Presentate da Berlusconi e dalla ministra Meloni Insufficienti, demagogiche ed elettoralistiche le misure governative per i giovani Di Federico Picerni* Mercoledì 24 novembre, in conferenza stampa, Berlusconi e la ministra della Gioventù Meloni hanno presentato un pacchetto di cinque provvedimenti riguardanti i giovani per uno stanziamento complessivo di 300 milioni di euro. In verità però i fondi veramente disponibili sono 216 milioni perché i restanti dovranno provenire dal "cofinanziamento" con i privati. La prima iniziativa prevede un bonus di 5 mila euro per le aziende che assumono a tempo indeterminato disoccupati o precari con meno di 35 anni. Il secondo provvedimento vuole permettere l'acquisto della prima casa alle coppie sotto i 35 anni tramite garanzie bancarie ed un fondo complessivo di 50 milioni di euro. Sottolineiamo che questo provvedimento è rivolto solamente alle coppie sposate, mentre le coppie di fatto non potranno godere per nulla di questa agevolazione. Il terzo provvedimento è un fondo di 100 milioni di euro (di cui 60 milioni da parte dei privati) per promuovere l'investimento in ambito eco-innovativo, tecnologico e artistico. Il quarto provvedimento è un prestito di massimo 25 mila euro complessivi, a cadenza annuale, per "studenti meritevoli", allo scopo di lanciarli nella "scalata sociale". Il quinto provvedimento infine dà vita a 20 campus per il "job placement", ossia esperienze di formazione lavorativa per i "migliori laureati" al fine di "far incontrare domanda e offerte di lavoro". Inutile dire che il PDL si è prodigato in lodi e complimenti alla Meloni con Gaetano Quagliariello che addirittura affermava: "I provvedimenti proposti dal ministro per gli studenti, per i precari, per le giovani famiglie, per la promozione del talento, hanno il respiro dell'ambizione di chi sa ancora sognare, e il pregio della concretezza proprio di chi ha l'onere di governare, e non detiene il lusso di potersi limitare a lanciare proposte". Più legittime e fondate di questi elogi sono le preoccupazioni della CGIL. Il pacchetto, per la segretaria confederale Vera Lamonica e la responsabile giovani Ilaria Lani, "non è in grado di aggredire i problemi di fondo" e sembra "utile forse per un'eventuale campagna elettorale". È evidente infatti che si tratta di cifre irrisorie rispetto alle vere necessità dei giovani disoccupati e precari le cui condizioni continuano a peggiorare. Ormai la disoccupazione giovanile sfiora il 30% (e nel Mezzogiorno pure lo supera), mentre le ore di cassa integrazione in deroga sono in aumento del 6,3% rispetto a settembre, e di ben il 296% rispetto all'anno scorso. Non sfuggono inoltre le discriminazioni in perfetto stile neofascista, classista e clericale: da una parte le agevolazioni all'acquisto della prima casa vengono date solo alle coppie sposate (tagliando fuori le coppie di fatto e ostacolando i giovani che vogliono uscire di casa senza essere sposati, che incontrano già i problemi maggiori), dall'altra viene sempre premiata la cosiddetta "meritocrazia" del denaro: gli "studenti meritevoli" saranno prevalentemente quelli che hanno potuto concludere gli studi per tempo e con buoni risultati, mentre i giovani proletari, che si trovano a dover lavorare per permettersi i pesanti oneri economici degli studi, non avranno alcun aiuto. Tra l'altro Berlusconi ha dichiarato che "per le nuove imprese messe in campo da giovani stiamo studiando un'imposta del 10% per tre anni al posto di tutte le altre imposte e addizionali". Questo nuovo provvedimento, a sua detta, alleggerirebbe le tasse e sarebbe quindi un incentivo per i giovani a dare vita a nuove imprese, contribuendo al rilancio dell'economia. Peccato che questa agevolazione già esiste dal 2000, come rivelato da un'indagine dell'Ansa, e che il neoduce non abbia fatto che prendere i giovani per i fondelli. Occorrono quanto prima interventi d'emergenza a favore dell'assunzione giovanile. Bisogna smetterla di puntare tutto sull'apprendistato, come hanno fatto il governo, le regioni, le imprese e sindacati (compresa la CGIL) il 27 ottobre con il "patto sull'apprendistato", perché si tratta di sfruttamento quasi gratuito di giovani lavoratori che comunque non riescono ad assicurarsi un lavoro stabile. Bisogna varare politiche che favoriscano il primo impiego, che sia però fin da subito un lavoro stabile, a salario pieno e sindacalmente tutelato. Auspichiamo e chiediamo che la CGIL proclami quanto prima lo sciopero generale con manifestazione nazionale sotto Palazzo Chigi mettendo la lotta alla disoccupazione giovanile al centro delle sue rivendicazioni. *Responsabile del CC del PMLI per il lavoro giovanile 1 dicembre 2010 |