Per fermare il razzismo e la xenofobia 50 mila in piazza a Milano per protestare contro l'uccisione di Abba Il PMLI coinvolge i manifestanti a cantare "L'Internazionale" e "Bella ciao" Redazione di Milano "Abba vive. Stop al razzismo". È questo lo striscione alla testa del corteo antirazzista svoltosi a Milano sabato 20 settembre dedicato ad Abdul "Abba" Guibre, il 19enne, originario del Burkina Faso, assassinato a sprangate - prima dell'alba di domenica 14 in via Zuretti - dalla furia omicida di due baristi accecati dall'odio razzista per un presunto, e comunque banale, furto di biscotti. In testa al corteo, partito da Porta Venezia, amici e familiari di Abdul con in mano la foto del giovane, appartenenti al comitato "Per non dimenticare Abba, per fermare il razzismo" di Cernusco sul Naviglio (cittadina del milanese in cui Abba viveva), organizzatore della manifestazione. Miseramente fallita la campagna di minimizzazione perpetrata dal governo del neoduce Berlusconi e dalla giunta milanese della neopodestà Moratti che per celare ogni responsabilità dovuta alla vergognosa campagna razzista che ha preceduto e seguito il varo del "pacchetto sicurezza", pretendevano, con l'ausilio degli zelanti mass media di regime, di escludere a priori la matrice razzista del feroce raid punitivo per relegarlo all'"ordinaria cronaca nera". Tale propaganda di regime non ha impedito alla Milano antifascista di scendere in piazza in 50mila sfilando in corteo contro il razzismo, non solo in ricordo di Abdul Guibre ma anche contro tutte le politiche legislative antimmigrati, razziste e xenofobe attuate da tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi 10anni. Protagonisti della giornata di protesta i giovani della seconda generazione degli immigrati nata e cresciuta in Italia, composta a maggioranza da operai e salariati, che per la prima volta è scesa in piazza come nuovo soggetto politico. Si è trattato di una manifestazione multietnica e internazionalista che ha visto una cosciente unità di lotta dei giovani, studenti e lavoratori italiani con quelli immigrati in un combattivo corteo che ha espresso, anche con la musica di protesta, un malessere non più sopportabile dovuto non solo alle leggi razziste del regime neofascista, ma all'aberrante divulgazione di una ideologia razzista e xenofoba in grado di fomentare un clima di odio tale da istigare criminali ed efferati linciaggi e massacri contro chiunque sia considerato "diverso". Militanti e simpatizzanti della Cellula "Mao" di Milano del PMLI sono scesi in piazza sventolando le bandiere del Partito e con il cartello "Solidarietà alla famiglia di Abdul, ucciso dall'odio razzista / Contro il razzismo, la xenofobia, la caccia ai migranti e le leggi razziste e fasciste del governo del neoduce Berlusconi". I compagni hanno diffuso "Il Bolscevico" nn. 33 e 34 e portato nel corpetto anche la parola d'ordine "No al 'pacchetto sicurezza' fascista, razzista e xenofobo contro Rom e migranti-Abrogare la legge Bossi-Fini-Abbattiamolo" (riferito al neoduce Berlusconi). Apprezzati gli slogan lanciati dai marxisti-leninisti: "lavoro, casa, servizi sociali; non vogliamo le leggi razziali", "l'unica sicurezza da garantire, è quella sul lavoro per non morire!", "Berlusconi, Veltroni, Bossi e Fini sono razzisti come Mussolini", "I migranti non sono clandestini, abrogare la legge Bossi-Fini". Per esaltare il clima di internazionalismo proletario del corteo i nostri compagni hanno cantato "l'Internazionale" coinvolgendo molti manifestanti, così come con "Bella Ciao" si è voluto sottolineare lo spirito antifascista che univa tutti i presenti. Ovunque poi echeggiava con forza il grido "Abba vive! Basta razzismo"!. Conclusosi ufficialmente in Piazza Duomo, oltre quattrocento manifestanti hanno proseguito in corteo, forzando i cordoni di polizia con la quale si sono avuti tafferugli e momenti di tensione, per raggiungere, al grido "Anche noi rubiamo i biscotti!" (risalendo da Via Manzoni e dopo essere sfilati nella Galleria e davanti Palazzo Marino) il luogo del delitto in Via Zuretti dove si è svolto un presidio di un'ora con centinaia di manifestanti che hanno ricordato Abba con rabbia e dolore, con interventi, musica hip hop e racconti delle comunità migranti, dei ragazzi che erano amici di Abba. Negli interventi dal camion e nel free style a ritmo di hip hop sono continuate le denunce alle politiche razziste e per ricordare Abdul, via Zuretti è stata ribattezzata, con un cartello attaccato sulla targa, "Via Abba". 24 settembre 2008 |