Si tratta di Wang Liengen, padrone di una industria di macchinari Il più ricco della Cina diventa membro del CC del partito revisionista e fascista cinese Il gruppo "Utopia" critica da sinistra questa scelta Con una notizia rilanciata dal quotidiano cinese in lingua inglese, il Global Times, molto vicino al partito revisionista e fascista cinese, ha annunciato l'entrata nel CC del PCC nientemeno del ricchissimo Wang Liengen, padrone del Sany group, una industria di macchinari che lo ha reso l'uomo più ricco della Cina. In realtà già all'interno dei 300 del Comitato Centrale siedono, da qualche tempo, alcuni dirigenti industriali come il dirigente della Haier, Zhang Ruimin e il presidente della Sinopec, Li Yi, con la differenza che le loro imprese sono di proprietà statale, mentre LieNgen sarebbe il primo appartenente a un gruppo industriale privato a entrare nel massimo organo del partito. L'imprenditore, iscritto appena dal 2004 al PCC, è considerato dalla rivista Forbes, che stila la classifica degli uomini più ricchi al mondo, al primo posto in Cina, con 9,3 miliardi di dollari, e al 114° nel mondo. Questo è il frutto amaro del revisionismo e fascismo cinese incarnati da Jang Zemin e della sua cricca, che, in continuità con Deng Xiaoping, hanno spalancato le porte del partito, cambiando dieci anni fa lo Statuto del PCC, anche ai capitalisti. I malumori della base del PCC e delle masse popolari si sono fatti sentire. Difatti, Fan Jinggang, fondatore del gruppo "Utopia", ha denunciato l'ingresso di Liengen nel comitato centrale: "Questa scelta significa che il capitalismo privato sta penetrando nelle stanze del potere del nostro Paese socialista". L'entrata del più ricco capitalista cinese nel PCC ha destato clamore nel mondo ma non stupisce noi marxisti-leninisti, che abbiamo da subito denunciato sulle pagine de Il Bolscevico il colpo di Stato, compiuto dai revisionisti capeggiati da Deng, che ha trasformato la Cina da Paese socialista in una dittatura borghese di tipo fascista. Ora abbiamo l'ennesima conferma di ciò. 12 ottobre 2011 |