Milano In migliaia contro l'occupazione israeliana di piazza Duomo Combattiva la delegazione del PMLI, guidata da Urgo che denuncia in un comizio volante la complicità di Pisapia coi carnefici sionisti. Cristina intervistata per il PMLI dalla televisione di Stato iraniana IRIB. Alla delegazione si uniscono migranti palestinesi e di altre nazionalità Redazione di Milano "No all'occupazione israeliana, contro le tecnologie di guerra e di apartheid" e "Vita, terra, acqua e liberta' per i palestinesi", "Rai-Mediaset fate vedere agli italiani chi sono i veri terroristi". Con questi striscioni e una enorme bandiera palestinese portata "a lenzuolo" si è aperto il corteo che nel pomeriggio di sabato 18 giugno ha visto sfilare a Milano, da Largo Cairoli fino a Piazza San Babila, oltre 5 mila antirazzisti e antisionisti in solidarietà con l'oppresso popolo palestinese in occasione della manifestazione nazionale, indetta dal Comitato "No all'occupazione israeliana di Milano". La manifestazione è stata una forte risposta alla provocatoria kermesse sionista "Unexpected Israel", ossia "Israele che non ti aspetti", che, col beneplacito del dittatore regionale ciellino Roberto Formigoni, PDL, del presidente provinciale berlusconiano Podestà e dell'appena eletto neopodestà arancione Giuliano Pisapia, per 10 giorni sta occupando Piazza Duomo con lo scopo di abbellire l'immagine e la reputazione della genocida entità statale razzista e terrorista di Israele di fronte all'opinione pubblica italiana ed europea e di mettere in pole position la borghesia imperialista sionista nel promuovere le sue merci lorde di sangue palestinese nel mercato capitalistico mondiale nell'ambito dei preparativi dell'EXPO 2015. Nonostante il boicottaggio della filo-sionista "sinistra" borghese (PD, SEL, FdS), della sua stampa e delle associazioni da questa egemonizzata, la parte più combattiva della Milano antifascista e antirazzista ha garantito una partecipazione ben al di sopra delle aspettative, mentre pullman e delegazioni sono arrivati anche da Roma, Firenze, Bologna e Torino. Tanti i migranti di Stati arabi che portavano numerose bandiere palestinesi, assieme a quelle degli Stati nordafricani e mediorientali protagonisti delle recenti e attuali rivolte popolari. Molti gli striscioni e i cartelli che condannavano i numerosi e mostruosi crimini commessi dalla barbarie sionista, di Israele, come quelli per ricordare i bambini di Gaza uccisi tra dicembre 2008 e gennaio 2009 nel genocidio dell' "Operazione piombo fuso". Non mancavano quelli in ricordo di Vittorio Arrigoni, il martire antisionista e antimperialista ucciso a Gaza lo scorso 15 aprile da sedicenti "salafiti" dietro i quali si sospetta la lunga mano del Mossad. Ingente lo schieramento di poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa che hanno seguito a distanza il corteo per impedire qualsiasi temuta "virata" verso la kermesse sionista. "Pisapia conferma la provocatoria 10 giorni sionista in Piazza Duomo" titola il volantino riportante l'articolo della Redazione di Milano de "Il Bolscevico", diffuso in centinaia di copie da compagne e compagni della rossa delegazione regionale del PMLI, composta da militanti e simpatizzanti delle Cellule "Mao" di Milano e "Lenin" della provincia di Bergamo e dalle Organizzazioni di Sesto S. Giovanni e di Binasco e diretta dal compagno Urgo. I marxisti-leninisti erano presenti con le rosse bandiere dei Maestri e del Partito e nei corpetti e su un rosso cartello la scritta "Palestina Libera! Uno Stato - due popoli". La combattiva e qualificata presenza dei nostri compagni è stata ben accolta dai manifestanti, che in buona parte hanno condiviso e apprezzato la nostra denuncia della vergognosa complicità delle istituzioni nazionali e locali, compresa quella della nuova giunta di "centro-sinistra" del neopodestà arancione Pisapia, coi criminali sionisti. Buona parte delle parole d'ordine in italiano ripetute dai manifestanti durante il corteo erano proprio quelle proposte e lanciate dai marxisti-leninisti: "Contro Israele nazista ed invasore, l'Italia rompa subito ogni relazione"; "Netanyahu e Berlusconi, dei popoli assassini, siete i nuovi Hitler e Mussolini"; "Israele razzista, stato terrorista"; "Palestina terra mia, Israele via, via"; "Palestina libera, Intifada vincerà"; "Noi stiamo con Freedom Flotilla, Pisapia invece col boia sionista". Allo spezzone del PMLI si sono aggiunti migranti palestinesi e di altre nazionalità attratti dall'elevata combattività della nostra delegazione e dalla giustezza delle nostre posizioni contro razzismo e apartheid (anche in Italia) e per la Palestina libera in uno Stato in cui convivano due popoli. Durante il corteo il compagno Angelo Urgo ha pronunciato un comizio volante, in cui ha denunciato la vergognosa dichiarazione pro-Israele rilasciata dal neopodestà Pisapia ("con Israele condividiamo gli stessi valori di civiltà, libertà, democrazia e rispetto dell'ambiente") e ha ricordato l'inciviltà, l'oppressione, la pulizia etnica razziale e la deturpazione dell'ambiente perpetrati dal criminale regime di Tel Aviv ai danni del popolo palestinese. La stessa denuncia è stata fatta dalla compagna Cristina intervistata da Hamid Masoumi Nejad, corrispondente della televisione di Stato iraniana IRIB. Il giornalista iraniano ha poi ricevuto la calorosa solidarietà militante antifascista di tutta la delegazione marxista-leninista per aver subito l'anno scorso una vergognosa macchinazione giudiziaria su accuse rilevatesi false di "traffico d'armi in violazione dell'embargo all'Iran", ordita dal regime neofascista italiano che lo punì, facendolo ingiustamente arrestare per 5 mesi. Le accuse false erano un pretesto per vendicarsi delle sue inchieste scomode sulla crisi economica italiana e sui casi di corruzione e scandali del neoduce Berlusconi. Il corteo si è concluso in Piazza San Babila con i comizi finali che hanno descritto, in vari interventi, tutte le condizioni di oppressione e sfruttamento imposte dagli aguzzini sionisti al popolo palestinese, dal 1948 ad oggi. Una manifestazione ben riuscita che dimostra la crescente insofferenza delle masse giovanili e popolari milanesi nei confronti della xenofobia di regime, specie di matrice islamofobica, e conseguentemente la condanna del regime dell'apartheid israeliano: una Milano antirazzista che non ha alcuna intenzione di fare sconti nemmeno a Pisapia, che dopo aver preso voti da molti sostenitori della causa del popolo palestinese accoglie a braccia aperte, una volta eletto, i carnefici di quel martoriato popolo. 22 giugno 2011 |