ultimo grande capolavoro realizzato sotto la guida del grande maestro Mao che resterà imperituro ad ispirare la lotta del proletariato per la conquista del potere politico dando a questa classe, e a tutti i rivoluzionari, gli sfruttati e oppressi del mondo, una più vasta prospettiva e certezza scientifica per l'avanzata edificatrice, materiale e spirituale della società socialista, quantunque dopo la morte di Mao i rinnegati revisionisti e imbroglioni Deng, Jiang, Zhu e Hu abbiano distrutto il socialismo e restaurato il capitalismo in Cina divenuta oggi una tenebrosa dittatura fascista e imperialista. La riunione di studio - alla quale hanno preso parte militanti e simpatizzanti di età comprese fra i 14 e i 70 anni, provenienti da Milano e provincia e dalle province di Monza, di Pavia e di Bergamo - ha avuto lo scopo di formare maggiormente la cultura proletaria rivoluzionaria e di elevare la preparazione ideologica-politica dei partecipanti. Salutata con gioia dal Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, come iniziativa esemplare per tutto il Partito, la riunione è quindi proseguita con la lettura da parte del compagno Angelo Urgo, Segretario della Cellula milanese che ha diretto lo svolgimento dello studio collettivo, del rapporto introduttivo che è cominciato sottolineando che "è stato grazie a quest'ultima grande opera di Mao che il nostro Partito ha potuto, già dal 1967, intraprendere dieci duri e entusiasmanti anni della preparazione rivoluzionaria che sfoceranno il 9 Aprile del '77 nella Fondazione del PMLI e con esso squarciare le tenebre del revisionismo e incamminarsi senza indugi sulla via della lotta per la conquista del socialismo in Italia". L'influenza di Mao sulla nascita del PMLI "Rendendo onore alla Grande rivoluzione culturale proletaria lanciata da Mao - ha affermato Urgo - celebriamo sempre più fieri e coscienti i meriti storici incancellabili dei primi quattro pionieri del Partito, tra cui l'esemplare e amata compagna Lucia, prematuramente scomparsa il 6 aprile 2006, che fu in prima linea nel propagandare gli insegnamenti universali della Rivoluzione culturale cinese in Italia oltre che fulgido esempio di dedizione totale alla causa del PMLI e del socialismo, che, come quella cinquantina di comunisti cinesi che seguirono Mao nel 1921 per fondare il glorioso PCC, decisero di dare l'assalto al cielo". Nel suo rapporto il compagno Urgo ha ribadito che nel periodo della costruzione del socialismo in Cina il merito più grande di Mao è stato quello dell'elaborazione della teoria della continuazione della rivoluzione sotto la dittatura del proletariato, "nessuno prima di lui aveva immaginato, pensato e osato tanto. Attraverso questa grande teoria, egli ha spiegato per tempo qual è la contraddizione principale nel socialismo, come può avvenire la restaurazione del capitalismo e cosa bisogna fare per prevenirla e per salvaguardare e sviluppare il socialismo". Il compagno Urgo ha quindi descritto quegli entusiasmanti dieci anni di vittorie in cui si sprigionava la carica rivoluzionaria della classe operaia, delle masse e dei giovani e il loro entusiasmo verso il socialismo, in cui i traditori e i rinnegati venivano smascherati, denunciati e destituiti, e quella parte del potere perduto veniva riconquistato attraverso la mobilitazione delle masse a centinaia di milioni, le quali poterono esprimersi liberamente nei grandi dibattiti pubblici e con i dazebao; una rivoluzione dirompente che ben presto varcò i confini della Cina per animare le rivolte operaie e studentesche del Sessantotto in tutto l'occidente capitalista. Sono inoltre state illustrate le inedite esperienze attuate dalla Rivoluzione culturale, realtà che fanno intravedere quali enormi possibilità di sviluppo e di emancipazione sociale abbia nel grembo il socialismo: la partecipazione dei quadri e dei giovani intellettuali al lavoro produttivo collettivo, lo studio del materialismo dialettico e storico da parte degli operai e dei contadini, la creazione fra costoro di contingenti di artisti, poeti e pittori, l'istituzione di gruppi di giovani medici che vanno a svolgere la loro opera nelle più lontane campagne (i "medici scalzi"), la formazione di scuole metà studio-metà lavoro, la diffusione a livello di massa delle opere dei cinque Maestri, la scelta degli studenti universitari tra gli operai e i contadini che hanno un'esperienza pratica di almeno 3 anni. Sono state inoltre ricordate le importanti direttive di Mao sullo studio dei Maestri sulla dittatura del proletariato, sul prendere la lotta di classe come asse principale, sulla limitazione del diritto borghese, sul considerare sempre il revisionismo come nemico da combattere, sulla riduzione delle differenze fra industria e agricoltura, fra città e campagna e fra lavoro intellettuale e lavoro pratico, sulla necessità imprescindibile di procedere con più e continue rivoluzioni culturali proletarie pena l'abbassamento della vigilanza rivoluzionaria con la conseguenza del ritorno al potere della borghesia e la restaurazione del capitalismo. Sono infine state denunciate e smascherate alcune delle più grosse calunnie messe in giro dagli anticomunisti: dai "bambini bolliti per concimare i campi" del neoduce Berlusconi a quelle dei pennivendoli della "sinistra" borghese, con alla testa Federico Rampini, fino al cumulo di mostruose e grossolane falsità dalla ex guardia rossa e rinnegata venduta Jung Chang il cui libercolo menzognero fu prontamente smascherato, all'entrata del luogo dove quattro anni fa venne presentato, dai marxisti-leninisti milanesi con una memorabile e storica diffusione di un volantino di denuncia e di numeri speciali de Il Bolscevico sulla Rivoluzione culturale. Gli insegnamenti della Grande rivoluzione culturale proletaria Nel dibattito che è seguito si sono approfonditi vari particolari della Grande rivoluzione culturale proletaria e più in generale alcuni aspetti innovativi del socialismo cinese come la forma avanzata di proprietà collettiva delle comuni popolari rurali che, superando come tappa evolutiva superiore le cooperative agricole, rappresentarono un esempio concreto di riduzione delle differenze tra città e campagna dove la prima viene decongestionata con il trasferimento nella seconda dell'industria leggera e parte di quella pesante per la produzione di attrezzature e mezzi di produzione agricoli e relativi pezzi di ricambio. Inoltre si è ricordato come nella Cina degli anni '70, durante quel grandioso rivolgimento rivoluzionario, l'inventiva e la forza creatrice dei lavoratori sprigionatasi dalla libertà d'iniziativa socialista diede anche importanti conquiste scientifiche e tecniche fra le quali, per fare solo alcuni esempi, l'anestesia locale tramite l'elettro-agopuntura (senza gli effetti collaterali e tossici di quella farmacologica), l'utilizzo di neon fulmina-insetti nei campi al posto dei veleni insetticidi, la sperimentazione scientifica della previsione dei terremoti che diede esito positivo nell'inverno del 1975 quando nella provincia di Haicheng un milione di abitanti vennero preventivamente evacuati salvandosi da un imminente e devastante sisma. Conquiste inapplicate e osteggiate ancor oggi dal capitalismo monopolistico per la loro incompatibilità colla ricerca del massimo profitto da parte delle fameliche multinazionali imperialistiche. Il compagno Stefano ha fatto notare come ancora oggi sia forte il sentimento collettivista nei cinesi (che negli anni '80 sono emigrati in massa per fuggire dall'inferno capitalistico restaurato dalla cricca revisionista e fascista dell'omuncolo Deng) e come quel popolo ami ancora fortemente Mao, certamente non a caso. Marina ha sottolineato che cambiare il proprio mondo soggettivo per acquisire una maturità culturale basata su una concezione proletaria del mondo è necessario tanto come premessa per la conquista rivoluzionaria del socialismo quanto per avanzare in esso. Il compagno Andrea Ro. ha precisato che continue rivoluzioni culturali saranno necessarie anche nell'Italia socialista affinché il proletariato, una volta preso il potere, non cada mai nelle promesse truffaldine e nelle trappole dei revisionisti borghesi. L'intenso pomeriggio di studio si è concluso con la soddisfazione di tutti i partecipanti a ciascuno dei quali è stata data copia de Il Bolscevico n.20/2006, speciale sulla Rivoluzione culturale proletaria, contenente i principali documenti del PCC, gli scritti e le citazioni di Mao e la cronologia essenziale di questa splendida pagina di storia del socialismo cinese, patrimonio universale dei marxisti-leninisti di tutto il mondo! Viva la giusta via per edificare il socialismo e difendere il potere politico del proletariato segnata dalla Grande rivoluzione culturale proletaria cinese! Con Mao per sempre! Coi Maestri e il PMLI vinceremo! 19 maggio 2010 |